GIORANALE DI BERGAMO 26 luglio 1966
UNO SCIENZIATO BERGAMASCO DI FAMA MONDIALE
MARCO TODESCHINI E LA PSICOBIOFISICA
Il 19 gennaio di quest'anno, un convegno di scienziati convenuti a Roma, ha
concordemente dichiarato che la "Psicobiofisica", che sotto vari
aspetti ha mutato il volto della società e ha contribuito a dare un
atteggiamento nuovo anche al pensiero filosofico, è la scienza nata
e perfezionata dalla visione cosmica (La Teoria delle Apparenze") del
nostro concittadino scienziato Marco Todeschini.
Il mutuo interesse tanto degli scienziati per la filosofia quanto dei filosofi
per la scienza, è dimostrato dal fatto che da quel Convegno è
nata la decisione di istituire in Italia e all'estero cattedre universitarie
di psicobiofisica.
Questo nostro scienziato che ha frugato nelle estreme profondità dell'atomo,
del sistema astrale e del corpo umano, che ci ha portati al di là della
nostra Terra, al di là del nostro sistema solare, al di là degli
smisurati ammassi di galassie visibili con I più potenti telescopi
aprendo alla scienza e alla speculazione teorica uno sconfinato campo di ricerche
e di applicazioni, questo nostro Scienziato, dico, ha posto le basi di una
cosmogonia completa dei fenomeni fisici e svelandoci la struttura delle ultime
particelle della materia, dei loro campi di forze attrattive ed oscillanti,
ha scoperto la meravigliosa tecnologia elettronica del nostro sistema nervoso.
Egli, dunque, ha riavvicinato la scienza e la filosofia e senza confondere
I rispettivi campi, ha portato ad una più completa comprensione del
Tutto, all'affermazione più categorica dei rapporti con la prima Potenza
ed infina ad una più profonda comprensione dell'uomo e del suo destino.
Ogni uomo proprio in quanto uomo è affascinato, direi più o
meno assorbito dal mistero della totalità e dal segreto degli estremi
orizzonti.
Marco Todeschini è penetrato in questo incantato regno di soli, di
stelle, di ammassi stellari, di galassie, di aglomerati di galassie lontani
da noi milioni di anni luce e il suo pensiero fuori da ogni artificioso estremismo,
fuori da perplessità e animato da una positiva sicurezza nella conoscibilità
della natura dei fenomeni fisici ci ha guidado verso verità universali
che investono l'uomo e l'eternità del suo spirito.
Come Aristotele, primo filosofo e scienziato integralmente sistematico, il
nostro concittadino per stabilire la verità della sua Teoria si è
preoccupato prima di tutto di ricercare il pensiero e le esperienze dei suoi
predecessori considerandoli nello stesso tempo come i suoi precursori.
"Dalla sua comparsa sulla Terra, l'uomo oscilla tra l'ottimismo e lo
scetticismo di poter raggiungere la vetta della sapienza…L'umanità,
mercè l'armonia e la stabilità delle leggi che reggono l'Universo,
si è moltiplicata e sparsa sulla superficie terrestre come un brulichio
di formiche che paurosamente si addensa sempre più e, cogliendo briciole
di sapere commiste ad illusioni, da secoli, le porta in quei granai del conoscere
chiamati "biblioteche" con la speranza intima che il raccolto faticosamente
accumulato di generazione in generazione, possa un giorno servire a svelare
il disegno dell'Universo e dei suoi fenomeni". (Le vie che portano alla
scienza cosmica unitaria, pag. 218).
La scienza (e anche la filosofia) non è come una Minerva che balza
perfetta dal cervello di Giove. Le verità scientifiche emergono dalla
storia in evoluzione attraverso tentativi di ipotesi, di verità incomplete
e anche di errori e con la storia ingrossa sempre più quel filone originario
e razionale dei primi ricercatori.
Con questo non voglio dire che Marco Todeschini abbia una concezione storicistica
della verità. La verità non è affatto figlia del tempo:
la verità è piuttosto figlia del Genio e la storia è
solo strumento di ricerca e di approfondimento.
"chi ha approfondito la storia del pensiero scientifico, sa che la questione
più importante della fisica si può riassumere in una semplice
domanda: qual'è la causa del movimento della materia? (idem, pag. 220)".
Il nostro Scienziato sa benissimo che la nozione di causalità non è
un'idea innata, non è una forma a priori del nostro spirito, ma è
un concetto ricavato dall'esperienza immediata e concreta della realtà.
La causa per lui, come per noi, è una forza che "influisce"
positivamente sull'essere e sull'apparire dei fenomeni. La causalità
affermata così come l'afferma Todeschini, assume un'importanza filosofica
e umana di prim'ordine perchè superando la sfera delle esperienze scientifiche
arriva ai valori universali e necessari: ai valori eterni.
In virtù di questo principio di causalità; intus legens, leggendo
e penetrando nell'immensamente piccolo (la struttura dell'atomo) e nell'immensamente
grande ) .'Universo nella totalità del suo essere e del suo apparire)
il nostro Scienziato ci dice chiaramente che l'atto è prima della potenza,
che l'essere precede necessariamente il non essere, che la causa è
prima dei fenomeni, l'infinito prima del finito, l'eternità prima del
tempo, Dio creatore prima dal creato.
"Da ciò appare chiaro che la scienza vera ci porta non solo a
soddisfare la nostra legitima sete di conoscere, non solo ci consente di trarre
dai suoi principi applicazioni pratiche per il nostro benessere materiale,
ma altresì ci svela nell'infinita generalità di ogni cosa, nelle
legi precise che dominano I fenomeni e nell'ordine supremo del cosmo, l'opera
e la esistenza di un Creatore". (idem, pag 280).
Con queste parole Marco Todeschini si colloca, con moto spontaneo, non solo
nel regno degli scienziati, ma nel regno dei saggi.infatti è la tendenza
naturale della ragione del saggio il principio metafisico (che vale ancor
più per la fisica) che ogni cosa ha nella sua natura un principio determinato
di attività, una specifica, uniforme e costante causalità per
cui a cause uguali e identiche circostanze, rispondono identici effetti. E
anche quando nel campo della materia e dei suoi fenomeni navighiamo in un
mondo di indeterminazioni e di incertezze, mondo accettato solo da leggi statistiche
e di probabilità, anche allora, dico, il concetto filosofico di causalità
resta e deve restare per il nostro Scienziato l'anima delle nuove teorie scientifiche,
in modo particolare della sua che, riconoscendo l'esistenza di leggi rigorose
senza alcuna eccezione e deviazione, non disconosce le leggi statistiche dei
fatti, i quali però si addensano e si accompagnano sempre intorno ad
un punto centrale determinato.
"Nelle mio opere ho dimostrato che il meccanismo e l'essenza intima dei
seguenti fenomeni: materia, forze, massa, gravità, inerzia, elettricità,
magnetismo, suono, calore, luce, sapore, odore, azioni atomiche, chimiche,
astronomiche ed interazioni tra onde e corpuscoli sono apparenze tutte di
un'unica realtà fisica oggettiva: il movimento dello spazio fluido."
Il nostro concittadino non ha affrontato sul piano filosofico (e forse non
poteva farlo) il problema più affascinante che è quello dell'origine
di quella "fluidità spaziale", cioè quello della prima
iniziale esplosione cosmica (perchè quella "fluidità"
cosmica originaria potrebbe, senza assurdità, essere ab eterno. Anche
San Tommaso era di questo parere). Ma conoscendo globalmente il pensiero di
Todeschini e la sua visione dinamica e le dimostrazioni pratiche della nuova
scienza, la "psicobiofisica", non è difficile per noi trarre
alcune conclusioni che superano il campo scientifico sperimentale.
Un universo materiale, quindi finito, che si evolve da sempre progressivamente
in senso ascendente, è un'ipotesi assurda, una ubriacatura pseudo-scientifica,
che urta contro i fatti e le leggi della fisica.
Perciò un'inizio è richiesto categoricamente dalla ragione.
L'idea di un universo infinito o di una evoluzione ab eterno (per fare a meno
di una scara Potenza infinita spirituale) è un assurdo filosofico.
Noi possiamo immaginare un numero stragrande di soli, di stelle, di agglomerati
di galassie, ma resta sempre un numero finito. Ciò che non può
essere contrassegnato da un determinato numero, non ha il significato d'"infinito",
ma di "indefinito".
E allora in armonia con la scienza (Marco Todeschini) e con la filosofia,
noi diciamo che dato il principio di causalità che regge tutto il mondo
fisico e metafisico per cui ogni effetto è legato alla sua causa, sostenere
l'idea di infiniti effetti e di infinite cause, è sostenere un linguaggio
senza senso.
"Bisogna quindi convenire che il moto è stato immesso nell'Universo
da una causa esterna ad esso. La causa è costituita da forze immateriali
del mondo spirituale e la loro permanente applicazione nel tempo provoca la
costanza della quantità di moto totale dell'Universo. La causa prima
del movimento essendo esterna al Cosmo, è quindi trascendente ed essendo
immateriale è di natura spirituale".
"L'aver tratto questi risultati esclusivamente col rigore del metodo
sperimentale e matematico, è di importanza immensa nel campo scientifico,
filosofico e teologico perchè si giunge alla certezza comprovata dai
fatti dell'esistenza dell'anima umana, del mondo spirituale e di un Dio trascendente".
(idem. Pag. 279)
dinque l'Universo ha avuto un primo evento fisico, quantitativo da parte di
una Causa metafisica, trascendente, spirituale. Da quel primo evento è
incominciato il tempo, è incominciata la storia dell'universo (cosmogonia)
da quel primo evento sono note le ere primaria, secondaria, terziaria, ecc.
in Campidoglio al Convegno degli scienziati di quest'anno si è dichiarato
che la visione scientifica del Todeschini è la più chiara, più
coerente, più profonda sintesi scientifica, cosmica finora raggiunta.
Scienza e filosofia sono ancora disseminate di malintesi e di preoccupazioni
extrascientifiche, ma con lo sforzo del nostro Scienziato la idea semplice
e profonda di un Universo che nasce trova sempre più credito nella
mente di tutti coloro che anche solo per fede, vedono in quell'inaudita, iniziale,
cosmica esplosione, il "Fiat" divino che chiama all'essere e all'operare
tutta la realtà dell'Universo.
Nella storia della scienza Todeschini s'inserisce oggi come testimonianza
di verità, come una mente che, superando I pregiudizi di un razionalismo
esagerato e di un empirismo balbuziente, porta avabti la missione dello scienziato
autentico in seno all'umanità.
Con la sua opera egli indica la via giusta soprattutto a coloro che si sono
nutriti solo di cultura moderna, perchè è proprio a certa mentalità
pseudo scientifica smarrita nei pregiudizi che egli prova la testimonianza
irrefutabile della presenza cosmica di Dio e dei suoi segni eterni di credibilità.