L’ECO DI BERGAMO 8 Luglio 1975

LE APPARECCHIATURE DI BIO-INGEGNERIA

Le scoperte presentate dai giapponesi
da tempo brevettate dall’ing. Todeschini

Dal sig. Rino Cangelli, laureando in medicina, accademico al merito dell’accademia di Psicobiofisica, ci è pervenuta la seguente nota:

Il 30 giugno scorso sono apparsi due articoli sul “Corriere” sotto il titolo di “Congressi” di Parapsicologia a Genova e di “Trapaianti a Fiuggi”, che hanno riassunto gli esposti dei vari relatori, i quali però non hanno comunicato che i problemi scientifici e gli apparecchi di bioingegneria, di cui hanno discusso, sono già stati risolti e realizzati e costituiscono da tempo un glorioso primato italiano. Questa omissione è altamente deplorevole sia perché non pone in evidenza che, se l’Italia è povera in tutti i campi è pur sempre ricca di ingegni, sia perché i traguardi da questi raggiunti hanno già portato e porteranno sicuramente a progressi scientifici notevoli.
La priorità e le scelte dei traguardi raggiunti sono dimostrate dal fatto che il prof. Gaetano Castelfranchi, insigne docente di fisica al Politecnico di Milano e membro del Consiglio delle Ricerche , in un articolo apparso sul “Corriere di Informazione” sin dal 12-4-1949, sotto il titolo significativo di “Un Aristotele del secolo atomico”, riferiva che l’attuale scienziato bergamasco proposto più volte al premio Nobel, prof. Dt. Ing. Marco Todeschinfui, aveva ideato ed esposto nelle sue pubblicazioni una scienza cosmica unitaria denominata “Psicobiofisica”, perché spiega ed include in sé, non solo i fenomeni fisici, ma anche quelli biologici e psichici, sintetizzandone le loro leggi in una sola equazione matematica. Tale scienza svela inoltre la meravigliosa tecnologia elettronica di tutti gli organi del sistema nervoso del corpo umano e dimostra che essi sono costituiti e funzionano come apparati ricetrasmittenti a filo, azionati da correnti elettriche.
Molto interessante è la scoperta fatta dall’illustre scienziato bergamasco Todeschini dei regolatori automatici ipofissori, preposti a variare il tasso delle sostanze chimiche versate nel sangue dalle glandole periferiche endocrine, per mantenere la salute del corpo umano; regolatori che spiegano assai chiaramente l’azione della medicina occidentale, dell’agopuntura cinese e quella dei guaritori, dimostrando che essa si esplica, sia per via fisica, sia per via psichica.
Todeschini ed i professori Zorzi e Speri, hanno pure ideato, brevettato e sperimentato con con esito positivo un apparecchio di cui lo stesso ha constatato la funzionalità, il quale rivela e misura le radiazioni terapeutiche dei guaritori senza che questi tocchino l’apparecchio stesso, e ciò molti anni prima che il giapponese Matoyama, come il “Corriere” ha citato, annunciasse la complicata macchina citata al Congresso di Genova.
Circa i quattro dispositivi di cui si è parlato al Congresso di Fiuggi, che dovrebbero consentire ai ciechi di vedere, ai sordi di udire, ai mutilati di muovere gli arti ed infine la realizzazione del rene artificiale, è bene che i lettori sappiano che, tali apparecchi sono stati effettuati sulle basi della tecnologia elettronica del sistema nervoso svelato dallo scienziato italiano Todeschini 30 anni or sono, come riferito dal prof. Dott. Marcello Marchini di Roma sulla Rivista degli Infortuni, del dicembre 1967.
Eminenti scienziati di nazionalità diverse hanno esposto le affermazioni e le applicazioni pratiche chè la Psicobiofisica ha avuto nel mondo e le sue fertilità in tutti i rami del sapere, in circa 100 volumi da essi pubblicati in lingue diverse, in migliaia di articoli (per l’esattezza 3.602) su riviste e giornali, ed in conferenze svolte presso le Università e Congressi Internazionali di cui il più recente si è svolto in Milano a Palazzo Serbelloni nella sala del Circolo della Stampa il 9 maggio scorso, dove lo stesso latore della presente ha partecipato su invito dello stesso scienziato bergamasco perché specializzato in ipnosi-terapia per l’informazione data per lo studio delle sue capacità bioradianti.
Ho creduto opportuno e doveroso precisare due semplici constatazioni: 1) la trascuratezza o la negligenza o la mancata documentazione di taluni giornalisti; 2) che i cervelli italiano non sono secondi a quelli giapponesi se la stampa ne divulgasse maggiormente.

Rino Cangelli