GIORNALE DI VICENZA 9 dicembre 1961
Un nuovo dispositivo svela il "vento interplanetario"
Una serie di prove sulla trasmissione della luce ha dimostrato l'esistenza di un fluido che trascina la Terra e i pianeti intorno al Sole
Lo scienziato prof. Marco Todeschini del Centro
Psicobiofisico di Bergamo, ha ultimato una terza serie di prove sulla trasmissione
della luce che hanno dimostrato l'esistenza del "vento interplanetario"
che trascina la Terra ed I pianeti intorno al Sole e che spinge gli altri
corpi celesti lungo le loro orbite.
Come è noto, dal celebre tentativo di Michelson compiuto nel 1887 e
da tutti quelli effettuati in seguito, mai era stato possibile reperire una
prova concreta dell'esistenza di tale fluido sostanziato di densità
costante esilissima, allora denominato "etere" tanto che, sebbene
questo mezzo ambiente potesse spiegare molti fenomeni fisici, gli scienziati
furono costretti loro malgrado ad ammettere uno spazio cosmico vuoto, sede
di misteriose forze gravitiche ed elettromagnetiche, propagantesi ancor più
misteriosamente a distanza senza alcun supporto.
Gli esperimenti attuali sono stati effettuati con una disposizione degli apparecchi
ottici diversa da quella usata da Michelson, e sono stati basati sul nuovo
concetto che la Terra è trascinata intorno al Sole, non da una sostanza
avente le caratteristiche dell'etere, ma bensì da un vortice di spazio
fluido sostanziato di densità costante esilissima, ed avente una velocità
di 60 km al secondo, come risulta dalla spaziodinamica, scienza unitaria del
cosmo , elaborata dal Todeschini stesso.
Poichè il nostro pianeta corre sulla sua orbita intorno al Sole con
una velocità di circa 30 km al secondo, è chiaro che la corrente
di fluido che lo investe, non solo lo trascina, ma lo oltrepassa anche con
una velocità relativa di altrettanto valore. Ne consegue che un'onda
luminosa, oltre a propagarsi nell'etere circostante con la velocità
propria, assume anche quella di tale mezzo fluido che la trasporta.
Due raggi luminosi quindi, che partano contemporaneamente da località
terrestri diametralmente opposte e si corrono incontro, a percorrere la stessa
distanza, cioè a giungere nel punto di mezzo del tragitto, impiegheranno
tempi diversi, poichè le loro velocità non sono uguali, stante
che uno risale la corrente di etere, mentre l'altro la discende.
Nella mezzeria del tragitto le loro onde risulteranno percio sfasate. L'apparecchio
usato da Todeschini per constatare se tale sfasamento avvenisse o meno, consiste
in due sorgenti di luce monocromatiche situate in linea retta ad una distanza
di due metri tra di loro, a metà di tale distanza sono disposte due
lastre di vetro semitrasparenti inclinate che deviano i raggi provenienti
dalle due lampade opposte e li fanno coincidere sopra lo schermo di un interferometro
laterale.
Orientato tale apparechhio in modo che la propagazione della luce avvenisse
secondo la direzione del movimento della Terra e della corrente fluida che
la trascina, Todeschini ha potuto constatare che i raggi emessi dalle due
lampade, non si incontravano a metà del loro tragitto, come sarebbe
dovuto avvenire se le loro velocità fossero state uguali, ma bensì
si incontravano in un punto spostato dalla mezzeria di due decimillimetri,
pari a 333,3 frange di interferenza.
A metà del tragitto infatti con l'interferometro venne misurato uno
scostamento di tre decimi di lunghezza d'onda, il che ha denunciato una corrente
di spazio fluido avente una velocità di circa 30 km al secondo rispetto
alla Terra, in perfetta armonia col calcolo fatto in base alla spaziodinamica.
Ruotando il dispositivo di 90 gradi, non venne rilevato nessun spostamento,
poichè in tale direzione i due raggi assumono la stessa velocità,
come previsto.
Todeschini ha dichiarato che tali risultati, non solo dimostrano sperimentalmente
che lo spazio interplanetario non è vuoto, ma altresì che è
sostanziato di una tenuissima densità che è dieci elevato diciotto
volte minore di quella dell'acqua. Le variazioni di velocità che i
satelliti artificiali lanciati dall'uomo subiscono nel compiere le loro rivoluzioni
intorno alla Terra, risultano così spiegate come dovute alla varia
resistenza opposta dalla corrente di spazio fluido interplanetario.
Ha precisato poi che tali risultati hanno portato alla scoperta di un principo
fondamentale per l'ottica, e cioè che, solamente ammettendo che la
Terra sia trascinata da una corrente di spazio fluido avente velocità
di 60 km al secondo, si può spiegare qualitativamente sia l'aberrazione
astronomica, sia l'esperimento Fizeau, che l'effetto Doppler, senza infrangere
la relatività di Galilei.
Todeschini ha annunciato infine che risultati di pari importanza hanno conseguito
due suoi collaboratori: il prof. Emmanuele Borgognone, che ha riscontrato
i movimenti dell'etere in particolari effetti elettromagnetici; ed il fisico
Domenico Mattiotto che sta sperimentando le variazioni della velocità
della luce nelle diverse direzioni in ambienti privi di atmosfera.
Il prof. F. Gatty, in un suo recente comunicato all'Università di S.
Salvador, ha così riassunto l'argomento:" se si considera che
con particolari movimenti di di uno spazio fluido e denso si possono spiegare
tutti i fenomeni fisici e le loro leggi; che tali movimenti, infrangendosi
contro i nostri organi di senso vi producono correnti elettriche che trasmesse
al cervello suscitano nel nostro spirito le sensazioni di forza, luce, suono,
calore, ecc. e che in base a tale dinamismo si è potuta svelare la
meravigliosa tecnologia di tutto il sistema nervoso, come ha dimostrato Todeschini
nelle sue pubblicazioni , si comprenderà perchè i risultati
delle sue prove odierne, interessano in sommo grado le basi teoriche e sperimentali
di tutta la fisica ed anche quelle della medicina, ed abbiano avuto un'eco
mondiale negli ambienti scientifici.