LA DOMENICA DEL GIORNALE DI BERGAMO, 30 maggio 1971
SEMPRE PIU' ATTUALI LE TEORIE DELLO SCIENZIATO BERGAMASCO
NUOVE SCOPERTE AMERCANE CONFERMANO
EINSTEIN AVEVA TORTO TODESCHINI NO
La individuazione di sorpi che si muovono ad una velocità dieci volte superiore a quelle della luce fa cadere il mito creato da Einstein - il professor Todeschini ha accolto il nostro invito a spiegare nel modo più semplice possibile la sua teoria - Ne è nata una serie di interviste che proponiamo ai nostri lettori in forma duvulgativa
Al Congresso di Radioastronomia della Accademia delle Scienze, riunitosi il
28 gennaio scorso a Boston, venne data una sensazionale notizia: la scoperta
di due oggetti componenti la stella quasars denominata 3C-270 che si allontanavano
dalla Tera ad una velocotà 10 volte superiore a quella della luce.
Una notizia sensazionale per gli ambienti scientifici: un pò meno per
la gente comune che poco conosce ed è comunque molto restia a scalzare
dal piedistallo I miti che si è creata.
A dirla in poche parole la notizia sensazionale ha questo significata: Einstein,
lo scienziato divenuto mito della scienza moderna, aveva torto. E subito dopo
bisogna aggiungere: la scoperta annunciata a Boston da tre diversi gruppi
di astronomi che hanno studiato il fenomeno all'insaputa l'uno dell'altro,
dà ancora una volta ragione allo scienziato italiano prof. Marco Todeschini
di Bergamo.
Einstein sosteneva che nulla può superare la velocità della
luce.
Todeschini, sin dai primi esperimenti compiuti fra il 1920 e il 1930, ha sempre
sostenuto che il mondo inesplorato della scienza stà al di là
della velocità della luce. Lo ha sostenuto ed egli stesso vi ha mosso
I primi passi giungendo a formulare quella teoria che ha già trovato
numerose conferme ed ogni giorno ne trova di nuove.
La polemica scientifica non è nuova. Si è semre manifestata
nel corso dei secoli ad ogni svolta delle conoscenze umane.
Ce lo ha confermato lo stesso prof. Todeschini che ha accettato di spiegarci,
nel modo più semplice possibile, il corso della scienza moderna rispondendo
ad una serie di domande suggerite dalla sua teoria e dalla sual lunga polemica
con Einstein.
Abbiamo incontrato il prof. Todeschini nella sua casa di via Frà Damiano
proprio in occasione dell'annuncio dato al Congresso dell'Accademia Americana
delle scienze e per prima cosa gli abbiamo chiesto di chiarirci il significato
di quella scoperta.
- Per valutarla in pieno - ci ha risposto - occorre
sintetizzare la storia della scienza. questa ci attesta che nel volgere dei
secoli, per spiegare I fenomeni naturali si è alternativamente fatto
ricorso a due ipotesi contrarie: quella di uno spazio cosmico pieno di una
sostanza fluida invisibile denominata "etere" i cui vortici formerebbero
i sistemo atomici ed astronomici della materia e le cui onde costituerebbero
le varie forme di energia radiante; e quella di uno spazio cosmico vuoto,
avente la proprietà magica di trasmettere a distanza, senza supporto
alcuno, misteriose forze gravitiche, elettriche, magnetiche, termiche, luminose,
ecc. emanate ancor più misteriosamente da masse isolate di sconosciuta
genesi e struttura.
Ma verso la fine del secolo scorso ci si accorse che nessuna delle due ipotesi
presa separatamente risultava adatta alla spiegazione della totalità
dei fenomeni e d'altra parte entrambe non si potevano assumere perchè
in netto contrasto tra di loro; perciò l'astronomo Michelson nel 1885,
per decidere quale delle due ipotesi rispondesse alla realtà fisica,
effettuò delle prove sulla trasmissione della luce, le quali nel caso
che essa si propagasse a mezzo di onde prodotte nell'etere, erano le più
adatte a rilevare o meno l'esistenza di questo mezzo e le sue correnti.
Questi celebri esperimenti, furono basati sul concetto che se esisteva questo
mezzo fluido esso doveva rimanere immobile in tutto l'Universo, perchè
solamente così si era ritenuto allora di poter spiegare la deviazione
angolare dei raggi luminosi che ci provengono dalle stelle, cioè l'aberrazione
astronomica, scoperta da Bradley sin dal 1728. Ciò stabilito, ne conseguiva
che la Terra nel suo giro di rivoluzione intorno al Sole, dovendo spostarsi
entro tale fluido immobile, avrebbe dovuto essere investita da un vento d'etere
la cui velocità avrebbe dovuto essere uguale ed opposta a quella del
nostro pianeta, cioè circa 30 chilometri al secondo.
Un raggio di luce lanciato da una sorgente terrestre nella direzione e nel
verso della corrente dell'etere avrebbe dovuto essere trascinato da questa
corrente ed impiegare un tempo minore a percorrere una determinata distanza
di quello che avrebbe impegato un raggio a risalire la stessa distanza spostandosi
contro corrente.
Ma in tutti gli esperimenti di Michelson si è constato che invece che
I due raggi impiegavano lo stesso tempo, ritornando contemporaneamente al
punto di partenza.
Discussioni accanite sollevò tale esito tra i fisici di allora, poichè
esso rivelava questo grande contrasto: mentre l'aberrazione, come sosteneva
Fresnell, si poteva interpretare come la conferma sperimentale che in tutto
l'Universo esiste un etere assolutamente immobile; viceversa l'esito della
prova di Michelson si poteva interpretare come la conferma sperimentale che
una corrente di etere si sposta compatta assieme alla Terra nel suo movimento
annuale intorno al Sole.
A questo punto si sarebbe dovuto pensare che se due esperimenti diversi validi
a rilevare la stessa realtà fisica, avevano dato esito contrario, la
interpretazione di uno di essi doveva essere errata e si doveva rivedere tutto
da capo, e questo tanto più che si trattava di decidere quale via avrebbe
dovuto seguire la fisica per tutti i secoli futuri per raggiungere l'auspicata
meccanica unitaria ed il rimanere sulla via errata avrebbe ritardato enormemente
il progresso della scienza con gli enormi danni conseguenti.
In contrasto con questa seria, importante e logica necessità di ulteriori
indagini e con i responsi sperimentali, Einstein nel 1905, benchè giovane
e sconosciuto impiegato dell'Ufficio Brevetti di Berna, interloquì
in questa discussione di alti scienziati e credette di risolvere questa antitesi,
negando l'esistenza dell'etere e postulando la insuperabilità e la
costanza della velocità della luce rispetto a tutti i sistemi di riferimento
aventi qualsiasi velocità.
Ma tale postulato implica che quando la terra corre a velocità V contro
un raggio di luce avente velocità C, la velocità risultante
rispetto ad un osservatore terrestre sia data dalla seguente equazione: C
= C + V.
Ora tutti possono constatare che questa espressione è una falsa uguaglianza,
perchè è impossibile che la somma di due quantità differenti
da zero, sia eguale ad una sola di esse.
Il concetto della costanza della velocità della luce, essendo in contrasto
con tutti I rami della matematica, avrebbe perciò essere senz'altro
abbandonato. Invece Einstein lo ammise come postulato e per eliminare il grave
contrasto predetto, sostituì la relatività di Galileo con una
pseudo-relatività da lui ideata su delle supposte contrazioni che subirebbe
lo spazio e dilatazioni che subirebbe il tempo valutati da sistemi diversamente
mossi, e sostituì in conseguenza anche la geometria euclidea con un'altra
basata su uno spazio.tempo a quattro dimensioni in modo che la conseguente
dinamica basata sui tensori, potesse giustificare la falsa uguaglianza e tutte
le altre che derivano considerando la propagazione della luce nelle infinite
direzioni che escono a raggera da un punto.
Ora è evidente che cambiare le matematiche quando i conti non tornano,
è un atto illegale ed inaccettabile soprattutto nella scienza, poichè
introdurrebbe in essa infinite concezioni dell'Universo erronee, con le relative
innumerevoli cinematiche e geometrie soeciali atte a giustificare quelle concezioni
e così non sarebbe più possibile stabilire quale geometria deve
essere scelta per discernere il vero dal falso, allo stesso modo come non
si potrebbe stabilire la rotta di una nave con miriadi di bussole indicanti
innumerevoli differenti posizioni del polo magnetico terrestre. La scienza
sarebbe così privata del calcolo che è il suo più formidabile
strumento di ricerca e di controllo, il vaglio più sicuro e severo
di ocni postulato e teoria.
Ma anche volendo prescindere da queste gravi obiezioni mai confutate, la relatività
di Einstein essendo basata su ipotetici iperspazi non euclidei del tipo di
quelli ideati dal Minkowsky, da Sitter, Milne, Fantappiè, ecc. aventi
più delle tre dimensioni che si riscontrano sperimentalmente nello
spazio reale, ed essendo commiste ibridamente a quella del tempo di qualità
diversa, riduce l'idea del mondo ad una inconcepibile astrazione di tensori
matematici, senza farci tuttavia vedere il meccanismo col quale si svolgono
i fenomeni, e ciò senza contare che anche con tali cronotopi non si
è potuto sinora scoprire quale sia il substrato della materia, dei
suoi campi di forza e delle varie energie, nè tanto meno unificare
I campi elettromahnetico e gravitico e raggiungere la molto auspicata scienza
unitaria dell'Universo.
La fisica teoretica quindi seguendo la relatività di Einstein e quelle
da essa derivate. È giunta alla grave crisi odierna di nopn poter spiegare
I fenomeni e di non poter nemmeno dedurre le leoro leggi precise a causa del
principio di indeterminazione di Heisemberg che sostituisce le leggi di causa
ed effetto , con quelle di probabilità dovute al caso.
Per togliere la fisica teoretica da questo vicolo cieco, sin dal 1922 mi convinsi
che non restava altra alternativa che ripudiare tutte le pseudo-relatività,
cioè occorreva riportare la fisica sulla via maestra della relatività
di Galileo, ritornando alla concezione di un etere che avesse qualità
adatte alla spiegazione di tutti i fenomeni naturali.
Seguendo questa direttiva ho potuto infatti dimostrare che se si sostituisce
all'etere avente le caratteristiche antitetiche attribuitegki in passato dalla
fisica, con uno spazio fluido che, oltre ad avere una dimensione tridimensionale,
sia sostanziato anche di una densità esilissima 100 cinquilioni di
volte minori di quella dell'acqua, con i particolari movimenti di tale unica
sostanza fluida, primogenita, informe, omogenea, invisibile, ma dinamicamente
percettibile ed attiva, si possono spiegare meccanicamente tutti i fenomeni
fisici oggettivi e le loro leggi ed anche i corrispondenti fenomeni psichici
soggettivi (sensazioni di luce, elettricità, calore, suono, odore,
sapore, ecc.) che io ho dimostrato sorgono esclusivamente nel nostro spirito,
allorchè quei movimenti continui od alterni di spazio fluido vengono
ad infrangersi cintro I nostri organi di senso.
Se abbiamo ben compreso, la vasta portata della attuale scoperta americana è quella che conferma sperimentalmente la sua teoria e che entrambe dimostrano la inattendibilità della teoria di Einstein e giustificano scientificamente il ritorno alle chiare fonti della cinematica classica fondata da Galileo. Ora, sia l'aver dimostrato che si seguiva una via errata, abbandonandola; sia l'aver trovata quella giusta ed averla percorso sino al raggiungimento di una scienza universale madre di tutte le altre, sono entrambi risultati altamente positivi e fertili, perchè apporteranno sicuramente a più rapidi ed enormi progressi tutti i settori delle scienze. Tuttavia siamo curiosi di sapere se ha eliminato il contrasto tra l'aberrazione astronomica e l'esito dell'esperimento Michelson, contrasto che ha dato origine alle pseudo-relatività citate.
Nelle mie pubblicazioni - ha ripreso Todeschini - ho
esposto le dimostrazioni fisico-matematiche che entrambi questi fenomeni ottici
si spiegano bene e si conciliano solo ammettendo che una corrente circolare
di spazio fluido si sposti compatta assieme alla Terra nel suo movimento annuale
intorno al Sole.
Così quei due fenomeni ottici basilari della fisica moderna, vengono
a costituire le conferme sperimentali dirette che il Sole si trova al centro
di un grande campo sferico di spazio fluido rotante (solare) che si muove
suddiviso come una cipolla, in strati sferici aventi spessore costante e velocità
di rotazione inversamente proporzionali alla radice quadrata del loro raggio
e che anche la Terra si trova al centro di un suo proprio campo sferico (planetario)
più piccolo, similmente suddiviso in strati sferici rotanti, ed immerso
alla periferia di quello solare più grande.
Eguagliando il valore conosciuto dell'accelerazione di gravità sulla
Terra, al valore dell'accelerazione centripeta della corrente che circola
intorno al nostro pianeta, mi è stato possibile determinare che la
velocità di tale corrente è di 7898 metri al secondo, la quale
produce con la sua spinta centripeta sui corpi in essa ommersi, la loro accelerazione
di caduta sul nostro globo e produce il loro peso quando gia poggiano e sono
premuti da essa al suolo.
Viceversa, conoscendo dai due sperimenti ottici predetti, chela velocità
della Terra nel suo moto di rivoluzione annuo è di 30 chilometri al
secondo, ho potuto determinare l'accelerazione centripeta che tale corrente
ha rispetto al nostro pianeta e determinare la spinta centripeta (gravità)
che lo tiene legato al Sole.
Resta svelato così che la misteriosa forza di gravità che tiene
avvinti i pianeti al Sole, i satelliti ai pianeti e che fa cadere i gravi
verso il suolo, non è altro che la spinta fluidodinamica centripeta
che i vortici di spazio fluido circolanti intorna a quelle masse astrali esercitano
sui corpi in essi immersi. Essa quindi non è una forza traente misteriosa
che emana da quelle masse materiali e che si propaga ancor più misteriosamentenel
vuoto, come credeva erroneamente Newton, bensì è una forza premente
centripeta che il vortice sferico di spazio fluido esercita sui corpi in esso
immersi, vortice che per formarsi e trasmettere tale spinta, richiede vicebersa
che lo spazio non sia vuoto, ma pieno di una sostanza fluida.
Il peso dei corpi è quindi prodotto dallo spazio fluido che circola
intorno al nostro pianeta alla velocità di 7898 chilometri al secondo.
Per vincere la forza di gravità, cioè per controbilanciare il
peso dei corpi, basterà imprimere a questi una velocità di rivoluzione
intorno al nostro pianeta tale che la forza centripeta da loro così
sviluppata, sia pari a quella centripeta del loro peso, occorre cioè
imprimere loro una velocità eguale a quella sopra determinata che possiede
la corrente fluida che circola intorno alla Terra.
Orbene, la velocità impressa alle odierne astronavi perchè possano
rivoluire a breve distanza intorno al nostro globo denza cadervi sopra (velocità
orbitale), risulta proprio uguale a quella dedotta con la mia teoria del vortice,
che riceve così dai moderni voli astrali un'altra conferma.
Da quanto sopra risulta che se è lo spazio fluido che circola contro
un corpo immobile, questo è sottoposto ad una forza centripeta; se
viceversa è il corpo che circola contro lo spazio fluido immobile,
allora il corpo è sottoposto a forza centrifuga.
Questo ci svela che la misteriosa forza di gravità (centripeta) e quella
centrifuga, sinora altrettanto misteriosa, sono della stessa natura fluidodinamica,
poichè entrambe si identificano nella resistenza che si sviluppa quando
sorge un'accelerazione radiale tra i corpi e lo spazio fluido in cui sono
immersi.
Anche la misteriosa forza d'inerzia che bisogna applicare ad un corpo per
imprimergli in'accelerazione risulta quindi svelata come la forza atta a vincere
la resistenza che lo spazio fluido circostante oppone all'accelerazione del
corpo stesso.
Le forze d'inerzia non sorgono quindi perchè le masse accelerano rispetto
al cielo lontano delle stelle fisse, come riteneva erroneamente il Mach, bensì
perchè accelerano contro lo spazio fluido immediatamente a loro contatto
che le circonda, e ciò in armonia col principio da me stabilito che
una forza può sorgere solo dall'urto di due corpi, di cui nei casi
sopra citati, uno è fluido.
Per vincere la forza di gravità ho potuto così inventare e realizzare
un motore a forza centrifuga propulsiva (Brevetto N. 312496 del 1936), il
cui funzionamento dimostra la fluidodinamicità dello spazio ed I principi
sopra esposti.
È vero che lei ha unificato il campo di gravità astronomico e quello elettromagnetico dell'atomo, cosa invano tentata da Einstein? Vuol spiegarci come ha fatto?
Partendo dal principio basilare della mia teoria che
tutti I fenomeni fisici si identificano in particolari movimenti di spazio
ho dimostrato che lo stesso meccanismo che anima il sistema soare, muove anche
il sistema atomico. Questo infatti è composto da una sfera centrale
di spazio fluido (nucleo) che ruota su se stessa alla velocità 1,41
volte suoeriore a quella della luce e trascina in movimento, per attrito,
lo spazio fluido circostante che si muove suddivisi come una cipolla, in strati
sferici concentrici di spessore costante, aventi una velocità di rotazione
inversamente proporzionale alla radice quadrata del loro raggio.la serie di
strati sferici mobili concentrici tra il nucleo e la superficie esterna di
sponda ove il moto si estingue per eccesso di attrito rispetto al residuo
della forza centrale, costituisce il campo rotante dell'atomo. Tra questi
strati, aventi velocità degradanti verso la periferia, si generano
per accartocciamento, piccole sfere di spazio rotanti che costituiscono gli
elettroni. Questi ruotando su se stessi ed essendo investiti dalla corrente
circolare di spazio fluido del campo, sono soggetti all'effetto Magnus che
ne inclina l'asse rispetto al piano di rivoluzione. Perciò essi risentono
di una spinta che si può scomporre in altre tre: una tangenziale alle
linee di moto circolari che provoca e mantiene il moto di rivoluzione dell'elettrone;
un'altra diretta verso il centro del campo che equilibria la forza centrifuga
che l'elettrone sviluppa per effeto della suo moto di rivoluzione; ed una
terza diretta in senso normale alle prime due.la forza diretta in senso tangenziale,
spingendo l'elettrone a descrivere la sua orbita ha perciò l'effetto
di una forza elettromotrice. Quella diretta verso il centro del campo spingendo
l'elettrone verso il centro ha perciò il medesimo effetto di una forza
gravitica; la forza normale alle prime due, si identifica con la forza magnetica
che si manifesta vicino ai poli di rotazione dell'elettrone.
Ho così svelato che le tre forze (elettrica, gravitica r magnetica)
hanno oggettivamente la stessa natura fisica, sono della medesima qualità,
essendo le tre componenti ortogonali dovute all'efetto Magnus, della forza
fluidodinamica, la quale è l'unica che domina la materia dalle sue
particelle granulari più piccole sino alle immense galassie celesti.
Con una serie di equazioni matematiche che spiegano e sono in armonia con
quelle di Maxwell, ho potuto stabilire le relazioni tra le forze elettriche,
magnetiche e gravitiche in funzione di quelle fluidodinamiche, raggiungendo
così l'unificazione fisica dei tre misteriosi campi in quello spaziodinamico,
che è il solo reperibile nel mondo oggettivo.
Gli atomi, il loro nucleo e tutte le particelle che lo costituiscono risultano
quindi ciascuna formata da una serie di sfere concentriche di spazio fluido,
aventi diametri e velocità di rotazione specifiche, ma formate tutte
da un'unica sostanza, verità questa che nel 1956 ha poi avuto l'autorevole
conferma del remio Nobel Heisemberg al Congresso di Fisica di Lindau.
Ho così svelato che ogni grano di materia non è altro che spazio
fluido in rotazione rispetto allo spazio fluido ambiente. Più grande
è la velocità di rotazione del nucleo atomico, maggiore è
il diametro dell'atomo che forma, maggiore la sua forza d'attrazione, il suo
peso, la sua durezza. Con questo modello ho potuto spiegare chiaramente come
sorgono le caratteristiche energetiche, fisiche e chimiche dei singoli atomi,
elaborando una fisica atomics ed una chimica nuove, basate esclusivamente
sulla spazio-dinamica.
Con il modello atomico sopradescritto, molti fenomeni sinora oscuri sono stati
svelati. Così ad esempio, la famosa equivalenza tra materia ed energia,
postulata da Einstein, sulla quale è fondata la bomba atomica.
Il significato fisico di tale equazione, come dichiarò Oppenheimer,
padre di quell'ordigno infernale, al Congresso dell'Atomo di Ginevra nel 1955,
è rimasto oscuro per tutti gli scienziati, Einstein compreso, non essendo
egli riuscito a chiarire come dalla materia immobile possa uscire tanta energia,
perchè questa sia priva di massa materiale e come c'entri nella sua
espressione la velocità della luce.
Ebbene se si tiene presente che la mia teoria ha dimostrato che le perticelle
che costituiscono il nucleo atomico ruotano attorno al suo centro con una
velocità che è 1.41 volte superiore a quella della luce, e se
si calcola la loro energia cinetica con l'equazione della meccanica classica,
si vede subito che quella famosa equazione discende dalla formula della forza
viva che Leibniz trovò sin dal 1700, senza bisogno di ricorrere alla
teoria di Einstein, la quale perde così la sua prova cruciale più
grande e misurabile con sicurezza.
Ho così svelato chiaramente il significato fisico della famosa equazione
della energia atomica e cioè che l'immane energia che si sprigiona
dal nucleo atomico è dovuta al fatto che tutte le sue particelle costituenti
rivoluiscono intorno al suo centro all'altissima velocità superluminosa
citata e perciò posseggono già dentro al nucleo l'enorme energia
cinetica corrispèondente. Alla domanda, sinora inevasa, del perchè
dalla bomba atomica possa uscire tanta energia, si può ora rispondere
con la mia teoria così: il nucleo è una sfera materiale che
ruota su se stessa a velocità ultraluminosa, ed allorchè viene
bombardato da corpuscoli si disintegra ed I suoi frantumi, proiettati dalla
formidabile velocità ultraluminosa, vanno ad infrangere gli atomi che
incontrano sul loro cammino. I frantumi di questi, a loro volta, disintegrano
altri atomi circostanti e così via. E questa catena di annientamento
e di morte della materia, se l'uomo non ascolterà Dio, potrà
un giorno distruggere ogni forma di vita sul nostro pianeta.
Ma chi ci assicura che i nucleoni hanno veramente la velocità 1.41 volte superiore a quella della luce?
Questo è comprovato sperimentalmente ed anche
dal fatto che conoscendo il raggio di un nucleo radioattivo ed il numero di
giri che i nucleoni compiono attorno ad esso, che è pari alla frequenza
dei raggi gamma, ho potuto calcolare che la velocità periferica dei
nucleoni stessi risulta proprio quella da me indicata.
L'esistenza nel nucleo atomico di particelle che hanno velocità superiori
a quella della luce e perciò chiamati "tachioni" è
quindi incontestabile. Infatti I fisici Alvarez e Kreiber dell'Università
di Princeton cercano ora di riprodurli materializzando raggo gamma. Ma l'esistenza
dei tachioni smentisce in pieno la teoria di Einstein, la quale è basata
tutta sul principio che nulla al mondo può superare la velocità
della luce.
Un protone esce dal nucleo con la velocità impressagli dal campo rotante
dell'atomo, il quale si comporta così come un ciclotrone ultra microscopico.
Gli atomi delle sostanze radioattive sono una conferma sperimentale di ciò.
Il modello atomico da me proposto spiega anche il mistero dell'emissione dell'energia
per "quanti". Infatti quando l'atomo viene eccitato, gli elettroni
planetari periferici passano da uno strato sferico al successivo, e poichè
tali strati hanno spessore costante e quindi velocità di rotazione
che degradano per salti, gli elettroni ricevono, o cedono loro, un'energia
cinetica che varia per salti, essendo questa funzione del quadrato di quelle
velocità.
Ha svelato altri fenomeni oscuri il suo modello atomico?
Si, quello ad esempio della distruzione delle particelle ed antiparticelle nucleare quando vengono a contatto violento con emissione di energia e spariscono misteriosamente. Si è tentato sinora di spiegare ciò ammettendo che in base alla pseudo-relatività di Einstein, possa esistere un'anti-materia con massa negativa, senza tener presente che la massa è una grandezza scalare che non può assumere valori negativi, come ha supposto Dirac. La mia teoria invece dimostra che sia le particelle che le antiparticelle hanno una massa positiva, essendo entrambe sfere di spazio fluido fluido ruotanti in senso opposto I cui campi controversi posti a contatto si frenano reciprocamente sino a ridursi in quiete come lo spazio fluido circostante dal quale così più non si distinguono. Entrambe la particelle perdono così con la loro velocità di rotazione anche la discontinuità cinetica che le distingueva dal mezzo fluido ambientale, ed I corpuscoli che le costituivano, non più compressi al centro dei loro vortici annullati, vengono lanciati dalla forza centrifuga che possedevano, nell'ambiente circostante con l'energia cinetica che loro compete a causa dell'alta velocità superluminosa con la quale sono usciti dalla particella madre.
Il suo modello dei sistemi atomici ed astronomici è quindi simile a quello che talvolta si vede nel corso di un fiume in cui un vortice di acqua trascina in rivoluzione attorno al suo centro dei sugheri galleggianti o che li spinge a cadere verso il centro, descrivendo rapidamente una spirale. Ma Lei ha potuto verificare se anche nei vortici idrici vigono le leggi di questi sistemi?
Con una serie di esperimenti effettuati sin dal 1936
al Centro Studi ed Esperienze del Genio Militare, ho potuto dimostrarlo. Infatti
immersa al centro di una vasca piena d'acqua una sfera ruotante su se stessa,
ho potuto produrre nel liquido ad essa circostante un campo rotante centro-mosso,
ed immerse in questo delle sferette planetarie pure ruotanti su se stesse,
ho potuto constatare che queste trascinate dal liquido a rivoluire intorno
al centro del vortice, seguivano le leggi del moto dei pianeti intorno al
Sole e degli elettroni intorno al nucleo atomico.
In particolare ho potuto constatare che una qualsiasi delle sferette planetarie
era spinta dal vortice liquido che premeva su di essa verso la sfera solare
con una forza inversamente proprzionale al quadrato della loro reciproca distanza,
in perfetta armonia con la legge di gravitazione universale di Newton, secondo
la quale si attraggono due frammenti qualsiasi di materia, ed in perfetto
accordo con la legge di Coulomb, in obbedienza alla quale si attraggono due
masse elettriche o magnetiche.
Ma il legame tra il sistema solare e le altre stelle qual'è? E come vi possono essere corpi celesti animati da una velocità 10 volte superiore alla luce?
La mia teoria fluidodinamica dell'universo dimostra
che I vortici che circondano I satelliti, sono immersi alla periferia dei
vortici che comprendono al loro centro I pianeti, e questi sono compresi alla
periferia del vortice del Sole e questo a sua volta, assieme a quello di altre
stelle, sono immersi alla periferia del vortice di un sistema locale, e questo
assieme a quello di altri sistemi locali sono immersi alla periferia del vortice
più grande della nostra Galassia, e questa assieme a quello di altre
galassie sono immersi a loro volta in un vortice ancor maggiore di una supergalassia,
e così via. In tale concetto appare chiaro il legame e l'interdipendenza
tra il movimento dei satelliti, dei pianeti, dei sistemi solari e quello dei
sistemi galattici ed extragalattici. L'universo è quindi costituito
da una serie di sfere di spazio fluido a raggi crescenti, contenenti l'una
dentro l'altra, in modo che ciascuna può considerarsi ad un tempo come
pianeta rispetto a quella di ordine superiore, e come solare rispetto a quella
di ordine minore che gli rivoluisce internamente intorno al centro.
Ogni sfera nel suo interno è un campo rotante centro-mosso di strati
sferici concentrici di spazio fluido. Perciò la velocità di
una stella dislocata sopra uno di tali sistemi rispetto alla nostra Terra
risulta dalla somma di tutte le velocità dei sistemi astrali di trascinamento
interposti che sono concatenati uno a bordo dell'altro. Ne consegue che tale
velocità andrà aumentando con la distanza della stella considerata
dal nostro pianeta e per stelle distanti da noi 3 miliardi di anni luce, si
avranno velocità 10 volte quella della luce, come infatti è
stato confermato sperimentalmente in questi giorni dalla scoperta fatta dai
radioastronomi americani.
Considerando che la Terra è una sfera che ruota su se stessa e rivoluisce
intorno al Sole, il cui sistema rotorivoluisce attorno al centro del sistema
locale, il quale a sua volta rotorivoluisce attorno al centro della Via Lattea,
ecc., ne segue che il nostro globo è soggetto a tanti effetti giroscopici
di nutazione, quanti sono i centri attorno ai quali rivoluisce. Ogni effetto
di nutazione provoca l'inclinazione ed oscillazione del suo asse polare. Dal
numero di questi movimenti di nutazione e dalle loro durate cicliche, ho potuto
così determinare anche le distanze, le velocità di rotazione
e di rivoluzione dei vari centri dei sistemi astrali concatenati l'uno dentro
l'altro a distanze sempre maggiori, sinoa quello attualmente visibile con
i più potenti radiotelescopi, cicli che si compiono in mesi, anni,
decenni, secoli, millenni, milioni, milardi di anni.
Il variare dell'inclinazione dell'asse terrestre secondo questi cicli, comporta
il variare delle condizioni termiche, gravitiche, elettriche e magnetiche
del nostro globo di parallelo in parallelo fino a portare i ghiacci all'equatore
ed il caldo tropicale al polo, allorchè l'asse terrestre avrà
compiuto un quarto di giro. È così possibile stabilire con esattezza
le date delle epoche preistoriche nelle quali avvennero le variazioni climatiche
che causarono il migrare delle diverse specie di vegetali ed animali nelle
latitudini più adatte alla loro vita. La preistoria delle epoche senza
data rientra così nel calendario preciso di una storia millenaria che
segna il tempo sugli esatto moti astronomici, come tutti gli altri orologi,
rendendo inoltre possibile il prevedere quando si ripeteranno in futuro tali
epoche, cose queste che interessano in sommo grado la geologia, la paleontologia
e le scienze affini.
Svelato così che tutti gli aggregati materiali dall'atomo alle stelle
ed i loro campi attraenti si identificano in semplici movimenti rotanti di
spazio fluido, ho potuto dimostrare poi che anche le varie forme di energia
ondulatoria, non sono altro che movimenti oscillanti di spazio fluido, senza
alcuna differenza qualitativa fra di loro, se non nella frequenza di vibrazione
che li distingue l'uno dall'altro. Tali onde sono cioè prive di forza,
luce, calore, elettricità, suono, odore, sapore, ecc. poichè
queste manifestazioni sono sensazioni che sorgono esclusivamente nel nostro
spirito, allorchè quelle onde di spazio fluido colpiscono i nostri
organi di senso.
La grande importanza di ciò sta nel fatto che tutte tre le manifestazioni
fisiche dell'universo, e cioè la materia, i suoi campi di forza centripeti
e l'energia radiante vengono unificati tutti in particolari movimenti di spazio
fluido. (Principio di monosostanzialità del mondo fisico)
Ho potuto così unificare le varie scienze sperimentali in una sola
madre di tutte: la "Spaziodinamica" che assurge perciò all'importanza
di meccanica universale. Con ciò le miriadi di leggi e di fenomeni
che hanno tenuta sinora divisa la scienza in tante branche diverse, vengono
ridotte a poche e chiare funzioni fluidodinamiche, rette da una sola equazione
matematica, con enorme semplificazione di calcolo e lapalissiana evidenza
di concetti.