IL GIORNALE DEL POPOLO 23 Settembre 1949


Apocalisse scientifica dei tempi nuovi

La Teoria delle apparenze dello scienziato bergamasco Marco Todeschini

Siamo particolarmente lieti di pubblicare questo esauriente, documentato articolo del dott. Misto, che verrà a porre nella luce valida che gli compete l’opera dello scienziato bergamasco Ing. Todeschini.

Nel momento in cui dozzine di scienziati si riuniscono in America nel tentativo di realizzare in urgente sentita necessità di un indirizzo unitario della Scienza, sprofondata nel cratere metafisico della bomba atomica, uno scienziato italiano, il dott. Ing. Marco Todeschini, bergamasco, raccoglie e porge il risultato delle sue trentennali meditazioni con una opera colossale che precede nel tempo e raggiunge lo scopo che solamente ora si sono preposti quei valenti scienziati, stabilendo così alla nostra Patria la netta ed incontrastabile priorità della scoperta di una nuova scienza, madre di tutte le altre, della scienza unitaria dell’Universo: la Psicobiofisica.
La Teoria delle Apparenze esposta in un bel volume di mille pagine, testè edito per i tipi dell’Istituto Italiano d’Arti Grafiche di Bergamo, supera, infatti, e va oltre ogni ragionevole aspettativa.
La trentennale immane fatica dell’”isolato” scienziato italiano, mentre realizza, nella più ortodossa forma scientifica, quell’unità della Natura, nobilmente perseguita dai più ardenti filosofi dell’antichità, mostra pure le antitesi che hanno, in dozzine di secoli, creato la babele scientifica, fino all’attuale, sconcertante, deflagrazione della bomba atomica.
L’altissimo fungo dell’esplosione dell’”atomica” si staglia infatti nella realtà oggettiva dello spazio fisico, enorme, persistente come un interrogativo senza risposta, come una ironica diabolica interiezione.
Non sanno, infatti, gli stessi fisici spiegarsi e razionalmente spiegare cosa sia un atomo. Essi denunciano, con le loro imbarazzate esitazioni, gli insospettati contrasti che sono alla base del vastissimo, ma diviso, edificio scientifico contemporaneo.
Todeschini risolve tale antitesi, ricostruisce, edifica.
Senza smarrimenti procede nella foresta immensa del sapere umano, raggiungendo quella Sintesi, tanto attesa dagli Spiriti più eletti di tutti i tempi.
Un presagio più grande di quello che mosse le caravelle di Colombo lo guida alla scoperta non di un nuovo mondo inesplorato bensì alla scoperta di tutto l’Universo nella sua inscindibile unità.

Onde, gorghi, vortici vibrazioni, ritmo senza posa è il vasto oceano senza tempo, che tutto l’Universo cinge dall’Atomo alle Galassie: lo Spazio.
Questo dinamismo, che costituisce e di sé sostanzia tutte le forme e tutte le manifestazioni del mondo fisico materiale, solo per le meravigliose sensazioni dell’apparecchio umano sussiste e ci appare dentro.
Forze, luce, suono, odore sapore, calore: tutto ciò che è vita nella sua più completa espressione è tale solo dentro di noi.
Fuori è silenzio e tenebre e movimento sol di spazio che accende nel nostro spirito la luce e i bei colori, che suscita armonie, profumi e gusti vari, il caldo della vita e il freddo della morte e il senso delle forze che reggono l’Universo dal mondo spirituale.
E’ questo deciso rovesciamento todeschiniano di apparenze che, dando crisma di umanità alla Scienza col porre fine ad una non sospettata ma fatale illusione rivela e risolve la sua duplice crisi di deviazione e di isolamento.
L’uomo – questo sconosciuto! – si era come dimenticato. Aveva, con ogni suo senso, riconosciuto alla materia ciò che era ed è , invece, squisita sublimazione del suo spirito, apparenza di realtà esclusiva della sua propria Anima.
Tale errore la incalzante e frettolosa metodologia scientifica aveva sistematicamente trascinato fino al punto di costruire l’assurdo modello della bomba atomica senza sapere ne potere i dati scientifici dell’intima fenomenologia dell’atomo.
E’ soprattutto con l’introduzione dell’uomo – questo rinnegato da se stesso! -, con la sua Anima, cioè con quel suo squisito ed eccezionale complesso spirituale che lo distingue, nella suprema Legge del dinamismo universale, con tutte le conseguenze che ne derivano, che lo spirito creatore di Marco Todeschini risolve la crisi: risponde agli interrogativi, costruisce la Scienza Nuova.. Sintesi della fenomenologia unitaria dell’Universo.
Premessa ed ampiamente dimostrata la riduzione dell’immensa varietà dei fenomeni ad un principio unico (principio unifenomenico del mondo fisico), questo Cercatore penetra, sapientemente illuminato, nei recessi inesplorati del complesso meccanismo del corpo umano, scoprendo e rivelando meravigliose identità, sorprendenti matematiche relazioni biofisiche in ogni fibra, in ogni organo e corpuscolo dell’essere, che sopra un pedale che ogni voce fonde e armonizza, si palesano evocanti lo stesso unico principio spazio-dinamico.
Quello della fisio-neurologia è il capitolo e l’apporto più originale, assolutamente nuovo, che l’opera di Todeschini consacra alla scienza, e che sfocia – inaspettata ma sentita folgorazione – nella illuminata e scientifica esibizione del mondo spirituale.
Qui lo scienziato perviene al vertice della piramide. La Genesi, le pagine di Agostino, quelle di Tommaso ora palpitano la loro essenzialità eterna e luminosa. Non più i cieli si allontanano – “lavagne indecifrate” – nella notte della Materia. Hanno ora le lavagne un fremito anche vocale. Chè dentro il pulpito di questo vortice d’uomo stà, disvelata, la cifra.
Sul frontone del Tempio si palesano gli obliterati segni d’un altro avvento, già scritto, quello del terzo millennio. Buoni auspici.

La Teoria delle Apparenze, che si concreta di ben ottocentotrenta scoperte (quante le invenzioni che ne deriveranno?) non è destinata ad elencarsi nei cataloghi ingialliti delle biblioteche o ad allungar certa barba di bibliografie.
Todeschini ha commesso – olocausto di un’improba trentennale fatica – la formula sommersa dell’Amore a tutti gli uomini di buona volontà perché se ne servano in nome di questa umanità sconfortata da tante aberrazioni. Ed il Suo dono giunge nel momento più sconcertante di una perplessità e di una impotenza di interrogativi senza echi.
Ai fisici, ai chimici, agli elettrotecnici, ai termodinamici, a tutti quelli che si interessano di acustica, ai medici, a tutti gli ingegneri, agli inventori, agli industriali, ai pensatori, ai filosofi, ai poeti. Egli porge il pane sostanziale della conoscenza, per non morire.

Invero Egli si pone a capostipite delle generazioni future che esprimeranno la gioia di un mondo nuovo.
Evangelista di una intelligibile apocalisse scientifica, Egli ha tracciato le inequivocabili traiettorie che legano l’Atomo all’uomo, il Microcosmo al Macrocosmo, nelle curve palesi di una identità che dalle tenebre della Materia si irradia nella umana teleologia, precisando l’avvento di una nuova, migliore umanità, affrancata dagli equivoci, dai compromessi, dalla frode, vibrante nella inscindibile comunione col Cosmo, di cui è parte e sostanza. Il presentimento del Poeta, l’estasi del Santo, il dolore dell’uomo hanno ora una ragione d’essere ed un preciso significato, attraverso una commovente spiegazione scientifica.

Nella matematica, filosofica, umana esibizione todeschiniana ogni affermazione (scoperta) presenta la consacrazione di tutte le possibili prove.
Ivi franano le drammatiche sconcertanti barriere degli accomodamenti ipotetici, dei circoli chiusi, dei “difettivi sillogismi”, degli ermetismi asfittici: antiscientifici. Ivi possiamo ora vederla l’Anima dell’uomo, parte del Tutto nella fenomenologia universale, Attrice essenziale, Messaggera divina nel tabernacolo umano. Una voce è dentro il vortice di ciascun uomo, che sillaba trascendenze d’amore.
I miti si trasfigurano. Formule di sorprendente logicità e di persuasiva conseguenzialità schiudono orizzonti senza fine, prima negati alla più avanzata coscienza scientifica dell’intelligenza umana.
Gli stessi “cieli curvi2 nei quali – inconsapevole carceriere – il supermatematico fervore einsteniano teneva cattivata l’anima del mondo, cadono: muti, inconsistenti, senza fracasso di cristalleria infranta. Chè Todeschini non infrange, non rivoluziona. Egli riforma e porta a termine un evangelo scientifico che “ lungi dal demolire i principi basilari della meccanica classica, riporta ad essa gli scienziati moderni che se n’erano allontanati, dimostrando che i loro brillanti risultati si possono spiegare in basa ad essa, senza ricorrere a quelle oscure ipotesi che hanno causato la crisi della scienza moderna”.

Con La Teoria delle Apparenze l’ingegnere e scienziato italiano Marco Todeschini ha elevato le arcate solide e maestose di un triplice ponte che unisce contemporaneamente le tre isole della Scienza, della Filosofia e della Religione, rendendo possibile il superamento degli abissi che le dividevano, si che d’ora innanzi gli intelletti da Dio improntati col genio, potranno unificare gli sforzi in armonia di basi, di intenti e di pensiero, per portare lo spirito umano sempre più in alto , verso le mete eccelse che da secoli attendono l’anima umana.
Solo la coscienza delle Leggi che guidano il mondo potrà rendere migliori gli uomini. Solo con tale coscienza essi potranno veramente sentirsi cittadini dell’Universo.

Dott. Nicola Misto