IL BERGAMASCO Giugno 1974
Lo scienziato bergamasco proposto per il premio Nobel
Marco Todeschini l’anti Einstein
Ha destato viva impressione nell’ambiente
cittadino la notizia secondo la quale tra i candidati al premio
Nobel per la scienza si annovera il bergamasco Marco Todeschini.
Si tratta senza dubbio di una riscoperta della fama che circonda
da molti decenni un lavoro di ricerche, studi ed esprimenti di
uno scienziato invidiatoci da tutto il mondo.
Il prof. Dott. Ing. Marco Todeschini è nato a Valsecca
(Bergamo) il 25 – 4 – 1899. Dopo aver partecipato
alla prima guerra mondiale come ufficiale del genio e pilota aviatore,
si laureò al Politecnico di Torino in ingegneria meccanica
ed elettrotecnica. Frequentò poi corsi biennali post-universitari
specializzandosi in vari rami della fisica e della biologia e
conseguendone i relativi diplomi statali di docente.
Vinto un arduo concorso per titoli ed esami, entrò nel
Servizio Studi ed Esperienze del Genio Militare e negli attrezzatissimi
laboratori realizzò varie invenzioni e compì una
classica serie di ricerche teoriche e sperimentali, giungendo
a scoprire le modalità con le quali si svolgono e sono
collegati tra di loro i fenomeni fisici, biologici e psichici,
coordinandoli tutti in una scienza unitaria, la “PSICOBIOFISICA”.
Essa è stata confermata dal fatto che dall’unica
equazione della fluidodinamica su cui si basa, sono state dedotte
tutte le leggi che riguardano tutte le varie scienze esatte e
perché dai suoi principi sono state tratte centinaia di
invenzioni di pratica utilità, sia nel campo fisico, che
in quello medico, che la confermano in ogni sua parte e nel suo
meraviglioso complesso sintetico unitario.
Perciò Todeschini fu promosso varie volte per meriti scientifici
sino al grado di Colonnello e fu per molti anni professore universitario
di meccanica razionale ed elettronica al Biennio Superiore d’Ingegneria
S.T.G.M. di Roma. Sino pochi anni fa è stato anche docente
di termodinamica all’Istituto Tecnico Industriale di Stato
P. Paleocapa di Bergamo.
Ha partecipato a molti Congressi Internazionali di Fisica e Medicina.
E’ insignito di alte onorificenze italiane ed estere. Presidente
dell’Accademia delle Ricerche Scientifiche di Haiti e membro
di “% Accademie di varie Nazioni. La sua vita e le sue pubblicazioni
sono citate nelle più importanti enciclopedie italiane
ed estere.
Nei più recenti congressi scientifici, svoltisi in Milano
nell’ottobre scorso ed al Circolo della Stampa in Bologna
nel novembre scorso, è stato riconosciuto che la Teoria
del Todeschini spiega molto chiaramente anche i fenomeni paranormali.
Grande interesse ha destato in questi convegni, sia la notizia
fornita dal Todeschini circa le caratteristiche tecniche del motore
a forza centrifuga propulsiva da lui realizzato e brevettato sin
dal 1933, il cui funzionamento, anche dove manca l’atmosfera,
dimostra la struttura fluidodinamica dello spazio, sia la comunicazione
di Todeschini di aver realizzato assieme ad una equipe di scienziati,
quali i proff. P. Zorzi e O Speri, i “rilevatori psicobiofisici”,
che sono apparecchi che consentono di misurare i moti continui
ed alterni dello spazio fluido che la psiche, il corpo umano,
ogni essere vivente, le varie sostanze chimiche e le sorgenti
delle diverse energie radianti producono nell’ambiente loro
circostante.
Infine con particolare attenzione è stata seguita la descrizione
degli elettroregolatori ipofisari delle glandole endocrine che
regolano dal cervello automaticamente, mediante correnti elettriche,
il tasso delle sostanze chimiche versate nel sangue da tali glandole:
sistema che spiega molto chiaramente la terapia dei guaritori,
quella omeopatica e quella dell’agopuntura.
La scoperta di tali regolatori, fatta dal Todeschini, venne comunicata
ed approvata al congresso di medicina svoltosi all’Università
di Roma nel settembre del 1966, ed il “Tyrattato di Agopuntura”
del dr. Martinelli, che è il testo mondiale più
accreditato, dedica 75 pagine alla Psicobiofisica todeschiniana
che fornisce, a tale terapia orientale, le basi scientifiche indispensabili
per essere accolta nell’Olimpo delle scienze esatte, ed
affiancata alla farmacoterapia occidentale. Sulle basi della Psicobiofisica
è stato deciso infatti di costituire anche in Italia cattedre
universitarie di agopuntura.
Va sottolineata la fama ed il largo seguito che le teorie di Todeschini
hanno fuori d’Italia, yanto che, su richiesta dell’allora
Presidente del Consiglio grancese Bisault e del Ministro della
Pubblica Istruzione Petit, tenne un ciclo di conferenze in varie
Università francesi delle quali la più rimarchevole
fu quella conclusiva alla Sorbona, che scosse l’opiniobe
pubblica della scienza francese.
In questa occasione il prof. Todeschini fu nominato Membro delle
Accademie scientifiche di Saint Etienne, di Valence e di Parigi.
La Teoria del Todeschini, ormai universalmente nota sotto il nome
di “Psicobiofisica”, integra ed unifica la vastissima
materia di tre scienze diverse: la psicologia, la biologia e la
fisica, conferendo loro un significato unitario non solo sul piano
propriamente scientifico e naturale, ma anche e sul piano soprannaturale.
La Psicobiofisica infatti dimostra che la psiche, in tutte le
sue manifestazioni (pensieri, sentimenti, dolori, ecc.) non è
altro che un atto di volontà che si serve del sistema nervoso,
come di un semplice strumento.
Ciò in contrasto con i materialisti, anche contemporanei,
i quali non sono riusciti, in alcun modo, ad individuare la sede
dei dolori fisici e dei pensieri, con l’esame delle sole
componenti materiali.
Questa problematica fa parte di tutta la polemica, dai toni a
volte vivaci, attraverso la quale il nostro scienziato afferma
la natura spirituale della nostra psiche.
Secondo Todeschini, l’orientamento materialista della scienza
deriva dal fatto che quest’ultima ha sempre valutato inesistenti
i fenomeni spirituali perché ritenuti non dimostrabili
sperimentalmente e ha sempre considerato le sensazioni come fenomeni
materiali del mondo oggettivo anziché come fenomeni spirituali
della psiche, quali veramente sono.
Su piano più propriamente scientifico Todeschini critica
la neorelatività introdotta da Einstein per spiegare il
movimento reciproco dei corpi celesti e la relativa attrazione
e repulsione.
Einstein arriva a questa teoria per l’affermazione del vuoto
spaziale e la conseguente negazione del fluido, cosiddetto “etere”
che avvolgerebbe tutto lo spazio, circondando i corpi celesti
e trascinandoli nel loro moto; questa ultima teoria, della fluidodinamica,
è invece validamente sostenuta dal Todeschini con argomenti
prettamente scientifici e provati da fenomeni sperimentali
Va rilevato che Einstein con la sua nuova relatività tutta
basata sulla velocità costante della luce e sul fatto che
tale velocità sia la masima riscontrabile nell’universo,
viene a negare la vecchia relatività di Galilei, vecchia
ma sempre valida perché spiega bene tutti i fenomeni fisici
e non è mai stata messa in contraddizione dai successivi
fenomeni sperimentali praticati sino ad oggi dai vari scienziati.
Secondo Todeschini, la relatività di Einstein non riesce
a spiegare i movimenti di rotazione e di rivoluzione dei pianeti
se non come una eterna inerzia provocata da una primitiva, ipotetica
spinta, rifacendosi quindi alla vecchia teoria di Newton, il quale
giustificava la continuità del movimento con la mancanza
di attrito, mancanza causata dal vuoto spaziale.
Questa teoria della fluidodinamica viene applicata da Todeschini
non solo all’universo spaziale, ma anche al mondo microscopico,
cioè alla struttura dell’atomo e della molecola,
egli afferma infatti che tra il nucleo centrale di un atomo e
gli elettroni periferici esiste lo stesso fluido dinamico, che
è poi quello che trascina gli elettroni nel loro vorticoso
movimento intorno al nucleo.
Prosegue poi dimostrando che la velocità di tale movimento
è superiore di almeno dieci volte a quella della luce,
il che tra l’altro, viene a smentire completamente tutta
la relatività di Einstein basata sull’insuperabilità
della velocità luminosa.
Un’altra grande questione che Todeschini ricorda nell’enunciazione
della sua dottrina è quella della disputa tra gli scienziati
che sostenevano l’ipotesi del pieno (etere), ammessa nei
secoli scorsi da filosofi come Cartesio, e gli scienziati che
sostenevano invece l’ipotesi del vuoto, affermata già
nel ‘700 da Newton.
Verso la fine dell’800, la fisica era giunta perciò
ad un bivio contrastante ed assurdo: il 60% circa dei fenomeni
era spiegabile solo con l’ipotesi del pieno (etere), mentre
il restante 40% con l’ipotesi del vuoto.
Per svelare quale delle due ipotesi fosse quella esatta, in modo
da escludere l’altra, furono fatte, com’è noto,
delle prove sulla modalità di trasmissione della luce;
se infatti questa si fosse veramente propagata per moti ondosi
dell’etere, si sarebbe rivelata l’esistenza di questo
mezzo fluido; l’aberrazione astronomica della luce e l’esito
dell’esperimento Michelson portarono rispettivamente a queste
conclusioni: esiste un etere immobile in tutto l’universo
che, in prossimità della terra si sposta compatto assieme
a questa nel suo moto di rivoluzione intorno al sole. L’esistenza
dell’etere ha ricevuto una ulteriore conferma sul piano
sperimentale dai moderni voli astrali di questi anni; infatti
la velocità impresse alle moderne astronavi, perché
possano rivoluzionare a breve distanza dal nostro globo, senza
cadervi sopra (velocità orbitale) risulta esattamente corrispondente
a quella sopradedotta con la teoria di Todeschini che dimostra
appunto che attorno al nostro globo circola una corrente fluida.
Troppo spazio richiederebbe l’esposizione, anche sommaria,
di tutte le enunciazioni, le scoperte e le invenzioni “todeschiniane”,
nonché dell’impeganto contributo dato all’evoluzione
del pensiero scientifico internazionale negli ultimi anni.
Le sue pubblicazioni più importanti, che presentano le
sue teorie con uno stile molto chiaro ed accettabile anche ai
non iniziati, (stile per il quale Todeschini ha compiuto approfonditi
studi con l’intento di pervenire all’unificazione
dei differenti universi di discorso che contraddistinguono le
varie branche della scienza) sono rappresentate da: “La
teoria delle apparenze”, “La chiave dell’universo”,
“L’unificazione della materia e dei suoi campi di
forze”, “Esperimenti decisivi per la fisica moderna”,
“Scienza universale”. Tutti editi dal Centro Internazionale
di Psicobiofisica di Bergamo, via Frà Damiano, 20, in lingua
italiana, francese e inglese.