L’ECO DI BERGAMO 17 Aprile 1950
Interessante domanda d’uno studioso bergamasco. PERCHE’ NON ATTERRANO I DISCHI VOLANTI?
L’applicazione della teoria scientifica non sarebbe, in questo campo, che ai primi passi – Scarse ancora le possibilità del volo interplanetario – Nessuna influenza sulle condizioni metereologiche.
Nostra intervista con lo studioso concittadino ing. MARCO TODESCHINI, che fin dal 1923 si occupa a fondo dei principi aeropropulsivi.
Nella ridda delle ipotesi che si fanno a proposito dei dischi
volanti, abbiamo voluto interpellare, a nostra volta, una fonte
molto qualificata, anche perché a quanto si dice da qualcuno,
un esemplare singolare di dischi sarebbe stato avvistato l’altro
giorno ad Alzano, in forma di luna piena. Ci siamo rivolti perciò
al noto studioso di fisica concittadino ing. Marco Todeschini,
al quale abbiamo posto poche domande, cercando d’interpretare
soprattutto la curiosità comune, più che di fare
una analisi scientifica.
E l’ing. Todeschini ha cortesemente acconsentito a scendere
su questo piano della curiosità del pubblico e ci ha gentilmente
risposto:
- si dice che dei dischi volanti abbiano solcato il cielo bergamasco,
apparendo in forma di luna piena e luminosi. Qual è la
sua opinione in merito?
- Io non li ho visti perché non mi trovavo sul posto. Ritengo
però possibile che dischi siano apparsi, come sono apparsi
in altre località.
- Trova che questi dischi abbiano una giustificazione scientifica
secondo lei, e quale sarebbe?
- Io ritengo tecnicamente possibile la costruzione di dischi volanti
anche intesi come pianeti meccanici artificialmente creati e moventesi
nello spazio. In proposito le dirò che negli anni 1923
e 1929 io feci una serie di progetti sui dischi volanti che furono
brevettati e consegnati al Ministero dell’Aeronautica. Sistemi
di sollevamento a propulsione a masse rototraslanti. I principi
sui quali essi sono basati sono stati da me esposti e ampiamente
spiegati nel mio volume “La teoria delle apparenze”.
Devo poi aggiungere che il principio sul quale è basato
il sistema del disco volante è la minima delle numerose
applicazioni pratiche che i competenti possono trarre dalla suddetta
teoria.
- Ritiene lei possibile una base scientifica alla tesi secondo
secondo la quale potrebbero trattarsi di ordigni provenienti da
fonti extraterrestri?
- Si è sospettato che essi escano dai cantieri nascosti
delle più potenti nazioni che si contendono il dominio
del mondo. Ma gli Stati Uniti smentiscono, la Russia tace e nessuna
delle altre nazioni dichiara la paternità di questi mezzi,
così che si è anche pensato alla possibilità
che essi provengano dal pianeta Marte nonostante la innumerevole
serie di ardui problemi che presenta il volo interplanetario.
Comunque, anche ammettendo questa ipotesi sorge però la
domanda: perché non atterrano? Sono passati quasi 3 anni
dalla prima apparizione dei dischi volanti. Questo interrogativo
fa pensare che i dischi provengano da qualche ignota località
del nostro globo. D’altra parte dobbiamo ricordare che l’ex
ministro Belluzzi ha svelato che durante quest’ultima guerra
modelli di dischi volanti furono costruiti in Italia e in Germania.
- Circa le voci secondo le quali questi ordigni rivoluzionerebbero
l’ordine meteorologico della terra, che cosa può
dirci, infine ingegnere?
- Non ritengo che i dischi volanti abbiano da rivoluzionare l’ordine
meteorologico. A meno che questi ordigni fossero in rilevante
quantità carichi di bombe atomiche e dovessero esplodere.
Da questa breve intervista con l’ing, Todeschini
ci sembra utile rilevare, da parte nostra, anzitutto l’interesse
che potrebbe suscitare, e non solo nel mondo dei profani ai problemi
scientifici, l’acuta domanda che egli si è posta:
perché non atterrano questi dischi volanti? È un
interrogativo che ha tutta l’aria di aprire un immenso campo
di nuove congetture e di prospettive sul problema del giorno.
Un’altra non meno importante questione è posta sul
tappeto dall’ing. Todeschini, dalla sua affermazione secondo
la quale i dischi volanti non rappresenterebbero che “la
minima applicazione” finora fatta dei principi aeropropulsivi
scoperti dalla aerodinamica. Il che lascia supporre che il più
bello, conseguentemente, ha ancora da venire.
Al che non possiamo che concludere con lo slogan: chi vivrà
vedrà.