Come
già scritto nella premessa, dopo l’esperienza del romanzo
storico “SHARDANA”, abbiamo pensato che fosse giunto il
momento di raccogliere tutto il materiale riguardante “I Popoli
del Mare” e i Shardana in particolare, catalogarlo e scrivere
un “saggio” su questa pagina importantissima della Storia
del Mediterraneo, che toccò anche i mari del Nord e in particolare
il Baltico. Vogliamo però avvisare il lettore che il nostro
modo di raccontare le cose esce un po’ dai canoni tradizionali
del saggio storico. Preferiamo cioè un linguaggio più
spontaneo e meno tecnico. Questo potrà non piacere agli “adetti
ai lavori”, ce ne dispiace un poco, ma preferiamo che quanto
abbiamo da dire sia piuttosto accessibile a tutti. Anche gli argomenti
trattati ci portano fuori dai famosi canoni per alcune “rivelazioni”
che stravolgono quanto fino ad oggi la Storia Classica ci ha propinato.
Raccontare che popoli oggi sottomessi (vedi i Phelets-Palestinesi,
gli stessi Shardana e Washasha...) un tempo dominarono il mondo conosciuto
per più di un millennio, distruggendo imperi e città..
raccontare dei collegamenti con l’Esodo, la tribù perduta
di Dan, Mosè... raccontare che lo stesso Mosè non era
Ebreo... porta il lettore a credere che trattesi piuttosto di un lavoro
di pura fantasia. Eppure tutto è regolarmente documentato da
citazioni di Testi e Autori al di sopra d’ogni sospetto: Erodoto,
Diodoro Siculo, Strabone, Pausania, Festo, Solino, Tito Livio, I Testi
Egizi, i Papiri di Harris, gli scritti di Wilbour, il Poema di Pentaur,
Freud, la stele di Meneptah, i bassorilievi di Luxor e Karnak, Medineth
Abu (Fig.3)...
Qui
parliamo in particolare dei Shardana. La provenienza di questo
popolo dall’Asia Minore, ormai accettata dalla maggioranza degli
studiosi, è quanto si sostiene nel libro “Shardana:
I Popoli del Mare”, con alcuni distinguo. La loro origine
dalla città di Sardi, la capitale della Lydia patria del leggendario
Creso, sarebbe l’ipotesi più logica visto l’affinità
dei due nomi e, aggiungiamo, anche per un’abitudine mai persa
degli studiosi nostrani e non, di considerare la Storia Sarda piuttosto
recente. Crediamo però più attendibile la tesi del Carta
Raspi, secondo cui essi proverrebbero dall’Asia Minore molti
anni prima della fondazione di Sardi stessa. Sorvolando per ora sul
fatto che anch’egli insiste in ogni caso nel precisare la loro
origine anatolica, notiamo che a dargli un notevole contributo sono
alcuni documenti, soprattutto di fonte Egizia. Vi si parla a più
riprese dei Popoli del Mare e degli Shardana in particolare, già
dai tempi di Amenophis I (1557 - 1530 a.C.) e Amenophis III e di Tuthmosis
III (intorno al 1400 a.C.). Di loro parlano ampiamente le iscrizioni
nel tempio rupestre di Abu Simbel, in quello di Karnak e di Medinet
Habu, i papiri di Harris e gli scritti di Wilbour... Ma la tesi di
Sardi come patria d’origine diventa insostenibile se si pensa
che Sardi, per logica, sarebbe stata distrutta insieme all’Impero
Ittita, dei cui domini faceva parte essendo situata nell’area
d’influenza di Hattusa, durante l’ultima terribile invasione
dei Popoli del Mare intorno al 1200 a.C.. Come avrebbero potuto i
Shardana (che dei Popoli del Mare erano una delle componenti guida)
distruggere la loro città d’origine? Non risulta, infatti,
nessuna città risparmiata dalla furia devastatrice di tale
immane invasione (con l’eccezione di Atene). Inoltre non bisogna
dimenticare che la data di tale avvenimento è precedente di
due secoli alla stessa fondazione di Sardi (intorno al 1000 a.C.).
La teoria che darebbe origini da Sardi è proclamata da alcuni
studiosi che fanno riferimento a Erodoto, il quale riporta un episodio
del tempo del faraone Psammetico. Riferendosi ai mercenari
Cari e Joni inviati da Cige re di Sardi, lo storico scriveva: “erano
i primi uomini di lingua straniera a installarsi in quel paese”
(Erodoto: II, 154). Collegando il fatto ai mercenari shardana al soldo
dei faraoni, i nostri studiosi sostengono che Erodoto intendeva riferirsi
al periodo di Seti I (circa XIV secolo a.C.). Perché? Perché
molti sarcofaghi e utensili greci sono stati trovati nel Delta spesso
insieme agli oggetti della XIX dinastia e poiché in questo
periodo formazioni di mercenari Shardana erano al servizio di Seti
il grande… i Shardana vengono da Sardis! Interessante teoria.
Peccato che, per far quadrare il cerchio, sia prima necessario dare
dell’idiota a Erodoto, che avrebbe preso i Greci (Cari e Joni)
per Shardana, e Psammetico per Seti il grande. Ancora Erodoto avrebbe
scambiato il VII secolo col XIV, e inserito Cige e Assurbanipal (il
re assiro contro cui Psammetico impiegò i mercenari greci)
nel periodo storico dei Popoli del Mare, che finirono le loro micidiali
incursioni alla fine del II millennio! Cosa non si fa per negare che
anche Popoli come quello Sardo possano aver avuto un passato illustre
e glorioso. E’ invece molto probabile che questo Popolo abitasse
la Sardegna già dal secondo o addirittura terzo millennio a.C.
Sappiamo ad esempio che il bronzo, di cui i Shardana avevano il monopolio,
era lavorato in Sardegna già a metà del II millennio
in forme artistiche di rara bellezza e che nello stesso periodo furono
conquistate la Corsica e le Baleari ad opera di popoli provenienti
dalla Sardegna (1500-1400 a.C).
Gli Egizi danno ai Shardana e ai loro alleati una collocazione geografica
ben precisa, chiamandoli i re delle Isole dell’Occidente,
tale è, infatti, la posizione della Sardegna rispetto all’Egitto,
cosa che invece non risulta per quanto riguarda la città di
Sardi, che oltre al fatto di non essere un’isola, è posta
chiaramente ad Oriente (o almeno a Settentrione). D’altronde
Sardi da un’indagine archeologica condotta in Turchia, risulta
fondata intorno al 1000 a.C., mentre le ultime scoperte avvenute tra
Haifa e Tel-Aviv confermano insediamenti Shardana in Asia Minore già
dal 1150 a.C.. Sardi era inoltre situata a circa 150 km. dal mare
e per un popolo di navigatori e di pirati la cosa risulta alquanto
insolita. Qualcuno potrebbe obiettare che tutto sommato le Isole
dell’Occidente potrebbero essere anche le isole dell’Egeo.
In effetti, Lemno, Creta, Cipro e altre si trovano a Nord-Ovest dell’Egitto
(Più a Nord che Nord-Ovest), ma ricordiamo che gli Egizi aggiungevano
la parola “sconosciuti” ogni volta che parlavano
dei Popoli del Mare, mentre sappiamo che avevano rapporti commerciali
da sempre con le isole dell’Egeo, che quindi conoscevano abbastanza
bene. Riteniamo quindi di poter escludere (almeno in parte, e subito
spieghiamo perché) anche l’ipotesi dell’Egeo e
precisiamo, con l’aiuto degli antichi cronisti, che: Creta fu
occupata dai Popoli del Mare nel 1400 a.C. (Plutarco), ma
già i Shardana avevano conquistato le isole di Lemno
e Imbro, da dove poi passarono in Grecia, rapirono le donne
degli Ateniesi e andarono a Creta dove si governarono da se stessi.
Simonide di Ceo racconta che durante il primo tentativo di
sbarco a Creta, alcuni Sardi furono catturati e condotti a morire
fra le braccia arroventate della statua bronzea di Talo. Essi andarono
incontro alla morte con un beffardo sorriso sulle labbra che egli
chiamò riso sardonico, il sardus gelo di Omero. Deduciamo
che le Isole dell’Egeo, potevano ospitare alcuni componenti
dei Popoli del Mare (la Bibbia dice che i Phelets o Filistei venivano
da Kaftor, Creta) e principalmente degli Eraclidi (Shardana), ma l’originaria
e più importante sede erano le Isole del Mediterraneo Occidentale
(Sardegna, Corsica, Baleari, Sicilia...) perché, se fossero
stati abitanti delle isole dell’Egeo, gli Egizi li avrebbero
chiamati col loro nome e non: i re dei Paesi stranieri oppure:
re delle Isole dell’Occidente. Gli Egizi, come già
precisato, infatti ben conoscevano Greci e Cretesi, avendo con essi
scambi culturali e commerciali abbastanza frequenti. Numerosi documenti
egizi confermano la presenza dei Shardana dai tempi più remoti
ed è parere diffuso che i misteriosi Hyksos, che invasero l’Egitto
intorno al 1700 a.C., siano da identificare con i Popoli del Mare.
Facciamo una datazione storica:
- 2450 (2350): Sargon di Akkad fonda la dinastia Sargonide
(Sardonide-Sandanide? Una dinastia con questo nome esisteva in Lydia).
- 2300-2000: all’incirca in questo periodo, in Mesopotamia,
scoppia una terribile carestia durata più di 300 anni, che
provoca l’emigrazione verso Occidente, (Sardegna compresa?).
Periodo Biblico: In seguito a questi fatti la Tribù
di Abramo esce da Ur dei Caldei e dopo un vagabondare attraverso i
monti della Siria si stabilisce sulle rive del Mar Morto.
- 1800: Stonehenge, tempio megalitico, è costruito da popolazioni
arrivate dall’Asia Minore(?).
- 1700: gli Hiksos, di razza indoeuropea con mescolanze di
razza semitica, invadono l’Egitto. Sono i “Popoli
del Mare”? Nello stesso periodo nelle Baleari accade una
catastrofe che cancella una Civiltà ivi residente e contemporaneamente
avviene la distruzione della prima Civiltà Cretese e,all’incirca
nel 1800-1750, l’incendio di Troia IV (ad opera degli stessi
Popoli del Mare?). Periodo Biblico: Carestia, Ebrei in Egitto,
Giacobbe.
- 1600: Hattusilis fonda l’impero Ittita. Nascita di
Micene (Akwasa, Akaiasa, Achei).
- 1568-1545: Il faraone Amon-Mose (Amasi) caccia gli Hyksos
dall’Egitto.
- 1530-1520: Tuthmosis I (Toth-Mose) sconfigge il Mitanni
e la Siria fra le cui fila militano contingenti Shardana.
- 1500-1400: il bronzo è lavorato in Sardegna con tecniche
già di rara bellezza e perfezione. La Corsica e le Baleari
sono conquistate da un Popolo proveniente dalla Sardegna.
- 1500-1470: L’isola di Thera (Santorini) sparisce in seguito
a un’eruzione vulcanica, comincia la decadenza di Creta.
- 1400: gli Akawasa e i loro alleati distruggono Creta e
l’Impero Minoico (Plutarco). I Shardana conquistano Lemno e
Imbro, passano in Laconia, rapiscono le donne ateniesi, e si stabiliscono
a Creta. Alcuni di loro sono catturati durante il primo sbarco e vengono
condotti a morire fra le braccia arroventate della statua bronzea
di Talo. Essi vanno incontro alla morte ridendo (Simonide di Ceo).
- 1355: ambasciatori dei Popoli del Mare portano doni al faraone Amenophe
IV e alla regina Nefertiti, invitandoli a tornare al
culto dell’Unico Grande Dio (della Grande Dea).
- 1294: battaglia di Qadesh: Ramses II (Ra-Mose)
si salva dall’attacco degli Ittiti con l’aiuto di un contingente
di mercenari Shardana. Altri Shardana combattono al fianco degli Ittiti
stessi, Ramses li chiama Shardana del mare, dal cuore ribelle.
- 1290: un attacco micidiale è portato all’Egitto di
Ramses da parte dei Popoli del Mare.
- 1278: Esodo. Un gruppo numeroso di perseguitati religiosi e alcune
tribù semitiche stanziate ai confini orientali, al comando
di un principe egiziano, forse seguace del culto di Akenathen, lasciano
l’Egitto. Con loro parte probabilmente un contingente numeroso
di mercenari Shardana (Danai) e Tjeker (Teucri) che li difenderanno
nel lungo cammino. Mosè li include nella misteriosa tribù
di Dan. I Tjeker (Teucri) formeranno le tribù di Issacar
e Aser. Ma anche Zabulon appartiene ai Sher-Dana.
- 1250: un’incursione dei Popoli del Mare distrugge Tirinto
e un’altra devasta l’abitato circostante Micene.
- 1235: una grande carestia devasta l’Anatolia in seguito alle
incursioni dei Popoli del Mare, Meneptah invia navi cariche
di grano.
- 1231: Meneptah deve affrontare una guerra con i re libici spalleggiati
da alcune tribù identificate nei Popoli del Mare: Akawasa
(Achei), Thursha (Etruschi), Sakalasa (Siculi),
Wasasha (Corsi?) e Shardana. Questi ultimi provvedono
anche al vettovagliamento e al trasporto truppe via mare.
- 1210: Meneptah ottiene una decisiva vittoria nel deserto
occidentale sui Libu e i loro alleati delle Isole Straniere.
- 1200-1180: l’invasione più devastante e definitiva
dei Popoli del Mare, (durerà probabilmente più
di 50 anni), ai soliti Shardana, Akawasha ecc. si sono aggiunti nel
frattempo Denen, Sakssar, Phelets. Distrutte Ugarit e Corinto, gli
imperi Ittita e Miceneo sono cancellati, intere città sono
rase al suolo e gli abitanti passati a fil di spada (Atene sarà
stranamente risparmiata). I Shardana e i loro alleati si riversano
sull’Asia Minore mettendo tutto a ferro e a fuoco. Lo stesso
Egitto è attaccato (1183), ma Ramses III trova un
accordo con la mediazione dei mercenari shardana al soldo delle truppe
regie. Si vanterà poi di aver sconfitto per la prima volta
i più terribili e fantastici guerrieri del passato.
- 1180: noi preferiamo propendere per una data anteriore di circa
30 anni in cui Troia VII è distrutta da una coalizione di Popoli
venuti da Occidente (Grecia e isole mediterranee), circa nel 1220-1200
a.C.. Effettivamente la datazione delle varie città è
piuttosto incerta, ma crediamo di poterle in parte ricostruire: –
Troia I esisteva nel bronzo antico, intorno al 2700 a.C.
– Troia II venne incendiata nel 2300 a.C. – Troia
III, IV e V esistettero dal 2300 al 1700 a.C – Troia
VI, ricca e potente, rinacque dalle loro rovine e venne distrutta
da un terremoto intorno al 1280 a.C. – Troia VII durò
quasi un secolo ed è probabilmente la città di Priamo
cantata da Omero. Il poeta menziona nella sua opera Tjeker
(Teucri) e Liku (Lici) sul fronte troiano, e Akawasa
(Achei) e Danai (Denen, Danuna, Shar-dana), sul fronte greco.
Periodo Biblico: Giudici, insediamento dei Phelets (Filistei)
e Tjeker (Teucri) in Palestina.
- 1100: “l’Onomastico di Amenemope” parla
della presenza in Palestina dei Popoli del Mare e in particolare dei
Pheleset (Filistei), Shardana (Sardi) e Tjeker (Teucri).
- 1080: “Il viaggio di wenamun” definisce la
città di Dor, sulla costa della Palestina, “città
dei Tjekker”.
- 1050: i Phelets colonizzano il territorio che da loro prenderà
il nome di Palestina, si insediano in Gaza, Ashdod, Gath, Ekron, saccheggiano
Shiloh e sconfiggono Saul, re di Israele, nel 1005. Periodo biblico:
i Giudici.
- 1000: fondazione di Sardi e ricostruzione delle città
fenicie, che cominceranno le loro avventure sulle antiche rotte tracciate
dai Popoli del Mare, fondando nuove colonie.
- 945: un generale dei mercenari Libu (Libici) appartenente
ai Popoli del Mare, Shesonk, si impadronisce del trono in
Egitto e fonda la XXII dinastia. I mercenari Shardana sono schierati
coi Libu.
- 900: i Lidi (una parte della popolazione), governati dagli
Eraclidi, sbarcano in Italia e si uniscono agli Umbri (Erodoto)
- I loro lucumoni sono designati fra i dignitari Sardi (Strabone),
Reges soliti sunt esse Etruscorum, qui Sardi appellantur (Festo).
- 814: fondazione di Cartagine ad opera di colonizzatori
provenienti da Tyro in Fenicia.
- 753: Roma è fondata a opera di un gruppo di giovani
pastori, fra cui Romolo che ne sarà il primo leggendario Re.
- 685: Gyge si impadronisce del potere in Lydia, uccidendo Candaule
l’ultimo dei re Eraclidi (Erodoto).
- 616-509: Roma è sottomessa e governata da re Etruschi (Thursha,
Tirreni).
- 540: Malco, generale cartaginese, sbarcato in Sardegna
con un potente esercito di 80.000 uomini è sconfitto in battaglia
campale da un esercito sardo. Nello stesso periodo avviene la battaglia
navale nel Mare Sardo tra gli abitanti di Aleria (Alalia),
colonia greca in Corsica, e la flotta etrusca di 60 navi, rinforzata
con altre 60 navi cartaginesi.
- 530: Tartesso è distrutta dai Cartaginesi.
- 480: Asdrubale e Amilcare, figli di Magone,
sbarcano in Sardegna con un potente esercito. Asdrubale muore in combattimento
(Giustino).
- 350: Saccheggio di Roma da parte dei Celti (Keltoi, Galli,
Galati), la loro origine era, secondo Erodoto, nell’alto Danubio.
- 325: Un’ambasciata dei Sardi a Babilonia fa doni ad Alessandro
Magno (Giustino). E’ un segno di una sovranità dei
Sardi ancora esistente in Sardegna, nonostante la presenza di Cartagine.
- 279: Sacco di Delfi da parte dei Celti (Galli) comandati da Brenno
(omonimo del distruttore di Roma).
- 215: Le città shardana, guidate da Cornus il cui
“giudice” era Ampsicora, attaccano le
legioni romane di stanza a Karalis. Ad esse si uniscono i Sardi
Pelliti, fra cui Ilienses e Balari, mentre i Gallilenses,
abitatori della Marmilla-Trexenta, depredano continuamente gli eserciti
inviati di rinforzo in Sardegna dal Senato romano .
Dalla
cronologia storica deduciamo quindi che: verso il 2.300 a.C. in Asia
Minore succede qualcosa di catastrofico, che costringe un gran numero
di Popolazioni a fuggire. Una parte si muove verso il Nord (Penisola
Anatolica) per proseguire in diverse direzioni, sia per via mare che
per via terra; parte di essi invade il centro dell’Europa (Fig.4).
Risalendo il Dniepr e il Dvina (il porto dei Boristeniti, alla foce
del fiume Boristene, attuale Dniepr, si chiamava Olbia - Erodoto IV:
17/18), alcuni gruppi raggiungono il Baltico (golfo di Riga) e si
insediano nella penisola Scandinava, Isole Frisone, Danimarca e Irlanda,
altri seguono il percorso del Danubio (notare la radice DN in tutti
questi toponimi), dando origine alle tribù celtiche (Celti,
Galli, Galati, Caldei?). Un altro grande gruppo (Abramo?) si insedia
in parte sulle rive del Mar Morto e in parte, a bordo di veloci navigli,
volgono verso il Mediterraneo Occidentale e si installano nelle isole
maggiori, nelle coste iberiche e nel Nord Africa, da questi luoghi
partiranno poi per le loro scorrerie che toccheranno anche e soprattutto
l’Egitto.
Ma cosa era accaduto di tanto catastrofico da costringere un popolo,
allora all’apice del suo splendore, a fuggire in cerca di altre
terre più ospitali? Una recente scoperta fatta dal geologo
Sharad Master, dell’università di Witwatersrand
(Sudafrica) di un cratere di 3,4 km. di diametro, situato alla confluenza
del Tigri con l’Eufrate, sta proponendo la soluzione “Diluvio”.
Secondo quanto asserito dal geologo, si tratterebbe del cratere scavato
dalla caduta di un meteorite, precipitato sulla Terra intorno al 2300
a.C., il cui impatto fu catastrofico. Paragonato a decine di migliaia
di bombe atomiche. L’impatto scosse tutto il Pianeta, provocando
un’onda gigantesca che avrebbe sommerso tutto. I detriti sollevati
in aria oscurarono il sole, facendo scendere la temperatura sotto
lo zero e provocando siccità e desertificazione. Pur accettando
la tesi sostenuta dal prof. Sharad Master sulla causa che provocò
il Diluvio (Quello universale), pensiamo che questo avvenne molto
tempo prima e che la catastrofe avvenuta in Mesopotamia durante l’impero
di Sargon, non fu di quelle proporzioni; semplicemente perché,
fino al 2000 a.C., periodo della migrazione, esisteva ancora una dinastia
regnante storicamente documentata. Le città sumeriche avevano,
infatti, ripreso il potere, cacciando i re Semiti della dinastia di
Sargon. L’avvento della III dinastia di Ur, città egemone,
è datata 2124 a.C. e del primo sovrano abbiamo anche il nome:
Urnammu. E’ il periodo biblico di Abramo, il quale
“uscì da Ur dei Caldei (Keltoi-Celti?)”,
forse proprio per il ritorno al potere dei Sumeri. Abramo era, infatti,
un Semita. Comunque carestia ci fu, senza dubbio, e tracce geologiche
di una grande siccità sono state scoperte, anche grazie agli
studi di Harvey Weiss, dell’università di Yale
(USA), mentre recenti studi sui sedimenti dei fondali del Golfo di
Oman hanno dato risultati sorprendenti sulla concentrazione di minerali
del Bronzo Antico tipici di ambienti desertici, almeno di sei volte
maggiore del normale.
Tornando ai sovrani egizi, essi descrivevano di volta in volta i Shardana
come alleati o come terribili nemici, chiamandoli i re delle isole
che sono nel cuore del Gran Mare - I capi dei paesi stranieri - Shardana
n. p. iam (Shardana del mare) - venuti dalle isole e dalla terra ferma
posta sul grande cerchio d’acqua (Ramses II). E ancora: venuti
dal nono arco (52°-56° parallelo) e dall’Isola Basileia,
alta, con rocce rosse, bianche e nere, ricca di rame”.
Facciamo notare che, per chi sbarcasse sulle coste orientali sarde,
nel golfo di Orosei, troverebbe sicuramente una costa alta a strapiombo
sul mare, con rocce di granito rosso, bianco e nero. Inoltre sappiamo
che la Sardegna è ricca di miniere di rame. Mentre il riferimento
al nono arco è chiaramente rivolto agli alleati Danuna
(o Danen) e ai Saksar (Sassoni?), probabili abitatori dei
paesi nordici, chiamati dai Greci col nome di Iperborei. O addirittura
agli stessi Sher-Dana: Le isole del Mare del Nord erano,
infatti, abitate dai Tuatha de Danan, letteralmente “Figli
di Dan” o “Tribù di Dan”, quindi
Sher-Dan. A più riprese i Shardana, a capo di una coalizione
conosciuta nell’antichità col nome di Popoli del Mare,
assalirono e devastarono i territori del Mediterraneo orientale e
l’Egitto stesso. L’ultima invasione, la più terribile,
annientò l’impero Ittita e quello Micenèo, rase
al suolo Ugarit e Micene, Biblos e Tirinto, invase la Laconia e dilagò
nell’Asia Minore, tutto bruciando e distruggendo, mentre una
parte della flotta con a capo gli stessi Shardana piombò sul
Delta con la chiara intenzione di invadere anche l’Egitto. Ramesse
III li affrontò, riuscendo a fermarli e convincendoli a desistere,
anche per il probabile intervento di mediazione dei mercenari che
militavano da tempo agli ordini dei faraoni. Dopo questa invasione
alcuni gruppi si stabilirono nelle terre conquistate: Shardana, Akwasha,
Phelets e Tjeker si stabilirono in Libano e in Palestina, a Cipro
e a Creta, in Laconia e in Anatolia, dove intorno all’anno 1000
a.C. fondarono Sardi. Un gruppo si stabilì sul Delta, fondando
città e creando fortificazioni per conto dei faraoni. Un altro
contingente tornò nelle città Sarde carico di bottino,
mentre i Tursha si insediarono in Lydia, da dove partirono poi per
l’odierna Toscana in seguito a una carestia intorno al 900 a.C.,
estendendosi poi a Umbria e Lazio e dividendo coi Shardana le zone
d’influenza del Mediterraneo. Essi diedero il loro nome al mare
a Oriente della Sardegna, mentre i Shardana continuavano i loro traffici
a Occidente, nel mare che ancora oggi prende il loro nome. Finché
i Shardana detennero il monopolio del commercio del bronzo, i Tursha
ebbero un atteggiamento quasi di sudditanza, accettando persino il
fatto che i loro re fossero scelti fra i dignitari Sardi. In seguito,
con la diffusione del ferro, gli equilibri cambiarono e le città
sarde cominciarono un lento, ma inesorabile declino.