La
prima ipotesi, circa i presunti
“tesori”
nascosti a Rennes-le-Château,
riguarda la popolazione barbarica
dei Visigoti che, dalla zona a
nord del Mar Nero, giunse, spinta
dagli Unni, nei territori dell’Impero
romano tra il quarto e quinto
secolo d.C. (Fig.24).
Dopo aver saccheggiato Roma nel
410 d.C. (guidati dal loro Re
Alarico), si spinsero sino a Reggio
Calabria nel vano tentativo di
salpare per l’Africa ma
una tempesta ne distrusse la flotta.
Ripercorsa allora l’Italia
a ritroso (Alarico morì
proprio a Cosenza nel 410 d.C.),
arrivarono a stanziarsi (guidati
dal nuovo sovrano Ataulfo) nell’odierna
Linguadoca e nella parte meridionale
della penisola iberica (Fig.25).
I Visigoti si appropriarono probabilmente,
nel corso del cosiddetto “Sacco
di Roma” del
410 d.C., dei tesori saccheggiati
dalle legioni di Tito nel 70 d.C.
(ancora oggi visibili nelle raffigurazioni
presenti sullo stesso arco di
Tito a Roma) ai danni del tempio
di Gerusalemme (successivamente
raso al suolo), dopo che nel 66
d.C. la Palestina era insorta
contro i romani.
Questo leggendario tesoro avrebbe
potuto essere successivamente
nascosto nella zona attorno a
Rennes-le-Château.
Rennes-le-Château
ai tempi della dominazione visigotica
Rennes
al tempo dei Visigoti era una
roccaforte di circa 30.000 abitanti,
una cittadella fortificata con
un impianto urbano che si estendeva
dalla sommità (roccaforte
difensiva) sino alla base della
collina, ben diversamente dal
piccolo villaggio che possiamo
visitare oggi (fig.26).
Ai tempi dei visigoti Rennes-le-Château
rivaleggiava in grandezza ed estensione
con la vicina Carcassonne, anch’essa
fondata dai Visigoti.
La cittadella fortificata di Rennes
aveva, in epoca visigotica, due
accessi: uno a est sulla campagna
e uno a sud, sull’abitato
che si estendeva esternamente
rispetto alla cerchia difensiva
di mura. L’accesso a est
presentava un portale di notevole
fattura artistica, secondo i più
rigidi dettami dell’arte
visigotica, successivamente demolito
(sconsideratamente) agli inizi
del ‘900.
Uno studio tramite fotogrammetria
aerea ha evidenziato inoltre la
presenza di un mausoleo reale
risalente proprio ai Visigoti,
ai piedi della collina dove oggi
sorge la moderna Rennes-le-Château.
Questo a conferma che il sottosuolo
di Rennes è ancora oggi
molto ricco dal punto di vista
archeologico…
Un’altra curiosità
riguardo ai Visigoti è
incentrata sulle credenze religiose
professate da questa popolazione
di origine Orientale.
I Visigoti importarono infatti
in Linguadoca una delle prime
dottrine religiose bollate come
eretiche dal concilio di Nicea
del 325 d.C. , ovvero l’Arianesimo.
Questa culto negava la consustanzialità
del Padre col Figlio (posto, per
così dire, in una posizione
di inferiorità rispetto
al Padre) creando di fatto i presupposti
per il successivo attecchimento
dell’eresia albigese (derivata,
quest’ultima, dal manicheismo
mediorientale, che considerava
Gesù Cristo come un semplice
profeta, al pari di Budda, Zoroastro
e Mani).
I Visigoti, dal punto di vista
storico, dovettero in seguito
soccombere a fronte dei Merovingi
(di fede cattolica), la prima
dinastia Franca proveniente dal
nord della Francia: Alarico II
venne infatti sconfitto nel 507
d.C. vicino Poitiers da Clodoveo,
Re dei Franchi. Una rovinosa sconfitta
che pose le basi per il progressivo
declino della civiltà visigotica.
Da questo momento, infatti, i
Visigoti diedero inizio ad un
progressivo ripiegamento verso
la Spagna settentrionale (mentre
la nobiltà visigotica iniziava
a convertirsi al cattolicesimo
abbandonando così l’eresia
ariana), sino a soccombere definitivamente
agli inizi del ‘700 a causa
delle invasioni arabe.