MARCO TODESCHINI: LA METAFISICA

Ora parliamo di una parte del mondo che ai più risulta “sconosciuta”, se non addirittura “paurosa”, per la sua natura apparentemente sovrannaturale. Ho detto bene certo! Sovrannaturale, perché “sembra” non appartenere a questo mondo oggettivo in quanto pare sfuggire al “metodo scientifico” della ripetibilità dei fenomeni. Mentre invece, ad analizzarlo seriamente, questo mondo risulta senz’altro più “naturale” di quello che ci appare attraverso i sensi e che noi crediamo sia “reale”. Ovviamente quando si parla di fenomeni paranormali quali la telepatia, la radiestesia...oppure delle medicine naturali quali la pranoterapia, l’agopuntura, l’omeopatia... la maggior parte di noi sorride di commiserazione. Ma a guardare bene i risultati positivi, le guarigioni, i risultati, procurati con la pratica di queste scienze alternative, sono più numerosi di quello che si pensa. Ognuno di noi, credo, conosce qualcuno che per vari motivi si è rivolto a questo tipo di terapeutica con risultati concreti. Ed allora? Effetto placebo? Ma non scherziamo!
Più avanti arriveremo addirittura a scoprire e dimostrare l’esistenza di una dimensione “spirituale” dell’univesro dove si manifesta l’anima e dove risiede l’Intelligenza, la Legge e la Volontà che governano il cosmo e che noi chiamiamo usualmente Dio.

· Fenomeni metapsichici

La Teoria delle Apparenze costituisce l’unica base scientifica per spiegare i fenomeni metapsichici sinora avvolti nel mistero, quali:, telecinesi, apparizioni luminose, suoni misteriosi, telepatia, rabdomanzia, ecc.
Il Todeschini, nella sua opera, ha fatto rilevare che tali fenomeni comportando l’emissione di radiazioni da parte del corpo umano, implicano, sia l’esistenza nel nostro organismo di oscillatori che le generano, sia quella di un mezzo che le propaghi nell’ambiente circostante, sia infine quella di risuonatori organici e psichici che le ricevono. La spiegazione di tali radiazioni e dei loro effetti comporta quindi la conoscenza di fenomeni fisici, biologici psichici e delle loro reciproche relazioni, che sono la catena di cayse ed effetti che collegano la psiche e gli oscillatoriorganici del soggetto emittente al mezzo ambiente e questo al soggetto ricevente.
Con questa impostazione positiva, la metapsichica si spoglia di quell’occultismo che la relegava tra le dottrine problematiche, per diventare una scienza esatta, poiché la spiegazione dei suoi fenomeni viene basata sull’azione di mezzi fisici e psichici reali, viene basata sulle nozioni, sui principi e sulle leggi acquisite da tutte le altre scienze esatte, dal Todeschini unificate nella psicobiofisica che apporta il collegamento tra i fenomeni fisici, quelli biologici e psichici.
In base a tale scienza unitaria infatti gli organi di senso e di moto disseminati nel corpo umano e collegati tramite linee nervose a quelli della spina dorsale e del cervello, sono costituiti e funzionano come apparecchi teletrasmettenti a filo. Ne segue, in base alle leggi di Ampere, che le correnti elettriche che percorrono tali linee nervose generano campi magnetici concatenati che si propagano nello spazio circostante al corpo umano a maggiore o minore distanza a secondo della frequenza di oscillazione delle correnti, campi magnetici che investendo le linee nervose del soggetto ricevente, oppure un circuito metallico, vi provocano delle correnti indotte che sono la causa dei fenomeni in parola.
I circuiti nervosi che azionano gli organi di moto, essendo percorsi da corrente a bassa frequenza, producono campi magnetici che si estendono a breve distanza dal corpo umano.
I circuiti nervosi degli organi di senso, invece, essendo percorsi da correnti elettriche le sui frequenze sono pari a quelle delle perturbazioni esterne su di essi incidenti, generano campi oscillanti che dalle frequenze che interessano la scala acustica dello spettro, salgono a quelle altissime corrispondenti alla scala termica e luminosa e perciò, come quelle della radio, possono trasmettersi a grande distanza.
Ora la Teoria delle Apparenze ha dimostrato che, come i movimenti di materia solida, liquida, gassosa o sciolta allo stato di spazio fluido che si infrangono contro i nostri organi di senso, vengono trasformati in correnti elettriche le quali inviate ai centri cerebrali suscitano nell’anima le varie sensazioni di forza, luce, suono, calore, odore, sapore, ecc.; così l’anima con tali sensazioni può viceversa incanalare correnti elettriche nelle linee nervose e negli organi di moto e di senso periferici, correnti che provocano campi magnetici, ossia movimenti nello spazio ambiente.
Il fenomeno è quindi reversibile e tale reversibilità è dimostrata dal fatto che l’anima umana mediante la emissione di forze può provocare correnti elettriche per azionare a sua volontà gli organi di moto del corpo umano.
Ne segue che con tali sensazioni proprie l’anima non solo può pensare, ma può anche provocare correnti elettroniche che dall’interno raggiungono gli organi di moto e di senso periferici, producendovi gli impulsi e le immagini vibranti elettriche relative, che a loro volta pongono in oscillazione lo spazio fluido oggettivo del mondo esterno al corpo umano.
Se tali vibrazioni sono a bassa frequenza e di particolare intensità provocano oscillazioni spaziali che si estendono a breve distanza dal corpo umano e possono causare lo spostamento di oggetti esterni (telecinesi). Se le vibrazioni emesse hanno invece frequenze comprese tra i 20 ed i 20 mila periodi al secondo, producono oscillazioni atmosferiche oggettive che rifrangendosi sulla membrana del nostro udito producono in noi sensazioni acustiche (suoni, rumori o voci misteriose).
Se la frequenza sale a quella interessante i fenomeni ottici, vengono prodotte vibrazioni elettriche nella retina degli occhi, le quali possono o meno estendersi nello spazio oggettivo esterno a seconda della loro intensità e che comunque suscitano nel soggetto emittente luci e colori (apparizioni visibili ectoplasma).
Poiché Todeschini ha dimostrato che le forze, o le altre sensazioni equivalenti, che provocano tali vibrazioni sono di natura spirituale e provengono dall’anima o dal mondo spirituale a cui essa appartiene, ne consegue che non resta per nulla infirmato, ma anzi viene comprovato scientificamente il carattere sopra-naturale di certe apparizioni. Se si tratta infatti di vibrazioni provocate direttamente nello spazio fluido oggettivo da Entità del mondo spirituale, la visione è percepita da tutti i presenti; se si tratta invece di vibrazioni provocate dal mondo spirituale nell’anima del veggente, la visione sarà percepita da tutti i presenti se essa è abbastanza intensa da far oscillare lo spazio oggettivo, altrimenti la vibrazione proiettata dall’interno sulla retina degli occhi sarà percepita solamente dal veggente come se provenisse dall’esterno.
Quando nell’anima si formano immagini molto intense, esse provocano le corrispondenti immagini elettriche sul ventro psicofisico, dal quale, tramite le fibre di commessura, vengono trasferite sulle zone centro-laterali della corteccia cerebrale e da queste, mediante le fibre del nervo ottico, vanno a finire sulla retina degli occhi. Il soggetto ha allora la sensazione che le immagini siano reali e provengono dal mondo esterno, come avviene nel sogno ad occhi chiusi, o nelle allucinazioni ad occhi aperti.
Se le vibrazioni elettriche così prodotte sono abbastanza intense da far oscillare lo spazio fluido oggettivo esterno, possono essere percepite anche da altri (ipnosi collettiva).
I particolari stati d’eccitazione dell’anima che provocano questi fenomeni possono essere ottenuti anche con stimolanti chimici od elettrici, oppure con suggestioni verbali o con il sonno ipnotico.
Con le radiazioni umane ad alta frequenza si può spiegare anche la telepatia. Infatti il pensiero può formarsi con l’evocazione di scene visive mentali da parte dell’anima, che provocano vibrazioni nella materia cerebrale del centro psicofisico, inducendo nei suoi circuiti la formazione di immagini elettroniche, le quali trasmesse nel modo già descritto, alle fibre del nervo ottico, ed alla retina oculare sono irradiate da questa a grande distanza dal corpo emittente con la velocità della luce, provocando per induzione quadri elettrici simili e sincroni sulle superfici cerebrali del centro psicofisico del soggetto ricevente, sì da suscitare nel suo spirito le corrispondenti immagini visive trasmessegli da lontano.
La psicobiofisica todeschiniana ci dimostra quindi che i fenomeni metapsichici possono essere generati in due modi diversi: o da forze del mondo spirituale, oppure da forze provenienti dall’anima umana che a quel mondo appartiene, e che tali forze provocano correnti corpuscolari organiche o movimenti spaziali che sono di natura fisica.
Notevole il fatto che con questa concezione si vengono a conciliare le tre ipotesi che sinora si contendevano la spiegazione dei fenomeni metapsichici: quella spiritica che li riteneva generati da entità extraterrene; quella animistica che li riteneva generati dallo spirito del soggetto; e quella biologica alfine che li riteneva originati esclusivamente da azioni fisiche.
Anche le due opposte tesi che tengono divisi i metapsichici in due schiere avverse: l’una che sostiene che il corpo umano emani onde magnetiche, l’altra che sostiene invece che emani una sostanza fluidica, vengono conciliate dopo che il Todeschini ha dimostrato che il campo magnetico si identifica con movimenti rotanti o vibranti di spazio fluido.
E’ stato poi rilevato come la psicobiofisica ha aperto un severo processo scientifico contro i principi ed i metodi della psico-analisi.
Questa teoria di Freud ha potuto trionfare solo perché ritenendo che le azioni umane siano determinate solamente da bisogni biologici che urgono dentro il nostro inconscio, ha attribuito certi mali fisici e disagi morali alla repressione cosciente di tali stimoli animaleschi da parte di un super-io tirannico e con ciò ha illuso l’uomo di poter trovare in tale tesi una comoda e legittima discolpa di tutto quello che può gravare la sua coscienza. Ma noi sentiamo nell’intimo che attribuire un atto riprovevole ad isopprimibili necessità biologiche è colostro o un paravento che per giunta ci ripugna, sia perché ci degrada al rango di bestie, sia perché demoralizza ogni nostro proposito di migliorare, sia perché suona offesa a milioni di creature che soffersero o morirono per ideali superiori, sia perché questi stessi martiri e santi smentiscono in pieno la tesi in parola.

· La fluidoterapia

La fluidoterapia o pranoterapia, è l’arte di curare le malattie con la semplice apposizione delle mani del “guaritore”, movendole vicino alle parti dolenti del sofferente, senza toccarlo. Resta assolutamente misterioso, anche per il pranoterapeuta, il meccanismo per il quale l’azione che compie con le mani, spesso riesce a lenire le sofferenze del paziente se non addirittura a guarirlo. Il “guaritore” quindi non sa se il fluido che esce dalle sue mani esiste realmente o meno, perché mai lo ha visto o toccato, essendo esso invisibile ed impercettibile ai nostri organi di senso. Egli non sa spiegare quali organi del corpo umano tale fluido pone in azione e come e perché questi possano operare le portentose guarigioni accadute nei millenni che pure sono innegabili e sorprendenti come hanno potuto controllare i medici di ogni epoca e di ogni nazione. Perciò è comprensibile l’entusiasmo che si è sollevato in molti di loro quando, venuti a conoscenza delle teorie del Todeschini, hanno visto in esse le risposte che cercavano, potendo così ottenere, finalmente, quei riconoscimenti scientifici e giuridici delle loro reali capacità terapeutiche allo scopo di poterle esplicare liberamente.
Ecco allora come Todeschini chiarisce la base scientifica della fluidoterapia. L’azione del pranoterapeuta è duplice: una diretta fisica, esercitata sulla linea nervosa che congiunge ciascuna delle ghiandole endocrine periferiche ai loro teleregolatori automatici cerebrali, come l’ipofisi; ed una indiretta spirituale che egli esplica attraverso gli organi di senso sulla psiche dell’ammalato. Con la prima di queste azioni, il guaritore avvicinando la sua mano al nervo di uno dei teleregolatori delle ghiandole endocrine del paziente, avvicina a tale nervo quelli propri localizzati nel suo braccio e che si diramano entro il palmo della sua mano e nelle sue dita. Ma le linee nervose del “guaritore” essendo percorse da correnti elettriche alternate, generano intorno a loro campi magnetici alternati di pari frequenza che escono dalla mano del pranoterapeuta, si propagano nello spazio fluido adiacente ad essa, ed investendo la linea nervosa del teleregolatore dell’ammalato, producono in essa, per la legge di Lenz, delle correnti elettriche che vanno a variare l’azione secretiva della ghiandola del paziente, che per tal modo viene eccitata a rimettersi in azione se si era fermata, od accelerare, o ritardare il suo ritmo di secrezione, se questo si era sregolato, in modo che tale ghiandola riprenda ad emettere le esatte quantità di sostanze chimiche atte a ripristinare lo stato di salute.
Che il “guaritore” emetta realmente con le sue mani l’onda di spazio fluido alternata a determinata frequenza, è comprovato sperimentalmente da un apparecchio, chiamato fluidometro, realizzato dal Todeschini con i suoi collaboratori, che svela l’esistenza del fluido, ne misura l’intensità energetica , quando la mano del pranoterapeuta si avvicina all’apparecchio senza toccarlo. Sinora si è detto di correnti elettriche nervose e di campi magnetici concatenati ad esse, per far comprendere come si svolge l’azione fisica del “guaritore”, anche a quelli che usano quei termini scientifici relativi all’elettricità e al magnetismo. Ma poiché Todeschini ha dimostrato che la corrente elettrica non è che una successione rapidissima di urti corpuscolari, ed il magnetismo non è che un movimento rotante od alterno di spazio fluido, la descrizione del come avvenga l’azione fisica del pranoterapeuta, deve essere spiegata nel linguaggio proprio della fluidodinamica, e cioè: Dato che le linee nervose che scendono alla mano del “guaritore”, sono percorse da una successione di urti corpuscolari, ritenute erroneamente correnti elettriche, ne deriva che gli atomi che costituiscono la linea nervosa, ricevendo tali urti, espellono i loro elettroni periferici, mentre gli elettroni interni saltano su orbite circolari di raggio minore aventi velocità maggiore e compiono così un numero maggiore di rivoluzioni al secondo intorno al loro nucleo. Con ciò tali atomi sono sottoposti a forze centrifughe rotanti che hanno per effetto di spostare periodicamente il baricentro degli atomi stessi e di provocare così delle onde nello spazio fluido circostante, che vengono ritenute, erroneamente, essere onde magnetiche. Queste onde di spazio fluido ambiente, investendo la linea nervosa vi provocano la oscillazione degli atomi che la costituiscono, così come delle onde prodotte in uno stagno d’acqua, fanno oscillare dei sugheri in essa immersi ad una certa distanza. L’oscillazione degli atomi, provoca l’espulsione dei loro elettroni periferici, che vanno ad urtare gli atomi successivi della linea nervosa, e così via. In tal modo lungo tale linea che dal teleregolatore cerebrale scende alla relativa ghiandola, si propaga una successione di urti corpuscolari, chiamata erroneamente corrente elettrica indotta, la quale eccita la ghiandola ad emettere nel sangue più o meno rapidamente le sostanze chimiche che questa secerne e che sono indispensabili a ripristinae l’equilibrio chimico infranto, cioè atte a ripristinare la salute.
Per quanto riguarda invece l’azione indiretta spirituale che il “guaritore” esplica sulla psiche dell’ammalato, essa si svolge nel seguente modo. Il paziente attraverso i suoi occhi vede il pranoterapeuta, ed attraverso le sue orecchie sente le parole che pronuncia, che inducono nel paziente, per suggestione, una speranza, una volontà, di guarire tali, che la sua anima riacquista la facoltà di emettere quelle minime forze spirituali indispensabili per azionare l’interruttore della linea nervosa che collega il centro dove essa risiede, con l’ipofisi allo scopo di far passare in questa tali correnti elettriche, le quali poi tramite la linea vanno a rafforzare quelle indotte direttamente in tale linea per via fisica, avvicinando la mano del guaritore. Che l’anima possa esplicare una simile azione volontaria, lo dimostra il fatto che è sufficiente che noi vogliamo far piegare e poi distendere tre volte il nostro dito indice della mano destra, perché tale azione venga compiuta immediatamente oppure in un ben preciso istante a venire, lenta o rapida, ed il preciso numero di volte che noi vogliamo, attraverso l’invio di correnti elettriche centrifughe di azione lungo i nervi che dal cervello vanno ad azionare i corpuscoli di moto del dito indice. Trattasi in sostanza di un vero e proprio elettrocomando psicobiofisico che partendo dalla nostra anima, che ha sede nel centro psichico si realizza attraverso ai dispositivi elettronici scoperti e descritti dal Todeschini.
Oltre a poter azionare gli organi di moto, l’anima ha anche la possibilità di poter inviare correnti elettriche sulle linee nervose che vanno ad eccitare le ghiandole periferiche, concorrendo così a far loro emettere le sostanze chimiche (medicinali interni) nel sangue, onde ripristinare la salute. Questo metodo di guarigione si chiama “psicoterapia”, perché è dovuto all’azione della nostra psiche, sul nostro corpo, tramite l’invio di correnti elettriche sui circuiti dei regolatori automatici delle ghiandole endocrine.

· Agopuntura e agopressione

L’agopuntura è una terapia, nata in Cina circa 3000 anni fa, che consiste nell’infiggere degli aghi metallici nella cute del paziente, in punti ben precisi e diversi secondo il tipo di affezione di cui è soggetto. E’ ovvio che la localizzazione dei punti esatti del corpo umano dove introdurre gli aghi sono frutto di innumerevoli tentativi fatti durante una plurimillenaria ricerca. Detti punti sono quindi stati determinati sperimentalmente a secondo dei risultati di guarigione o meno nella pratica di tale arte. L’agopuntura è, perciò, basata sull’empirismo come la medicina e la fluidoterapia. Una spiegazione dei motivi per i quali l’agopuntura funzioni è quella che introduce il concetto dell’esistenza di una energia universale che si distribuisce in tutti gli organi del corpo umano seguendo certi canali denominati “meridiani”, con caratteristiche non materiali, ma che vengono rappresentati come linee verticali, che seguono le sinuosità del corpo umano dall’alto verso il basso poste ad una certa distanza reciproca.
Lasciando però da parte i principi filosofici e naturali che non spiegano il perché introducendo degli aghi nel corpo umano si risolvano delle malattie, Todeschini, dimostra come ciò sia possibile se si tiene conto della tecnologia elettronica di tutti gli organi del corpo umano. Tornando ai “meridiani” si può osservare che essi essendo conduttori di energia cinetica, la quale è rappresentata dal prodotto di una massa per il semiquadrato della sua velocità, non possono essere che organi materiali, come ad esempio le linee nervose del corpo umano. Poiché gli aghi introdotti nell’epidermide producono la sensazione di dolore, che è percepibile e sorge esclusivamente nel nostro spirito, vuol dire che con tali punture sono stati eccitati i ricettori periferici del tatto, i quali hanno trasformato l’energia cinetica di tale eccitazione in quella corrispondente agli urti corpuscolari (correnti elettriche), le quali inviate al cervello, tramite le linee nervose vengono percepite dalla psiche, come sensazioni dolorose di trafittura. La psiche rinvia di conseguenza tali correnti elettriche all’ipofisi, od agli altri teleregolatori cerebrali simili ad essa, che vengono poi dirette alle ghiandole periferiche appropriate, le quali secernono così le sostanze chimiche nella quantità esatta adatta alla guarigione. E’ chiaro che i cinesi solamente attraverso millenni di tentativi sono riusciti a determinare i punti specifici del corpo umano nei quali l’infissione degli aghi provoca l’eccitazione di quelle particolari ghiandole che secernono quelle sostanze chimiche specifiche, atte non solo al metabolismo di tutte le cellule del corpo umano, ma anche per l’immunità antibatterica e per guarire quelle particolari malattie. Tali punti variano di posizione e di numero a secondo della malattia sulla quale intervenire.
Simile all’agopuntura è l’agopressione che consiste in un modo diverso di eccitare le ghiandole periferiche endocrine, anzichè usando degli aghi, attraverso la pressione esercitata negli stessi punti indicati dall’agopuntura cinese, evitando così il dolore della trafittura, le eventuali infezioni, e la paura che il paziente può provare verso la puntura degli aghi.

· Elettroterapia

Todeschini nei suoi pluridecennali studi sul funzionamento degli organi del corpo umano effettuati allo scopo di poter arrivare ad una visione unitaria del creato ha scoperto il modo con il quale agiscono gli elettroregolatori automatici cerebrali dei corpuscoli di moto e delle ghiandole endocrine. Il funzionamento di una di esse, ad esempio l’ipofisi, è il seguente: quando il sangue eccede o difetta di certe sostanze chimiche, irrorando esso anche l’ipofisi, vi produce una variazione di corrente elettrica, la quale tramite una linea nervosa specifica, va a ritardare od accelerare l’azione secretiva chimica della ghiandola periferica, la quale ripristina così, l’equilibrio chimico indispensabile a normalizzare le specifiche funzioni vegetative ed immunologiche cui essa è preposta. Questi regolatori, che sono migliaia, funzionano quindi automaticamente, ma per ragioni diverse, possono spesso regolarsi. E’ chiaro, allora, che conoscendone la tecnologia, come si possono ristabilire le loro funzioni normali intervenendo in due modi diversi: od introducendo nel sangue le sostanze mancanti ingerendole per via orale o tramite iniezioni, oppure facendo variare le correnti elettriche nervose preposte all’eccitazione delle ghiandole periferiche in modo da accelerare o ritardare la loro secrezione chimica di ormoni, vitamine, anticorpi, atomi o molecole diverse, ecc.
Da tali principi scoperti dal Todeschini, sono stati ricavati diversi apparecchi elettronici con i quali si è inaugurata un nuovo metodo terapeutico, chiamata elettroterapia, o magnetoterapia o marconiterapia , costituiti da generatori di correnti elettriche alternate che percorrendo un circuito chiuso generano un campo magnetico concatenato oscillante il quale investendo le linee nervose del paziente, produce in esse, per legge di Lenz, delle correnti elettriche indotte, che vanno ad accelerare ed a ritardare l’azione secretiva delle ghiandole endocrine periferiche.

· Omeopatia

L’omeopatia è una terapia che consiste nel curare con dosi minime di medicinali che provocano gli stessi sintomi della malattia da curare. E’ Anch’essa basata sull’empirismo. Lo sviluppo moderno di tale metodo curativo consiste nell’usare dei medicinali che siano composti dagli stessi elementi chimici reperibili nei vari organi del corpo umano e prodotti dalle varie ghiandole. Anche la spiegazione deì perchè dell’efficacia delle cure omeopatiche passa attraverso la considerazione della tecnologia elettronica del sistema nervoso e quella dei circuiti teleregolati dal cervello preposti all’azione secretiva delle ghiandole periferiche scoperta da Todeschini. Questa pratica terapeutica funziona considerando che le sostanze minerali, vegetali o biologiche somministrate in quantità tossica nell’uomo sano, creano un preciso quadro patologico a livello fisico, emozionale e psichico. Queste stesse sostanze, opportunamente diluite e dinamizzate, curano efficacemente e rapidamente non solo questi avvelenamenti, ma tutti i quadri morbosi che presentano analoga sintomatologia fisica, emozionale e psichica. La sua azione si manifesta e si esplica non tanto contro l’agente infettante, come nel caso della antibioticoterapia, quanto nel modificare il terreno per cui i virus o bacilli, non trovano né ospitalità né possibilità di operare con virulenza, e così via, mentre invece vengono facilitati i fenomeni di allontanamento delle tossine, di drenaggio degli emuntori, ecc.. Esempio di terapia omeopatica sono le vaccinazioni che usano dosi minime di agenti infettanti; l’impiego efficace delle tossine tubercooliniche omeopatiche nella cura delle malattie tubercolari il cui uso da parte dei medici omeopatici ha preceduto di molti anni la scoperta del bacillo da parte di Koch…Oggi si è accertato con gli isotopi radioattivi che le grandi diluizioni contengono veramente i principi attivi, che vengono assorbiti per via orale dai capillari della lingua. La dinamizzazione del farmaco omeopatico rientra perfettamente nella teoria todeschiniana, in quanto il medicamento omeopatico dinamizzato ha in sé quelle energie vibratorie salutari atte ad operare nell’organismo malato il riequilibrio a livello protoplasmatico, cellulare e nervoso attraverso i mediatori chimici neuro-ormonali. Il farmaco deve avere le stesse caratteristiche sintomatologiche della sostanza che ha provocato la malattia, cioè deve essere “il più simile” al complesso di sintomi che lo caratterizzano nella “materia medica”, appunto perché ha una sua tipica e unica “vibrazione”. In questo si avvicina ai catalizzatori cellulari, agli enzimi e alle vitamine che operano in dosi infinitesimali e per la disposizione vibratoria e spaziale dei loro componenti molecolari.

· Le sensazioni

Ricaviamo ancora una volta dal volume PSICOBIOFISICA dell’Ing. Marco Todeschini, per meglio approfondire quanto già accennato a riguardo delle sensazioni e del mondo spirituale.
Una chiara visione sintetica del mondo fisico e dei suoi fenomeni potrebbe essere riassunta dalla seguente frase:
L’Universo è costituito solamente di spazio fluido inerziale i cui moti rotanti costituiscono i sistemi atomici ed astronomici che formano la materia ed i cui moti ondosi, quando e solamente quando colpiscono i nostri organi di senso, suscitano in noi le sensazioni di forza, elettricità, suono, calore, luce, odore, sapore, ecc.”.
E’ chiaro che tale visione deve essere dimostrata col provare che forza, elettricità, suono, calore, luce, odore, sapore, ecc., non esistono fuori di noi nel mondo fisico oggettivo. Basterà perciò dimostrare che una di tali sensazioni, ad esempio la forza, è irreperibile fuori di noi.
Supponiamo quindi che una sfera di massa m1 in movimento rettilineo, subisca una determinata decelerazione a1 nell’urtare contro un’altra sfera immobile avente massa m2 e le imprima un’accelerazione a2, come accade nel gioco del biliardo. Immaginiamo anche che nell’urto non vi sia alcuna dispersione in calore, suono, ecc. e che la sfera urtante, dopo l’urto resti immobile. Questo per semplificare i calcoli. Potremo rappresentare questo fenomeno con la seguente eguaglianza:

m1 a1 = m2 a2 (23)

Sia il primo che il secondo membro esprimendo il prodotto di una massa per un’accelerazione, per il principio d’inerzia del Newton, sono equivalenti entrambi ad una forza F. Orbene si tratta di accertare se nell’urto la massa m1 ha impresso alla massa m2 una forza o una accelerazione, oppure se le ha impresso forza ed anche accelerazione. Se fosse vero quest’ultimo caso, nella massa m2 dopo l’urto, si dovrebbe trovare sia la forza F, sia l’accelerazione a2 cioè si dovrebbe trovare:

m2 a2 + F (24)

Questa inerzia essendo stata comunicata dalla decelerazione a1 della massa m1 contro la sfera urtata, per l’equilibrio dovremo avere:

m1 a1 = m2 a2 + F (25)

ma essendo

F = m1 a1 = m2 a2

avremo:

m1 a1 = 2 m1 a1 (26)

la quale costituisce un’assurdo matematico, essendo invece:

m1 a1 < 2 m1 a1 (27)

Questo non è un’assurdo matematico, ma costituisce un’assurdo fisico perché ci dice che la sfera urtata ha una forza d’inerzia doppia di quella che le ha ceduto quella urtante. Se questo fosse, sarebbe possibile generare il moto perpetuo, sarebbe possibile ottenere forze maggiori da forze minori, il che è assurdo.
Ritenendo quindi che alla massa urtata sia stata impressa una forza ed anche un’accelerazione cadiamo in un assurdo matematico ed in un assurdo fisico. Bisogna quindi concludere che la massa urtante abbia ceduto a quella urtata solamente una forza oppure solamente un’accelerazione.
Ora, poichè dopo l’urto nella sfera urtata troviamo realmente la sua massa m2 e l’accelerazione a2, ne segue che tra le due sfere non si è trasmessa forza ma solamente un’accelerazione di massa. L’unica realtà esistente nel mondo fisico, dopo l’urto è la massa materiale urtata che accelera e non possiamo sostituire questa realtà fisica con una forza astratta, benchè questa sia equivalente al prodotto di quella massa per la sua accelerazione secondo la relazione:

F = m2 a2 (28)

Solamente se tale massa urta contro i nostri organi di senso, noi risentiamo la sensazione di forza. In altre parole il secondo membro della (28) è costituito dal prodotto di due fattori entrambi reperibili nel mondo fisico, la equivalente forza F non è in tale mondo reperibile, poiché essendo essa una sensazione sorge esclusivamente in noi. Qui è opportuno richiamare quanto abbiamo detto e cioè che se dal lato matematico non vi è alcun dubbio che sia lecito sostituire il prodotto della massa urtante per la sua accelerazione espresso dal primo membro della (23) con la forza equivalente perché ciò è stato appunto postulato dal Newton, dal lato fisico invece tale sostituzione appare ingiustificata poiché senza la realtà oggettiva del corpo che decelera contro il corpo urtato, questo non si muove. La sostituzione della forza al posto della materia urtante, appare quindi illecita se l’urto avviene tra materia e materia, mentre è invece lecita se vogliamo stabilire l’equivalente sensazione di forza che sorge nella nostra psiche allorchè questo urto di materia viene ad esercitarsi contro i nostri organi di senso (tatto).
Il primo membro della (28), cioè la forza F, è quindi una sensazione e come tale è percepita solamente da noi, dalla nostra psiche. E’ un’attività di questa, una realtà del mondo psichico, mentre è un’apparenza del mondo fisico, nel quale esiste esclusivamente la equivalente accelerazione di massa espressa dal secondo membro della (28).
Il primo membro di tale equazione indica quindi una forza reperibile esclusivamente nel mondo psichico soggettivo, mentre il secondo membro indica due entità (massa e sua accelerazione) reperibili esclusivamente nel mondo fisico oggettivo.
Una conclusione generale, quindi, può essere questa: poichè le sensazioni sono equivalenti a forze F e queste sono sempre equivalenti al prodotto della massa m di una certa quantità di materia o di spazio fluido, per l’accelerazione a, potremo scrivere:

Se = F = ma (21)

Così, ad esempio, se con m indichiamo la massa totale delle molecole che sollecitate da un’onda atmosferica acustica s’infrangono contro la membrana dell’orecchio in un minuto secondo subendo una decelerazione a, il simbolo Se rappresenterà il suono S percepito da noi, il quale risulta così proporzionale al prodotto di una massa per una accelerazione.
La (21) quindi ci dice che tutte le sensazioni da noi percepite sono proporzionali alle accelerazioni della massa di spazio fluido o di materia che colpiscono i nostri organi di senso. Per cui le sensazioni di forza F continua ed alterna, quelle gravitiche di peso P, quella magnetica H, quella elettrica E, quella elettromotrice Fe, quella acustica S, quella termica T, quella luminosa L, quella odorifica O e quella saporosa Sa, sono dovute e suscitate tutte da una decelerazione di masse contro i nostri organi di senso. Ne segue che la (21) è l’equazione che riassume le seguenti:

F = m1 a1 ; - sensazione di forza
P = m2 a2 ; - sensazione di peso
H = m3 a3 ; - sensazione magnetica
E = m4 a4 ; - sensazione elettrica
Fe = m5 a5 ; - sensazione elettromotrice (22)
S = m6 a6 ; - sensazione acustica
T = m7 a7 ; - sensazione termica
L = m8 a8 ; - sensazione luminosa
O = m9 a9 ; - sensazione odorosa
Sa = m10 a10 ; - sensazione saporosa

A sostegno di quanto esposto facciamo qualche esempio.
Se tuffiamo nella corrente d’acqua di un fiume una mano e ve la mettiamo immobile, abbiamo la sensazione di una forza, perché vi è velocità relativa tra il liquido e la mano. Se invece siamo a bordo di una barca che segue la corrente con la stessa sua velocità ed immergiamo nell’acqua la mano non risentiamo su di essa alcuna forza perché non vi è movimento relativo tra il liquido e la mano.
Anche la sensazione del suono nasce in noi solamente se vi è velocità relativa tra l’atmosfera ed i nostro organi. Infatti se in qualsiasi modo generiamo un suono, un’onda atmosferica si propaga nell’atmosfera alla velocità di ca. 323 m/s. L’onda infrangendosi sul nostro orecchio susciterà una sensazione acustica. Ma se contemporaneamente all’emissione del suono noi ci allontaniamo dalla sua origine alla stessa velocità dell’onda atmosferica noi non percepiremo alcuna sensazione acustica perché tra il nostro organo dell’udito e l’atmosfera non vi è alcun moto relativo.
La sensazione luminosa sorge anch’essa in noi solamente se vi è velocità tra lo spazio fluido esterno ed i nostri occhi. Se accendiamo una lampada, infatti, un’onda a frequenza visiva si propaga con una velocità di ca. 300.000 km/s che infrangendosi contro la retina dei nostri occhi suscita nella nostra psiche la sensazione di luce. Se noi però ci allontanassimo dalla sorgente luminosa con la stessa velocità di propagazione dell’onda, questa non potrebbe mai raggiungerci e colpire i nostri occhi e perciò in noi non verrebbe suscitata la sensazione luminosa corrispondente
Pure le sensazioni elettriche sorgono solamente in noi allorchè vi è velocità relativa tra lo spazio esterno ed il nostro corpo. Infatti se un’antenna radio provoca delle onde di spazio a frequenza hertziana che vanno a colpire l’antenna ricevente, vi provocano una corrente di elettroni. Toccando l’antenna ricevente con una mano, se la corrente è abbastanza potente, noi risentiamo l’impressione di una scossa elettrica. Se viceversa noi potessimo allontanarci assieme all’antenna ricevente con la velocità dell’onda radio di 300.000 km/s, mai verremmo raggiunti dall’onda radio e potremmo toccare l’antenna sicuri di non percepire alcuna sensazione elettrica.
Senza dilungarci oltre possiamo quindi ritenere per certo che se non vi è moto relativo tra lo spazio fluido o la materia del mondo fisico oggettivo e gli organi di senso del corpo umano, nessuna sensazione sorge nella psiche. Perciò questa sorge in noi e non proviene assieme all’onda del mondo esterno, poiché questa in qualsiasi punto del suo tragitto, non ha ancora prodotto l’urto che è causa determinante della sensazione.
I primi membri delle equazioni di inerzia (22) indicano quindi sensazioni o qualità reperibili solo nella psiche, mentre i secondi membri indicano le corrispondenti accelerazioni di masse reperibili esclusivamente nel mondo fisico e biologico.
Da quanto sopra è chiaro che i movimenti di particolari porzioni di spazio, rispetto allo spazio circostante, costituiscono l’unica realtà oggettiva dei fenomeni fisici che possono così esistere indipendentemente dall’esistenza o meno del soggetto osservatore e che dalla relatività di tali moti, rispetto all’osservatore, nascono nella psiche di questi le sensazioni corrispondenti che ci svelano questi moti relativi spaziali e li rivestono di qualità (sensazioni) apparenti.
Il principio unifenomenico ci assicura che noi viviamo in un mondo silente, buio, incolore, atermico, insapore, inodore, e privo anche di forze e di elettricità, ma percorso solamente da movimenti di spazio che solo quando colpiscono i nostri organi di senso vengono trasformati e trasmessi al cervello suscitando nella nostra psiche le sensazioni corrispondenti di forza, elettricità, suono, calore, luce, odore, sapore, ecc.
Il principio unifenomenico ci assicura quindi che tali sensazioni sono irreperibili nel mondo fisico oggettivo, corpo umano compreso e che esse durando nel tempo e non occupando spazio, sono attività che sorgono esclusivamente nella nostra psiche del pari immateriale e cioè l’anima che non avendo dimensioni spaziali come la materia, appartiene ad un mondo immateriale, cioè spirituale.
Forze, elettricità, suoni, luce, calore, sapore, odore, ecc. sono quindi manifestazioni che durando nel tempo ma non occupando spazio, sono immateriali e perciò reperibili ed appartenenti esclusivamente al mondo spirituale.
Stante che, come abbiamo dimostrato considerando l’urto tra due frammenti di materia, non si può andare contro il principio unifenomenico senza cadere in un assurdo matematico od in un assurdo fisico, ne consegue che tale principio resta comprovato dal rigore del calcolo e perciò ha i titoli richiesti dalla scienza per essere ammesso come verità indiscutibile ed acquisita. Ma con ciò resta anche provato scientificamente l’esistenza oltre che di un mondo fisico, quella di un mondo spirituale di cui fa parte l’anima e di cui fanno parte le sue attività specifiche delle sensazioni e del pensiero.

· Il mondo spirituale e l’anima

A questo punto per meglio capire facciamoci una domanda di questo tipo: qual è l’unità biologica alla quale fanno capo tutti gli organi di senso preposta quindi a ricevere la catena di movimenti materiali che provengono dal mondo fisico oggettivo? Facciamo un’ulteriore esempio. Quando un’onda atmosferica a frequenza uditiva si infrange contro le membrane dei nostri orecchi, queste trasmettono le vibrazioni tramite una catena di ossicini al sacculo ed alla linfa in esso contenuta e questa all’altro sacculo ed al liquido in esso contenuto e questo ancora all’organo del Corti, e di qui tramite le fibre del nervo acustico la vibrazione viene condotta alla corteccia dei due emisferi cerebrali opposti e simmetrici, dai quali tramite altre fibre le vibrazioni vengono condotte ad un organo centrale ove si sovrappongono. In questo centro cerebrale ha quindi termine la catena dei movimenti e perciò in tal luogo essi vengono trasformati in sensazione dalla psiche (anima). Ovviamente il meccanismo sopradescritto è valido, nel principio e con le relative varianti biologiche, per tutti gli organi di senso e quindi al cervello arrivano tramite linee nervose soltanto correnti corpuscolari (elettroniche) che suscitano nella nostra psiche ed esclusivamente in essa le sensazioni corrispondenti di forza, elettricità, suono, calore, luce, odore, sapore, ecc.. Poiché tali sensazioni sono irreperibili nel mondo fisico oggettivo, corpo umano compreso e durano nel tempo, non occupando spazio, sono attività immateriali che sorgono esclusivamente nella nostra psiche ugualmente immateriale (anima) che ha sede nel centro cerebrale preposto.
L’anima quindi e le sue sensazioni, essendo irreperibili nel mondo fisico, corpo umano compreso, perché non vi occupano spazio, appartengono ad un mondo che pur durando nel tempo come esse, non ha le dimensioni spaziali come ha la materia, appartengono cioè ad un monto immateriale, cioè spirituale. Questo fatto, che deriva dal principio unifenomenico già esposto, ci assicura perciò di una grande verità e cioè che oltre ad un mondo fisico al quale appartiene anche il nostro corpo e nel quale l’unico fenomeno possibile è il movimento dello spazio, vi è anche uno mondo spirituale al quale appartengono l’anima e le sue specifiche attività costituite dalle sensazioni, dal pensiero, dalla memoria, dal raziocinio, ecc.

F.Zampieri (18/03/2004)

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