CORRIERE DELLA SERA 29 Ottobre 1954

I dischi volanti argomento del giorno

E’ ormai quasi impossibile negare la realtà del fenomeno

L’interpretazione dei casi sicuramente accertata è varia: chi pensa a una origine planetaria, chi a segrete macchine volanti terrestri, chi a ignote manifestazioni atmosferiche

Gli articoli che , giorni fa, pubblicammo sulla casuale osservazione di un “disco volante” nel cielo di Linate (17 settembre, ore 19,40) e sulle deduzioni (assolutamente ipotetiche e soggettive) che l’insolito spettacolo aveva ispirato hanno avviato una serrata polemica giornalistica. Autorevoli pareri, così, di astronomi, di progettisti, di cultori d’aerodinamica, di fisici, di aviatori sono apparsi sulle colonne dei giornali e dei settimanali italiani e opinioni altrettanto autorevoli vengono rese pubbliche dalla stampa estera. Oggi non si parla d’altro; la gente sembra più morbosamente incuriosita che spaventata: e se la “tesi” marziana vanta, in definitiva, maggior favore e popolarità ciò parrebbe confermare la sfiducia dell’uomo della strada per i suoi simili capaci sì, di prodigiose invenzioni e scoperte ma fatalmente accompagnate da guai apocalittici. Un “marziano” lo si spera bonario e pacifista.
Oggi, però, non vogliamo ribadire la nostra modesta tesi (provenienza terrestre: un missile segreto teleguidato); bensì – dopo accurata indagine – fare il “punto” sull’appassionante problema lasciando che il lettore tragga, dalle notizie raccolte, le sue conclusioni. Ecco in sintesi i motivi essenziali di questa favola troppo moderna.
PARERE DI ASTRONOMI – Gli astronomi escludono che si possa trattare di “avanzi” di comete: un bolide per quanto piccolo non muta in breve tempo la sua velocità e la sua traiettoria. escludono la provenienza marziana: Marte è un pianeta in “pensione” del sistema solare. Sebbene Marte sia gratificato di una atmosfera, l’assenza di ossigeno impedirebbe l’evoluzione di esseri ragionanti, capaci. E se così non fosse? Se anche così non fosse, tra Marte e la Terra intercorrono 227 milioni di chilometri: di conseguenza un proiettile di cannone impiegherebbe 10 anni a superare la citata distanza, ammettendo, naturalmente, che il proiettile riesca a sfuggire all’attrazione marziana.
Come a suo tempo il professor Armellini, direttore dell’osservatorio astronomico di Roma, gli astronomi avanzano questa ipotesi: forse si tratta di un fenomeno prodotto da grandi bolle d’aria fortemente ionizzate da scariche elettriche globulari.
Opinione del celebre professore d’astrofisica Donald Menzel: “i dischi esistono, non ci si può adagiare sulla gratuita convinzione del miraggio collettivo, dell’universale allucinazione”. Pur essendo “di casa” lo scienziato americano ammette che lo studio dell’atmosfera è allo stadio iniziale e che il cielo risulta molto più astruso, complicato, di quanto comunemente si possa immaginare. di conseguenza non è opportuno scartare in modo assoluto la “provenienza” ultraterrena; però, aggiunge assennatamente, bisognerebbe prima provare, e in maniera inconfutabile, che i “dischi” non sono figli dell’ingegno umano.
STATISTICA – Una specie di “referendum” ha rivelato che nei Paesi visitati dai “dischi” due persone su tre credono nella loro esistenza. A parte i referti di antiche apparizioni d’oggetti misteriosi nell’aria (relazione dei gesuiti del 1600 ed altre simili del 1800), il “debutto” dei dischi porta la data del giugno 1947. Dal 1947 ad oggi le segnalazioni più o meno valide raggiungono il numero di 18000. Sino al 1950 l’Europa, senza “dischi” si beffava delle notizie provenienti dagli Stati Uniti, invasi dai “dischi”. I “dischi” sono apparsi in Europa” con buona frequenza, nel 1952; cinque anni dopo, dunque, del “debutto” americano. Questo dato di fatto (l’aumento graduale dell’autonomia dei “dischi”) potrebbe illuminare chi volesse approfondire la tesi della provenienza terrestre.
MAGGIORI TESTIMONIANZE – E’ ovvio che migliaia di testimonianze vanno considerate nulle, perché persone in buonissima fede, ma non in familiarità col cielo, possono prendere abbagli con estrema facilità. Riferiremo, dunque, solo le testimonianze isolate ma ineccepibili e quelle collettive.
1. Il tenente americano Gorman inseguì per molti minuti un “disco” con il suo apparecchio confermando ciò che, nel giugno 1947, aveva riferito l’aviatore Kenneth Arnold.
2. La tragedia di Mantell: il capitano pilota, durante un volo d’esercitazione, incontrava un “disco” di proporzioni inverosimili, gigantesche. Il “disco” diede la caccia all’apparecchio di Mantell. Il capitano si mise in comunicazione – mercè il radiotelefono di bordo – con la torre di controllo di Fort Knox descrivendo dettagliatamente le fasi della sua avventura. Ad un tratto la voce tacque: l’apparecchio era precipitato. Il pilota fu trovato morto.
3. Un’osservazione compiuta nel 1952, in una zona desertica dell’Africa: il “disco” fu descritto di forma conica, e con diametro superiore ai 100 metri.
4. Le osservazioni compiute dai metereologi di White Sands durante gli esperimenti con le V-2.
5. I piloti Chiles e Whited incapparono, volando, in un “disco” luminoso della lunghezza stimata in 30 metri.
6. L’osservazione similare effettuata dai piloti di un B-29 in crociera sul Golfo del Messico. In tale occasione i “dischi” luminosi vennero captati e controllati da tre schermi radar.
7. Le testimonianze dei piloti in servizio sulle linee civili inglesi che incontrarono i “dischi” sull’Atlantico.
8. Le osservazioni, pressochè concordi a quelle inglesi, compiute dai piloti dell’Air France.
9. Le testimonianze di piloti militari francesi i quali, dopo un esame approfondito, compilarono una relazione su quanto avevano osservato.
10. La testimonianza del colonnello pilota italiano preposto alla stazione radar di Roma.
11. Le due osservazioni compiute dalll’ingegner Nardi, progettista d’areoplani, il 17 settembre (per venti minuti) e il 20 settembre (per diciotto minuti circa).
12. La comunicazione di Radio-Budapest in data 26 ottobre.
13. Le apparizioni, controllate da centinaia di persone simultaneamente, sull’Adriatico e sull’Italia centrale , nel pomeriggio del 26 ottobre.
14. Le segnalazioni recenti in Francia e in Germania.
ORGANIZZAZIONI DI CONTROLLO - La prova maggiormente persuasiva sulla realtà dei fenomeni misteriosi sembra offerta dai provvedimenti presi negli Stati Uniti per controllare e studiare i fenomeni stessi. Dal 1947 è stata costituita in America un’apposita commissione scientifica: ha esaminato più di 200 casi. Inoltre l’A.T.I.C. (Air Technical Intelligence Center) svolge un’attività capillare nel Paese raccogliendo le notizie che riguardano le apparizioni dei “dischi”.
Le conclusioni alle quali pervennero le commissioni americane non parvero molto chiare a numerosi critici: e vi fu grossa battaglia sui giornali. Alcuni sostennero che il Governo statunitense amava “minimizzare” per non impressionare la popolazione, altri che il Governo “fingeva” di controllare un fenomeno nato nelle officine segrete dell’America, altri dichiararono che lo stato maggiore degli Stati Uniti era ed è in possesso di alcune parti di un “disco” precipitato.
SISTEMA DI PROPULSIONE – I “dischi” non fanno alcun rumore quando balenano in cielo. Questo è uno dei lati inesplicabili del fenomeno. Ma siamo alle solite: tutte le scoperte, le invenzioni vengono forse rivelate? E’ logico rispondere negativamente. Poco tempo fa un breve comunicato americano anninciò che “il primo motore atomico per aerei” (utilizzazione di sodio e grafite) era in fase di realizzazione. Ma sarà proprio il “primo”? e poi, prima di decidere che questi ordigni sono muti, bisognerebbe individuare la loro quota di navigazione e le loro conseguenti dimensioni. Perché se i “dischi” galoppassero oltre i 12, 14 mila metri, asai difficile risulterebbe la percezione del rumore prodotto dal sistema di propulsione ed anche la percezione del tradizionale “fischio” dei caccia a reazione in volo. Morale: ma siccome il sistema di propulsione dei “dischi” risulta sconosciuto, alcuni ribadiscono l’ipotesi di una provenienza siderale.
Morale: le conclusioni alle quali, oggi, è possibile addivenire paiono le seguenti:
1. E’ da escludere la “tesi” della universale allucinazione, quindi i “dischi” esistono.
2. La loro origine può essere terrestre: un segreto gelosamente, perfettamente custodito.
3. La frequente apparizione ad oriente non conforta sufficentemente l’opinione che si tratti di ordigni russi.
4. Se terrestri, i “dischi” possono essere americani o russi o inglesi.l’Inghilterra è la più progredita nel campo dell’aeronautica sperimentale d’avanguardia.
5. Non si possono escludere a priori le altre due tesi: mezzi di provenienza ultraterrena (nel qual caso le leggi d’astrofisica ritenute definitive andrebbero in buona parte abrogate); fenomeni atmosferici molto vagamente conosciuti dai più accreditati indagatori.

Maner Lualdi