L'isola
che non c'è
Non
so voi, ma il sottoscritto quando si trova davanti ad una mappa del
cinquecento-seicento che rappresenta il planisfero, si emoziona e
si fa prendere dal fascino del mistero. E' normale, credo, chiedersi
come hanno fatto quei navigatori a riportare sulle carte i contorni
dei nuovi continenti appena scoperti, in così poco tempo e
senza strumenti adeguati. Davvero non nascondo la mia ignoranza sulle
pratiche marinare del periodo, ma da quel poco che so mi pare davvero
difficile che in pochi anni, nonostante le mille difficoltà,
possano aver prodotto mappe del globo così complete e così
rispondenti al vero. Mi viene il sospetto, che credo legittimo, che
quegli esploratori avessero in qualche modo già idea di quel
che dovevano scoprire e che ne dovessero soltanto controllare la rispondenza
reale a quanto già conoscevano. Ed è quì che
succede che magari alcune inesattezze rispetto al mondo che conosciamo
saltano all'occhio. Tipo terre sconosciute che nella geografia moderna
non rispondono a realtà. Di tali territori fantomatici ce ne
sono davvero molti e quì vorrei parlarvi di uno di questi.
Forse il più spettacolare. Questa terra così curiosa
che compare negli atlanti del periodo predetto si chiama: Frisland
(fig1).
Quest'isola non è importante solo per la sua effimera comparsa
sulla cartografia dell'epoca. Ma anche e soprattuto perchè
possiede una sua storia, raccontata dai navigatori antichi che la
visitarono, della quale si trovano le vicende in documenti consultabili
anche oggigiorno.
La storia è questa.
Era l’anno 1556 quando venivano pubblicati, in Venezia, i «Commentari»
relativi alle imprese in Persia ed allo «scoprimento delle isole
di Frislanda, Eslanda, Engrovelanda, Estotilandia e Icaria fatto sotto
il Polo Artico dai due fratelli Zeni Messer Nicolò, il Cavaliere,
et Messer Antonio». A scrivere tali Commentari era Nicolò
Zeno «il Giovane» (1515-1565) che a vario titolo aveva
raccolto la memoria delle gesta dei suoi due antenati la cui vera
storia si perde, fra verità e leggenda. Fratello del valoroso
Carlo Zeno “Procuratore e Capitan Generale” della flotta
Veneta; Messer Nicolò, il Cavaliere, dopo aver vinto la guerra
contro i Genovesi, fece vela, alla scoperta di nuove genti, costumi,
lingue e terre, con il desiderio di vedere il mondo, rendendo così
servizio alla sua patria ed arricchendone con le sue esperienze, conoscenza
e fama.
Era l’anno mille e trecento novanta quando costruita ed armata
una nave, Nicolò Zeno partì con il suo equipaggio da
Venezia. Percorse il mare Mediterraneo e lasciato lo stretto che ne
segna i confini, navigò sull’oceano, sempre tenendosi
verso tramontana. Molti giorni e molti altri ancora passarono vedendo
terre, scogli e oceano infinito. L’Inghilterra ormai lontana,
la nave si trovò in balia di una terribile tempesta, finché
terrà non fu avvistata.
Era un'isola sconosciuta. Li furono attaccati da isolani agguerriti,
ma grazie all’intervento di un Principe con la sua armata, Nicolò
ed i sui marinai furono risparmiati. Parlarono in latino del loro
viaggio e della loro terra e il Principe, a conoscenza del valore
di Venezia e dei Veneziani, li accolse con grandi onori. Questo Signore
era Henry Sinclair, Signore delle Orkney e Cavaliere del Tempio, che
dopo aver salvato il nostro navigatore ed i suoi uomini, impedì
loro di ripartire. Mise a disposizione di Zeno terre e navi e lo coprì
di ricchezze, in cambio del suo sapere sull’arte della navigazione
e della guerra.
Più tardi,nel 1398, il principe Enrico di Sinclair, con i suoi
navigatori veneziani Antonio e Nicola Zeno e trecento Cavalieri templari,
lasciarono Orkney con dodici vascelli. Navigarono per le isole Faroer,
l'Islanda e la Groenlandia fino alla Nuova Scozia e la Nuova Inghilterra.
Questa è la storia del resoconto degli Zeno, un documento che
registra e traccia i viaggi e le esplorazioni del principe Enrico
Sinclair con i suoi compagni nel Nuovo Mondo, novantaquattro anni
prima che Cristoforo Colombo effettuasse il suo epico viaggio. Il
principe Enrico Sinclair nacque nel 1345 nel castello di Rosslyn,
ed era discendente dei Saint Clair / Gisors, una famiglia normanna
che nel XII secolo ottenne la baronia di Rosslyn, nel Midlothian,
in Scozia. Il principe Enrico nel 1379 si guadagnò anche la
contea di Orkney. La contea comprendeva Shetland, le isole Faroer
e probabilmente anche l'Islanda. Complessivamente circa duecento isole
del Nord Atlantico. Nel corso del rapido declino dell'influenza europea
dei Cavalieri Templari, molti Templari si rifugiarono in Scozia, dove
ottennero protezione dall'ordine di soppressione, emanato dal sovrano
francese Filippo il Bello, appoggiato dal pontefice Clemente V. L'ordine
di soppressione costrinse i Cavalieri Templari sia ad organizzare
nuovi ordini, come gli "Ospitalieri" ed i "Cavalieri
di Santiago", sia a cercare rifugio in altri paesi. Venne loro
offerta protezione in Scozia da Robert Bruce, che s'era rifiutato
di obbedire all'ordine di soppressione, dato che comunque era già
stato scomunicato dalla Chiesa per l'uccisione di Giovanni Comyn,
detto il Rosso. La famiglia Sinclair aveva fatto parte dei Templari
fin dal 1118, e mentre Bruce era Sovrano Gran Maestro dell'Arte e
delle Corporazioni, Sir Guglielmo Sinclair (padre di Enrico) era Gran
Maestro Ereditario. Sir Guglielmo morì in Spagna mentre tentava
di trasportare il cuore di Bruce in Terrasanta. Il principe Enrico
nel 1365 si associò alla crociata di re Pietro, e mentre si
trovava a Venezia, incontrò la famosa famiglia Zeno. I Veneziani
erano i vincitori di questa campagna, ma i loro porti della regione
erano chiusi dai nemici. Questa potrebbe essere stata la ragione per
cui Antonio e Nicola si unirono al principe Enrico. I cittadini di
Venezia erano commercianti, e con i loro porti chiusi, era necessario
e vitale aprire nuove vie di commercio. Nel 1391 Nicola si recò
a Orkney da dove, immediatamente dopo, invitò il fratello Antonio
a raggiungerlo. All'età di 53 anni, il principe Enrico navigò
verso occidente da Orkney all'Islanda, ma mentre stavano là
erano impossibilitati a procurarsi provviste, il resoconto degli Zeno
spiega: "Vennero correndo verso la costa, ed attaccarono i nostri
uomini con lance e frecce, cosicché molti furono uccisi e parecchi
feriti. Anche se facemmo loro segni di pace, fu tutto inutile. Quando
Zichmni (Sinclair) si rese conto di non poterci fare alcunché,
comprese che la flotta sarebbe stata presto priva di provviste se
avesse insistito nel suo tentativo. Così sfruttò un
vento favorevole per navigare per sei giorni verso occidente, ma allorché
il vento soffiò verso sud-ovest ed il mare divenne agitato,
navigammo per quattro giorni spinti dal vento. Fu allora che scoprimmo
la terra. C'era alta marea, non sapevamo che terra fosse, ed eravamo
timorosi di tentare lo sbarco. Ma grazie a Dio il vento si calmò,
e sopraggiunse una grande quiete. Alcuni membri dell'equipaggio sbarcarono
con una scialuppa, per ritornare presto a riferire d'aver trovato
una terra splendida ed un ancor migliore porto, ed in distanza scorgemmo
un'alta montagna da cui usciva del fumo". Questa terra è
ora identificata come la Nuova Scozia. Il resoconto continua: "Dopo
otto giorni i cento soldati ritornarono per riferire che avevano attraversato
l'isola e scalato la montagna. Il fumo veniva fuori naturalmente da
un gran fuoco in fondo ad una collina, e là c'era una specie
di sorgente da cui usciva qualcosa simile a pece infuocata che rotolava
in mare, e c'era una gran moltitudine di gente". Il resoconto
descrive una "sorgente di pece infuocata al fondo della collina".
Questa è stata identificata nel Monte Adams, che si trova nei
pressi di Stellerton. Il principe Enrico ed i suoi compagni divennero
amici delle genti della locale nazione sconosciuta e, per almeno un
anno, esplorarono gran parte della costa nord-est del Nord America.
C'è
traccia di questo in una pietra scolpita con l'effigie di Sir Giacomo
Gunn che è stata datata dagli archeologi nel tardo XIV secolo.
Questo intaglio si trova a Westford, nel Massachusetts. Il principe
Enrico fu poi assassinato nel 1404, appena ritornato ad Orkney, da
alcuni membri della Lega Anseatica della Germania settentrionale,
rivali per quelle aree commerciali. I viaggi e le relative relazioni
vennero quindi temporaneamente sospesi, dato che il figlio del principe
Enrico (anch'egli di nome Enrico) venne arrestato ed imprigionato
in Inghilterra. Senonchè la figlia di Enrico, Elisabetta, riferì
la storia al figlio Giovanni, che la ripeté ai suoi parenti.
Una di questi era la moglie di Cristoforo Colombo. Il resoconto degli
Zeno venne finalmente pubblicato nel 1558. Il resoconto degli Zeno
comprendeva anche la mappa nord atlantica degli Zeno. La parte orientale
della mappa riporta i profili della Svezia, della Norvegia e della
Danimarca. La Groenlandia (chiamata Engronelant) è indicata
con profili di monti permanenti. L'Islanda è riportata tra
la Norvegia e la Groenlandia. Il nord della Scozia è collocata
nell'angolo inferiore destro. L'area diamantata indicata al centro
pare indichi pomice fluttuante proveniente da un'eruzione vulcanica
dell'Islanda. Nell'angolo inferiore sinistro è indicata l'area
della Nuova Scozia. Sono anche riportate diverse isole, tra cui Estland,
Podalida, Estotiland, Icarai e la nostra famosissima Frisland. La
ragione per cui queste isole siano state erroneamente indicate resta
un mistero. La mappa degli Zeno fu pubblicata in prima edizione in
Venezia nel 1561 dalla "Geographia" di Girolamo Ruscelli.
(Mappe delle Tre Colonne). (fig.2)
Ecco, questa è la storia della scoperta di queste terre fantastiche,
che sono assurte alla glora effimera della cartografia rinascimentale,
per poi scomparire con l'avvento dell'Era dei Lumi!
La storia raccontata da Nicolò Zeno è, allo stesso tempo,
difficile a credersi quanto difficile da non credere per tutti i particolari
riportati. Non solo ma, essendo Nicolò, persona assai rispettabile,
non si capisce ragione del perchè avrebbe voluto raccontare
una storia assolutamente falsa. Certo che tutto ciò meriterebbe
una indagine molto più che approfondita da parte delle scienze
che si occupano di questi temi. Chissà che non vengano alla
luce fatti nuovi, adatto a riportare "in vita" l'isola di
Frisland per collocarla in maniera stabile non solo nella Geografia
ma anche nella Storia.
C'è anche chi ha, recentemente, intrapreso un viaggio alla
riscoperta delle antiche rotte che portarono i fratelli Zeno in quelle
lande fantastiche per rivivere quelle antiche emozioni.
Qui sotto riporto un articolo tratto che descrive l'avventura di questi
moderni navigatori
Sulle rotte degli antichi mercanti Veneti: Laura Zolo protagonista
di un viaggio d’altri tempi.
Il
desiderio di vedere il mondo che ha animato i fratelli Zeno, mercanti
e navigatori veneziani del quattordicesimo secolo, è lo stesso
proposito di Laura Zolo. Con una barca a vela di piccole dimensioni,
il "7 Roses", Laura e il suo equipaggio ripercorreranno
da Venezia la probabile rotta di Antonio e Nicolò, che, forse,
scoprirono il Nuovo Mondo prima di Cristoforo Colombo.(fig.3)
Era l’anno 1390 quando, costruita ed armata una nave, Nicolò
Zeno partì con il suo equipaggio da Venezia. Percorse i nostri
mari e, lasciato lo Stretto che ne segna i confini, navigò,
sempre tenendosi verso tramontana. Vide terre, scogli e Oceano infinito,
tempeste e calme di vento. Molti giorni e molti altri ancora passarono...
Da seicento anni la storia dei fratelli Zeno è oggetto di controverse
teorie, studi e dibattiti. Talvolta accettata come grande impresa,
talvolta vista come favola. Il più delle volte dimenticata,
così come tante importanti scoperte ed esplorazioni che fanno
parte della trascurata storia marittima italiana.
Il fascino di quel viaggio avventuroso ha catturato l'attenzione di
Laura Zolo, originaria dell’isola d’Elba. Appassionata
di mare, vela e storia marittima, trascorre abitualmente undici mesi
l'anno navigando, in compagnia solo dei suoi due cani. L'idea di seguire
l'antica rotta dei ghiacci, da Venezia alla Nova Scotia, è
nata durante un viaggio di ritorno dalle isole Shetland. Deviata la
rotta per l'arrivo di una burrasca, Laura si ritrovò a Kirkwall,
capitale delle Orcadi.
La città deserta e quella fredda domenica settembrina la invogliarono
a leggere delle riviste davanti ad una bella tazza di caffè
bollente. In una rivista, "Islander 1998", una pubblicazione
annuale di fatti importanti e curiosità delle isole Orcadi,
c’era tra le notizie un titolo stravagante: "E’ questo,
per le Orcadi, il seicentesimo anniversario della scoperta dell’America?"
L’articolo si snodava tra fatti storici, azioni e nomi. Proprio
tra quei nomi, uno era italiano, o meglio, veneziano: "Zeno,
il navigatore".
Dalla storia raccontata in vecchi documenti sembra che il Cavaliere
Nicolò, fratello del valoroso "Procuratore e Capitan Generale"
della flotta Veneta Carlo Zeno, dopo la guerra vinta contro i Genovesi,
fece vela alla scoperta di nuove terre. L’Inghilterra ormai
lontana, la nave si trovò in balia di una terribile tempesta
che costrinse l’intero equipaggio allo sbarco su un’isola
sconosciuta. Attaccati da isolani agguerriti, Nicolò e i suoi
marinai vennero risparmiati solamente grazie all’intervento
di un Principe con la sua armata. Henry Sinclair, Signore delle Orkney
e Cavaliere del Tempio, mise a loro disposizione terre, navi e ricchezze
in cambio di informazioni sulla navigazione e sulla guerra. Da quel
momento, marinai coraggiosi e uomini di valore come Nicolò
ed i suoi fratelli, che lo raggiunsero dopo qualche tempo, rimasero
fedeli al regnante. Insieme riuscirono ad approdare nel 1398 in quella
terra che ricerche e studi moderni identificano nella Nova Scotia.
Studi lunghi e approfonditi di storici europei ed americani stanno
portando alla luce nuove prove, nuovi indizi e affascinanti teorie.
Particolarmente impegnata in ciò è la "Henry Sinclair
Society of North America" venuta a conoscenza del progetto di
Laura tramite un articolo scritto sull’Orcadian, un periodico
scozzese.
Con il supporto di studiosi, storici, esperti e discendenti della
famiglia Sinclair, l’associazione ha prodotto documentari, organizzato
una conferenza nel 1997 ed eretto, in Nova Scotia, un monumento commemorativo
a Henry Sinclair e Zeno. Grazie alla loro collaborazione ed all’approfondimento
dell'argomento, tra archivi e biblioteche, ha preso così corpo
il "progetto Zeno" presentato al Collegio Navale Morosini
di Venezia, il luogo dove da lunga tradizione si formano i giovani
ad amare e conoscere il mare. Erano presenti alla cerimonia anche
Nicolò Zeno, omonimo discendente dell'antico navigatore veneziano
al quale è dedicata la traversata, e Niven Sinclair, pronipote
del citato Henry.
Il "7 Roses", un'imbarcazione di soli dodici metri recuperata
a Capo Verde come relitto e risistemata pezzo per pezzo da Laura,
è già ormeggiata a Venezia, vicino ai giardini della
Biennale. La velista italiana, insieme a Jack Lamminian, lascerà,
i primi giorni di gennaio, le protette acque della laguna veneta per
raggiungere Gibilterra e, da lì, il Nuovo Mondo seguendo le
rotte dei ghiacci. Il percorso sarà lungo e difficoltoso tra
venti e correnti contrarie e il freddo mare del Labrador, fino all'arrivo
in Nova Scotia. Tra Venezia e le Orcadi sono previsti numerosi scali
legati da un interesse storico, alle antiche rotte commerciali del
quattordicesimo secolo ed ai viaggi di esplorazione dell’epoca.
La data della partenza, gennaio 2000, è una data simbolica
come simbolico è il valore dell'impresa, patrocinata dal Comune
di Venezia.
L'obiettivo del viaggio, secondo quanto affermato dalla stessa navigatrice,
è di ridare il giusto valore a chi è stato ingiustamente
dimenticato: è un omaggio ai fratelli Zeno, ma anche ai tanti
valorosi e ignorati uomini di mare provenienti dalla nostra Italia.
Grazie al loro coraggio si sono spostati i confini del nostro mondo
al di là dell'orizzonte.