L’ECO DI BERGAMO 18 Agosto 1991
Valsecca ricorda con una piazza lo scienziato Marco Todeschini
Il “cuore” del paese valdemagnino batterà
per sempre in onore di un suo figlio. La piazza principale del
paese, che ha dato un respiro nuovo al centro, è stata
dedicata alla memoria dell’ing. Marco Todeschini, una delle
più nobili figure della storia, non solo della Valle ma
della Bergamasca.
La scelta e la concretizzazione dell’iniziativa di intitolare
la paiazza all’ing. Todeschini va ascritta ad onore, presente
e futuro, dell’Amministrazione comunale, capeggiata dal
sindaco Sergio Invernizzi.
Il Consiglio, presente al gran completo, ha voluto testimoniare
quanto fosse sentita e condivisa questa volontà, che rivela
anche il proposito, senz’altro incoraggiante, di considerare
personalità e personaggi di casa nostra, della nostra terra
nella 2nomenclatura” di vie e piazze dei paesi, senza dover
ricorrere a nomi sia pure benemeriti, certamente anche più
conosciuti, ma lontani dal nostro sentire, dalla nostra cultura,
da un qualsiasi impegno di servizio e di solidarietà, di
crescita e di formazione nel contesto locale. In questa prospettiva,
c’è da augurarsi che vada a buon fine l’intenzione
di Berbenno di intitolare la scuola media alla figura e all’opera
di un forgiatore di uomini e coscienze come il maestro Angelo
Avogadro che qui ha tracciato un profondo solco di insegnamento
sull’arco di cinquant’anni.
Valsecca ha dato un esempio da seguire con convinzione e la gente
ha fatto capire con uno scrosciante applauso quanto l’idea
sia stata felice.
La cerimonia è cominciata con il ricevimento degli invitati
e delle autorità nel Palazzo comunale: poi, Messa e formazione
del corteo verso la piazza, che s’è gremita di folla,
in uno scenario di colori e di sole davvero incantevole. A corona
ci si è composti attorno al monumento in pietra con targa
in bronzo della scultrice Emilietta Brambilla. Primo a prendere
la parola, porgendo il saluto e il benvenuto dell’autorità
comunale, è stato il sindaco, Sergio Invernizzi, che ha
ricordato le origini, la carriera, l’affermazione, la notorietà
su scala internazionale di ub ingegnere come Marco Todeschini
che ha onorato Valsecca, la Valle Imagna, Bergamo e l’Italia.
Sergio Invernizzi ha fornito tratti familiari, ha ricordato abitudini
ed amicizie del fisico che fu candidato al Premio Nobel. Marco
Todeschini nacque a Valsecca il 25 aprile del 1899 da Carlo e
Valentina Invernizzi. Rimasto orfano della madre quando non aveva
che un mese di vita, fu cresciuto fino ai 4 anni dalla zia Barbara,
poi il padre lo portò in collegio a Casalmaggiore di Cremona;
qui studiò fino a 17 anni, poi trasferimento a Torino,
laurea e inizio di una carriere straordinariamente prestigiosa,
autore di ricerche, di studi, di numerosi libri. L’ing.
Marco Todeschini è conosciuto come il padre della “psicobiofisica”
che, dicono le biografie, “supera la relatività di
Einstein, la meccanica ondulatoria di Schrodinger, la quantistica
di Heisemberg”. Membro delle Accademie scientifiche di St.
Etienne, di Valence, e di Parigi, il fisico valdimagnino collaborò
con Marconi.
Il profilo di Todeschini in campo scientifico è stato tracciato
con abbondanza di precisi riferimenti e con grtande affetto dall’amico
fraterno prof. Omero Speri, chimico e fisico, già direttore
del Laboratorio chimico di Verona. Nel discorso, ci sono stati
passaggi e momenti toccanti e fra l’altro ha ricordato “l’anelito
oltre le stelle e la scoperta dell’anima e di Dio”
di cui si ha nitida esposizione nella “Teoria delle apparenze”
e particolarmente nell’ultimo libro “Psicobiofisica”.
Molto bello ed attuale l’accenno ad un altro scienziato.
L’inglese John Ecsles, che al Nobel è pervenuto e
che è stato presentato, proprio nei giorni scorsi, su un
giornale nazionale, come lo scienziato che ha scoperto l’anima.
Le conclusioni di Eccles, ha continuato Speri, sono simili a quelle
a cuui era giunto già nel lontano 1949 Marco Todeschini.
“Era quanto aveva esposto nel Congresso internazionale di
fisica del 1949, a Roma, presieduto dal Medi.. Questa tesi, allora
irrisa, contestata, volutamente ignorata dai suoi colleghi, ma
mai smantellata direttamente sul piano scientifico oggi risorge
prepotente nel libro “Evoluzione del cervello e creazione
dell’io” dell’Eccles. L’inglese, come
a suo tempo Marco Todeschini, forse con formule nuove, asserisce
che l’unicità e l’irrepetibilità dell’io,
di ogni singolo io è da far risalire a Dio. E questa volta,
in questo compito di provocazione, Eccles non è solo: al
suo fianco c’è il il più famoso filosofo della
scienza vivente, Karl Popper”. Con i due grandi vecchi è
idealmente Marco Todeschini da Valsecca.
Un indirizzo di compiacimento è stato portato anche dal
senatore Severino Citaristi: anche nei palazzi romani sono noti
i meriti del fisico valdimagnino. Il parroco don Giampiero Maconi
ha impartito la benedizione al monumento, davanti al quale con
il sindaco c’era la figlia dello scienziato, Antonella.
Successivamente ci si è recati a visitare la mostra allestita
alle scuole elementari, dai familiari in collaborazione con la
Biblioteca comunale: una esauriente rivisitazione della figura,
delle ricerche, dei libri di Marco Todeschini con numerose foto
e medaglie dell’illustre scienziato che ha voluto essere
sepolto nel piccolo cimitero del suo paese d’origine.
Giuseppe Zois