Apocalisse scientifica dei tempi nuovi
La Teoria delle apparenze dello scienziato bergamasco Marco Todeschini
Siamo particolarmente lieti di pubblicare questo esauriente, documentato articolo del dott. Misto, che verrà a porre nella luce valida che gli compete l’opera dello scienziato bergamasco Ing. Todeschini.
Nel momento in cui dozzine di scienziati si riuniscono in America nel
tentativo di realizzare in urgente sentita necessità di
un indirizzo unitario della Scienza, sprofondata nel cratere metafisico
della bomba atomica, uno scienziato italiano, il dott. Ing. Marco
Todeschini, bergamasco, raccoglie e porge il risultato delle sue
trentennali meditazioni con una opera colossale che precede nel
tempo e raggiunge lo scopo che solamente ora si sono preposti
quei valenti scienziati, stabilendo così alla nostra Patria
la netta ed incontrastabile priorità della scoperta di
una nuova scienza, madre di tutte le altre, della scienza unitaria
dell’Universo: la Psicobiofisica.
La Teoria delle Apparenze esposta in un bel volume di mille pagine,
testè edito per i tipi dell’Istituto Italiano d’Arti
Grafiche di Bergamo, supera, infatti, e va oltre ogni ragionevole
aspettativa.
La trentennale immane fatica dell’”isolato”
scienziato italiano, mentre realizza, nella più ortodossa
forma scientifica, quell’unità della Natura, nobilmente
perseguita dai più ardenti filosofi dell’antichità,
mostra pure le antitesi che hanno, in dozzine di secoli, creato
la babele scientifica, fino all’attuale, sconcertante, deflagrazione
della bomba atomica.
L’altissimo fungo dell’esplosione dell’”atomica”
si staglia infatti nella realtà oggettiva dello spazio
fisico, enorme, persistente come un interrogativo senza risposta,
come una ironica diabolica interiezione.
Non sanno, infatti, gli stessi fisici spiegarsi e razionalmente
spiegare cosa sia un atomo. Essi denunciano, con le loro imbarazzate
esitazioni, gli insospettati contrasti che sono alla base del
vastissimo, ma diviso, edificio scientifico contemporaneo.
Todeschini risolve tale antitesi, ricostruisce, edifica.
Senza smarrimenti procede nella foresta immensa del sapere umano,
raggiungendo quella Sintesi, tanto attesa dagli Spiriti più
eletti di tutti i tempi.
Un presagio più grande di quello che mosse le caravelle
di Colombo lo guida alla scoperta non di un nuovo mondo inesplorato
bensì alla scoperta di tutto l’Universo nella sua
inscindibile unità.
Onde, gorghi, vortici vibrazioni, ritmo senza posa è il vasto
oceano senza tempo, che tutto l’Universo cinge dall’Atomo
alle Galassie: lo Spazio.
Questo dinamismo, che costituisce e di sé sostanzia tutte
le forme e tutte le manifestazioni del mondo fisico materiale,
solo per le meravigliose sensazioni dell’apparecchio umano
sussiste e ci appare dentro.
Forze, luce, suono, odore sapore, calore: tutto ciò che
è vita nella sua più completa espressione è
tale solo dentro di noi.
Fuori è silenzio e tenebre e movimento sol di spazio che
accende nel nostro spirito la luce e i bei colori, che suscita
armonie, profumi e gusti vari, il caldo della vita e il freddo
della morte e il senso delle forze che reggono l’Universo
dal mondo spirituale.
E’ questo deciso rovesciamento todeschiniano di apparenze
che, dando crisma di umanità alla Scienza col porre fine
ad una non sospettata ma fatale illusione rivela e risolve la
sua duplice crisi di deviazione e di isolamento.
L’uomo – questo sconosciuto! – si era come dimenticato.
Aveva, con ogni suo senso, riconosciuto alla materia ciò
che era ed è , invece, squisita sublimazione del suo spirito,
apparenza di realtà esclusiva della sua propria Anima.
Tale errore la incalzante e frettolosa metodologia scientifica
aveva sistematicamente trascinato fino al punto di costruire l’assurdo
modello della bomba atomica senza sapere ne potere i dati scientifici
dell’intima fenomenologia dell’atomo.
E’ soprattutto con l’introduzione dell’uomo
– questo rinnegato da se stesso! -, con la sua Anima, cioè
con quel suo squisito ed eccezionale complesso spirituale che
lo distingue, nella suprema Legge del dinamismo universale, con
tutte le conseguenze che ne derivano, che lo spirito creatore
di Marco Todeschini risolve la crisi: risponde agli interrogativi,
costruisce la Scienza Nuova.. Sintesi della fenomenologia unitaria
dell’Universo.
Premessa ed ampiamente dimostrata la riduzione dell’immensa
varietà dei fenomeni ad un principio unico (principio unifenomenico
del mondo fisico), questo Cercatore penetra, sapientemente illuminato,
nei recessi inesplorati del complesso meccanismo del corpo umano,
scoprendo e rivelando meravigliose identità, sorprendenti
matematiche relazioni biofisiche in ogni fibra, in ogni organo
e corpuscolo dell’essere, che sopra un pedale che ogni voce
fonde e armonizza, si palesano evocanti lo stesso unico principio
spazio-dinamico.
Quello della fisio-neurologia è il capitolo e l’apporto
più originale, assolutamente nuovo, che l’opera di
Todeschini consacra alla scienza, e che sfocia – inaspettata
ma sentita folgorazione – nella illuminata e scientifica
esibizione del mondo spirituale.
Qui lo scienziato perviene al vertice della piramide. La Genesi,
le pagine di Agostino, quelle di Tommaso ora palpitano la loro
essenzialità eterna e luminosa. Non più i cieli
si allontanano – “lavagne indecifrate” –
nella notte della Materia. Hanno ora le lavagne un fremito anche
vocale. Chè dentro il pulpito di questo vortice d’uomo
stà, disvelata, la cifra.
Sul frontone del Tempio si palesano gli obliterati segni d’un
altro avvento, già scritto, quello del terzo millennio.
Buoni auspici.
La Teoria delle Apparenze, che si concreta di ben ottocentotrenta scoperte
(quante le invenzioni che ne deriveranno?) non è destinata
ad elencarsi nei cataloghi ingialliti delle biblioteche o ad allungar
certa barba di bibliografie.
Todeschini ha commesso – olocausto di un’improba trentennale
fatica – la formula sommersa dell’Amore a tutti gli
uomini di buona volontà perché se ne servano in
nome di questa umanità sconfortata da tante aberrazioni.
Ed il Suo dono giunge nel momento più sconcertante di una
perplessità e di una impotenza di interrogativi senza echi.
Ai fisici, ai chimici, agli elettrotecnici, ai termodinamici,
a tutti quelli che si interessano di acustica, ai medici, a tutti
gli ingegneri, agli inventori, agli industriali, ai pensatori,
ai filosofi, ai poeti. Egli porge il pane sostanziale della conoscenza,
per non morire.
Invero Egli si pone a capostipite delle generazioni future che esprimeranno
la gioia di un mondo nuovo.
Evangelista di una intelligibile apocalisse scientifica, Egli
ha tracciato le inequivocabili traiettorie che legano l’Atomo
all’uomo, il Microcosmo al Macrocosmo, nelle curve palesi
di una identità che dalle tenebre della Materia si irradia
nella umana teleologia, precisando l’avvento di una nuova,
migliore umanità, affrancata dagli equivoci, dai compromessi,
dalla frode, vibrante nella inscindibile comunione col Cosmo,
di cui è parte e sostanza. Il presentimento del Poeta,
l’estasi del Santo, il dolore dell’uomo hanno ora
una ragione d’essere ed un preciso significato, attraverso
una commovente spiegazione scientifica.
Nella matematica, filosofica, umana esibizione todeschiniana ogni affermazione
(scoperta) presenta la consacrazione di tutte le possibili prove.
Ivi franano le drammatiche sconcertanti barriere degli accomodamenti
ipotetici, dei circoli chiusi, dei “difettivi sillogismi”,
degli ermetismi asfittici: antiscientifici. Ivi possiamo ora vederla
l’Anima dell’uomo, parte del Tutto nella fenomenologia
universale, Attrice essenziale, Messaggera divina nel tabernacolo
umano. Una voce è dentro il vortice di ciascun uomo, che
sillaba trascendenze d’amore.
I miti si trasfigurano. Formule di sorprendente logicità
e di persuasiva conseguenzialità schiudono orizzonti senza
fine, prima negati alla più avanzata coscienza scientifica
dell’intelligenza umana.
Gli stessi “cieli curvi2 nei quali – inconsapevole
carceriere – il supermatematico fervore einsteniano teneva
cattivata l’anima del mondo, cadono: muti, inconsistenti,
senza fracasso di cristalleria infranta. Chè Todeschini
non infrange, non rivoluziona. Egli riforma e porta a termine
un evangelo scientifico che “ lungi dal demolire i principi
basilari della meccanica classica, riporta ad essa gli scienziati
moderni che se n’erano allontanati, dimostrando che i loro
brillanti risultati si possono spiegare in basa ad essa, senza
ricorrere a quelle oscure ipotesi che hanno causato la crisi della
scienza moderna”.
Con La Teoria delle Apparenze l’ingegnere e scienziato italiano
Marco Todeschini ha elevato le arcate solide e maestose di un
triplice ponte che unisce contemporaneamente le tre isole della
Scienza, della Filosofia e della Religione, rendendo possibile
il superamento degli abissi che le dividevano, si che d’ora
innanzi gli intelletti da Dio improntati col genio, potranno unificare
gli sforzi in armonia di basi, di intenti e di pensiero, per portare
lo spirito umano sempre più in alto , verso le mete eccelse
che da secoli attendono l’anima umana.
Solo la coscienza delle Leggi che guidano il mondo potrà
rendere migliori gli uomini. Solo con tale coscienza essi potranno
veramente sentirsi cittadini dell’Universo.
Dott. Nicola Misto