CROP CIRCLES FRA LEGGENDA E SCIENZA

 

THE “MOWING DEVIL”: IL PAMPHLET DEL 1678  

 

Testimonianze dettagliate inerenti formazioni di cerchi ci giungono attraverso il noto documento dell’ Agosto 1678 (Fig.3), in cui si fa cenno ad uno strano evento avvenuto nelle campagne d'Inghilterra, nell'Hertfordshire, detto "The Mowing Devil" ("Il diavolo mietitore").

A distanza di pochi anni il naturalista inglese Robert Plot  dedicò parte dei suoi studi a tutta una serie di eventi riconducibili a storie fantastiche come quella che andremo a leggere più avanti.

(Testo)"Being a True Relation of a Farmer, who Bargaining with a Poor Mower, about the Cutting down Three Half Acres of Oats: upon the Mower's asking too much, the Farmer swore That the Devil should Mow it rather than He. And so it fell out, that very Night, the Crop of Oat shew'd as if it had been all of a Flame: but next Morning appear'd so neatly mow'd by the Devil or some Infernal Spirit, that no Mortal Man was able to do the like. Also, How the said Oats ly now in the Field, and the Owner has not Power to fetch them away."

(Traduzione)Questo è il racconto di un agricoltore che trattando con un povero mietitore sul compenso per la falciatura di tre mezzi acri di avena, a fronte di una richiesta troppo elevata del mietitore, giurò che il diavolo avrebbe mietuto il campo piuttosto che lui. E così accadde che quella stessa notte il campo di avena si mostrò come se fosse stato tutto una fiamma; ma il mattino seguente il campo apparve così perfettamente mietuto dal diavolo o da qualche spirito infernale, che nessun uomo (mortale) sarebbe stato in grado di fare la stessa cosa nella stessa maniera. (Questo è) Inoltre (il racconto di), come l'avena giace ora sul campo, ed il proprietario non è in grado (non ha la forza) di portarla via.

[…] that same night this poor Mower and Farmer parted, his Field of Oats was publickly beheld by several Passengers to be all of a Flame, and so continued for some space, to the great consternation of those that beheld it.

[…] quella stessa notte che il povero mietitore e l'agricoltore si separarono, il campo di avena fu pubblicamente visto (osservato) da numerosi passanti (testimoni) essere tutto una fiamma, e così continuò, con grande costernazione dei testimoni.

Nella presentazione, che appare nella prima pagina presente nell'immagine sopra, è riferito per grandi linee quanto accadde in quei giorni nelle campagne dell'Hertfordshire. E' esplicitamente scritto di come il campo apparve (=appear'd) perfettamente mietuto. Nella lingua inglese, così come nella lingua italiana esistono termini che esprimono più significati talvolta anche in antitesi; nel caso specifico il termine apparire assume evidentemente il significato di sembrare (=to seem) di cui, anche nella lingua inglese, esso è sinonimo e questo viene confermato da un passo del testo in cui si afferma che il proprietario del campo non fece in tempo ad arrivare sul posto. Non essendo il farmer ancora nel suo campo potè solo avere l'impressione visiva del suo campo mietuto. E' poca la differenza fra la vista di un campo con spighe mietute e di un campo in cui queste siano abbattute al suolo (=cut down).

(Il testo completo del pamphlet "The Mowing Devil" a questo link: www.nuovaricerca.org/mowing_devil.htm)

 

UN'ESPERIMENTO

Sottoporre l'immagine di questo cerchio (Fig.4) ad un numero statisticamente valido di soggetti ignari della natura del fenomeno: con un buon margine di sicurezza penso che si possa “predire” che questi risponderanno che trattasi di un campo mietuto seguendo forme circolari, nel caso dei cerchi come da fotografia, o che siano delle strane siepi molto ben curate (nel caso in cui l’immagine sottoposta appartenesse a uno qualsiasi dei molti pittogrammi d’Inghilterra).    

Vi sono inoltre alcuni dettagli che si sovrappongono alla perfezione con le sensazioni o le testimonianze dei nostri giorni come è evidente nella lettura del testo: il campo mietuto in cerchi, le spighe disposte al suolo con una precisione tale che qualunque uomo avrebbe impiegato un tempo lunghissimo per poterlo fare; vi sono insomma molti stralci che si possono benissimo riscontrare in un qualunque rapporto di testimonianza moderno relativo a cerchi nel grano.

Anche la vista del campo come fosse "tutta una fiamma" sembra potersi riallacciare ad alcuni resoconti della nostra epoca secondo cui dai luoghi in cui sono poi stati ritrovati dei cerchi si sia precedentemente avvistata una serie di intensi bagliori. Il caso più eclatante di questo tipo di testimonianza è relativo alla formazione trovata del 13 Agosto 2001 sulla Milk Hill nello Wiltshire (Fig.5) formatasi, secondo le testimonianze, nel corso di una notte (fra il 12 e il 13 Agosto) in cui era in corso un forte temporale. Alcuni passanti poterono scorgere in lontananza sulla sommità della collina una serie di forti bagliori e il giorno seguente si trovarono davanti questa spettacolare, imponente formazione.

Al di là della questione legata alla lingua, alla costruzione del pensiero scritto, alla consecutio dei concetti e quant'altro, viene spontaneo chiedersi alcuni perché sulla questione "The Mowing Devil".

Il controverso racconto presente nel pamphlet, mai completamente accettato finanche da coloro che cercano risposte alle innumerevoli domande che il fenomeno suscita senza limitarsi a liquidarlo come pura e semplice opera umana di un nutrito gruppo di burloni che nel corso degli anni '70 cominciò a prendersi gioco del prossimo mediante una corda e un asse di legno, assume caratteri di prima testimonianza ufficiale completa allorquando ci imbattiamo nella figura e nell'opera di Robert Plot.

Se è vero che il fenomeno altro non era che frutto di una particolare mietitura: perchè questi avrebbe dovuto in quegli anni interessarsene al punto di farne ampio cenno in uno dei suoi scritti più significativi?

I CROP CIRCLES DEL XVII SECOLO E ROBERT PLOT

Chi era Robert Plot (Fig.6)? Nacque nel Kent nell'anno1640. Fu studioso di storia naturale, paleontologia, chimica di cui fu docente a Oxford fra il 1683 e il 1690. Fra i suoi scritti possiamo annoverare la "Natural History of Oxfordshire" che lo condusse all'ingresso nella Royal Society nel 1677. Si dedicò in seguito alla "Natural History of Staffordshire" nel 1686 e, negli anni successivi iniziò a lavorare sulla storia naturale del Kent e del Middlesex, che non portò a termine non riuscendo così a concludere l'opera che avrebbe dovuto comprendere la storia naturale dell'intera Inghilterra. Si dedicò molto ad aspetti che potremmo definire "curiosità" o "misteri" e di cui si trovano notizie nelle "Philosophical Transactions" . Alcuni manoscritti testimoniano un suo profondo coinvolgimento nel mondo dell'alchimia. Al di là dei suoi studi ortodossi inerenti le scienze naturali e la chimica, egli dedicò molto del proprio tempo e delle proprie energie intellettuali alla ricerca e alla scoperta di fossili e nella sua carriera di paleontologo fu protagonista di un  "successo inconsapevole" quali la scoperta del fossile di un femore di "megalosauro" (il primo dinosauro ritrovato in territorio inglese) cui però attribuì una diversa origine. Ritenne più opportuno attribuire quel fossile ad un elefante portato dai Romani in terra inglese nel corso dell'invasione della Britannia nel I° secolo d.C.

Uno dei suoi interessi primari fu però lo studio dei "Perpetual Lamp", ancora oggi inspiegabili fenomeni luminosi che si manifestavano (prevalentemente) nell'ambito di aree cimiteriali.

Questo condusse le popolazioni rurali a considerare il fenomeno come "sovrannaturale"; tuttavia il Plot elaborò una teoria che voleva questi fenomeni come frutto dell'incontro del "bitume naturale" esistente nel sottosuolo e le relative esalazioni con l'ossigeno che penetrava all'interno delle tombe nel momento in cui queste venissero aperte. Successe nel periodo di maggiore attività di Robert Plot che in Inghilterra successe quanto descritto nel celebre sopracitato "pamphlet" detto "The Mowing Devil".

In quest'ottica va probabilmente cercata una delle maggiori motivazioni dell'interessamento di Plot alla questione cerchi nel grano oltre ad un'innata sua curiosità relativa ad eventi di natura controversa sostenuta da tutta una serie di testimonianze di cui egli stesso riferisce nelal "Natural History of Staffordshire", opera pubblicata nel 1686 e attualmente conservata nella versione originale nei locali della British Library di Londra e di cui ripropongo di seguito ampi stralci relativamente all'argomento in questione corredati da alcune illustrazioni.

 

THE NATURAL HISTORY OF STAFFORDSHIRE – FAIRY CIRCLES

"And here perchance by the way it may be no great digression, to enquire into the nature and efficient cause of those rings we find in the grass, which they commonly call Fairy circles: whether they caused by Lightening? Or are indeed the Rendez-vouzes of Whitches?, or are the dancing places of those little pygmy spirits they call Elves or Fairys?" […] (Fig.7)

[…] "And the rather because a Question (perhaps by reason of difficulty) searce yet attempted, and because I met with a largest of their kind that perchance were ever heard in this Country: one of them shewed in the grounds between Handsworth Church and the Heath being near Forty yards in diameter; and I was told by that ingenious Gent. (one of the most encouragers oh this work) the Warshipful Sir Henry Gough Knight, that there was one in his grounds Pury-Hall but a few years since (now indeed plowed up) of a much larger size, he believed near fifty yards, whereas there are some of them not above two yards diameter: which perhaps may be near the two extremes of their Magnitude" […] (Fig.8)

[…]"Nor is their difference only in the extent of their diameters, they varying also in divers other respects, though not proportionally so much: for I have always observed that the Rims of these circles, from the least to the biggest, are seldom narrower than a foot or much broader than a yard: some are as bore as a pathway in many part of them, other of a russet singed colour (both of these having a greener grass in the middle) and a third sort of a dark fresh green, the grass, within being of a browner colour; the first kind seldom less than five or six yards diameter and the other two various magnitudes, and all these again, as well imperfect, as perfect, some of theme obtaining three parts of a circle, others being semicircular, some of them quadrants, and others not above sextans of their respective circles" […] 

[…]"I thought sit to examine the nature of the soil under the rims of them, especially how it differed from the adjoining earth; and found by digging up several that the ground under of them, was much looser and dryer than ordinary, and the parts interspersed with a white hoar or vinew much like that in mouldy bread, of a musty rancid smell, but to taste insipid, and this scarce anywhere above six inches deep, the earth again below being of its due consistence and genuine smell, agreeable to the rest of soils thereabout" […] (Fig.9)

[…]"Whence it being equally plain that I was no longer to enquire for the origin at least of these larger circles, either from anything under or upon the ground: it remained that I should look for some higher principle, and indeed after along and mature deliberation, I could think of none nearer than the middle region; wiz that they must needs be effects of lightning, exploded from the clouds most times in a circular; perhaps for this very reason by the ancient Naturalists called fulmen discutiens; which though of viscous sulphurous consistence, yet taking fire and violently breaking the cloud wherein it was pent, must naturally expand itself every way obliquely, for the most part in a uniform conical manner for as at due distance to became a Circle and in that forme to strike the Earth as may be seen sometimes in arable grounds, but chiefly in wide and open pastures, wheter Meddows or Uplands, where trees and hedges interrupt least. And not only in a single, but sometimes in a double or treble Circle one within the orther as was lately shewn me by my Worthy and Ingenious friend John Priauix M.A. in the field between St.Giles Church near Oxon and the garden called Jericho"[…] (Fig.10)

[…]They are rarely also seen of a quadrangular forme, encompassed with another larger of the Circular kind, whereof there were shewn to me no less than two examples by my Ingenious and observing friends John Naylor and Hugh Todd M.M.A.A. and fellows of the University Colledge in the same St.Gile's fields: which may be yet reconcilied to the same Hypothesis; the former proceeding from thre different flashes, the second widening of the orifice of the cloud more than the first and the third more than the second, and so frequently the Circles; the latter from the clouds breaking first in a quadrangular, and after in a wider circular forme. All these Rings and Squares being greater or less in proportion to the distance of the cloud from the Earth, and tenaciousness of the matter, and all appeared at first of a russet colour, the grass just then being singed with the lightening but the year following were of a dark and luxuriant green, the earth underneath having been highly improved with a fat sulphurous matter (received from the Lightnening ) ever since it was first striken, although not exterting it's fertilizing quality till forme time after" […]  

[…]"If it be objected; that if Lightening causes these Circles, it must also be allowed that it descends vertically: which we know to be seldom or never seen. And secondly if their origin be ascribed to Lightening, they must always remain of the same magnitude, never enlarging themselves to a greater diameter than they had at first; which yet we cannot but acknowledge some of them certainly doe; having not only took notice of the thing myself but had it from some others of unquestionable fidelity; that remarked the same in two of the Circles mentioned in this Chapter" […] (Fig.11)

[…]"If must be answered first, that though it be true, that Lightening indeed seldom descends vertically, yet that it is seldom found too that any of these rings are Mathematically round (unless they happen to be on hills or banksides, which may be observed in the right angles to any point of the Heavens between the Zenith and the Horizon) most of them being rather of a parabolic figure" […]

[…] "Coming so much nearer to a round, or receding farther from it, in proportion as the Lightening comes forth nearer or more remote from the Zenith: whence also it comes to pass that when the Lightening is exploded (as most frequently it is) in an oblique line, these Circles are imperfect, and that more Semicircles, Quadrants and Sextants amongst them, that any other, according to the aforesaid proportion as the Lightening breaks forth of a Cloud more remote from the Zenith, or nearer to the Horizon; thus if it proceed from a Cloud not above 15 degrees above the Horizon the lower part only of the circular explosion will brush the surface of the Earth and will make perhaps but a Sextant of a Circle; if 22 degrees and one half above it, a Quadrant; if 45, a Semicircle; if 67 and one half, three fourths of a Circle, and so proportionally more or less in the intermediate degrees" […]

Per tutti coloro che si interessano al fenomeno questo è forse il documento più interessante che ereditiamo dal passato. E' evidente innanzi tutto come vi sia nell'apertura del testo un riferimento dell'autore a ciò che le credenze popolari volevano che fosse la matrice dei cerchi

(vedi primo paragrafo) per poi addentrarsi nell'esposizione della sua esperienza personale citando le sue fidate fonti e rivelando le proprie testimonianze di osservazione e studio del fenomeno.

Osservazione che mediante l'analisi scientifica dei "soggetti circolari" rivela alcuni particolari dettagli relativamente alla natura dei cerchi attraverso il rilevamento delle misure dei diametri, dalle due alle cinquanta yards, che egli ritiene essere le misure estreme dei cerchi tutti. fino alle misurazioni dei bordi degli anelli e all'analisi della natura degli stessi facendo particolare attenzione a offrire un quadro ben completo sotto l'aspetto visivo e qualitativo delle piante in essi situate.

Dal testo si evince la straordinarietà dell'evento, tanta è la passione che il Plot mette nell'esposizione degli accertamenti da lui stesso svolti anche se, per ampi tratti, sembrerebbe che stia in diversi dei casi da lui citati di effetti di funghi oggi noti ma è alquanto probabile che non sempre sia così.

Difatti (sesto paragrafo) si fa cenno ad alcuni casi di forme quadrangolari inscritte in cerchi, evento che a tutt'oggi risulta non conosciuto né riconducibile a attività fungina.

Alla luce di quanto oggi noto relativamente al fenomeno cerchi nel grano, una testimonianza di evento di tal genere apre nuova luce circa la storicità di quello che ancora risulta essere un mistero per cui precise definizioni ancora non esistono; una certezza è, a questo punto dei fatti che nel XVII si verificò qualcosa di molto simile a quanto accade oggi.

Dalla rilettura di quanto accaduto e descritto nei testi esposti si evince l’immutata natura degli uomini nel corso dei secoli che, a confronto con un evento insolito,sconosciuto e straordinario hanno una reazione “violenta”; reazione che si può manifestare in differenti modi: c'è chi subitaneamente trova negli eventi le conferme delle proprie credenze, chi fugge in preda al panico cercando di ricondurre a propria misura tutto ciò che lo circonda e così come oggi, anche allora successe che si trovarono a "fronteggiarsi" diversi approcci al fenomeno: Dio, Satana o un normale evento naturale? Le "luci" o i fulmini? Insomma la storia, sia pure con diversi connotati, si ripete.

Una particolarità di questo documento risulta essere la collocazione temporale in cui esso venne redatto. Siamo in un periodo coincidente (appena successivo) alla diffusione del “pamphlet” di cui alla pagina precedente in cui si trattava di perfetti cerchi nel grano.

Risalta come esista una coincidenza cronologica fra gli eventi, tanto più che il Plot evidenzia come la credenza popolare attribuisse a quei misteriosi segni una matrice sovrannaturale così come ampiamente descritto il 22 Agosto del 1678: appena otto anni prima! Per un fenomeno che sembra affondare le proprie radici nella notte dei tempi otto anni  sono da considerarsi poca cosa.

Si può affermare che siano eventi “contemporanei” e ci si può ben rendere conto di quanto questo sia vero semplicemente prendendo in considerazione la storia recente del fenomeno le varie fasi attraverso cui è passato a livello di sua comprensione da parte degli uomini: in questo modo potremmo avere un’idea di quanto sia verisimile che Robert Plot nel 1686 redigesse un documento scritto in cui elenca nell’ordine le credenze popolari, le proprie documentazioni raccolte attraverso la sua personale ricerca attraverso cui formula la propria ipotesi su un fenomeno all’epoca testimoniato più volte.

Si può ipotizzare che nel XVII secolo si sia verificata una sequenza di fenomeni di crop circles paragonabile a quanto avvenuto nel corso del XX secolo, senza raggiungere il livello di diffusione che ne caratterizza la natura odierna.

Quale che sia la natura dei cerchi solo una certezza adesso dovremmo avere: lo scherzo del XX secolo, tanto caro ai detrattori della realtà del fenomeno, è nato tre secoli dopo i primi cerchi documentati.

 

JOHN RAND CAPRON 1880

Da tempo circolava nell'ambiente degli appassionati e dei ricercatori una voce insistente relativa ad una testimonianza del 1880 di un cerchio nel grano. Il protagonista del fatto fu John Rand Capron, stimato uomo di scienza del suo tempo, che a seguito dello strano fenomeno cui assistette scrisse alla rivista Nature una lettera (Fig.12) in cui descriveva ciò di cui era stato testimone, esponendo una accurata serie di dettagli e riportando le sue personali considerazioni in merito.

(Per visualizzare la lettera di John Rand Capron: www.nuovaricerca.org/rand_capron.jpg)

LA LEGGENDA DEL CERCHIO NELLA PRATERIA

Nella tradizione del popolo pellerossa del Nord America esiste una leggenda che narra di un evento senza luogo e senza tempo in cui il protagonista è testimone oculare di un crop circle.

La leggenda, tramandata oralmente di padre in figlio nell'ambito degli Shawnee, racconta di un giovane, valente cacciatore che andando una mattina alla ricerca di selvaggina, scarseggiando questa nella zona, fu costretto ad inoltrarsi nella fitta vegetazione arborea. Dopo un lungo camminare si trovò in un luogo in cui il bosco si apriva in una ampia radura.

Davanti ai suoi occhi, non un animale, non un rumore solo un cerchio nell'erba in cui il prato sembrava che fosse stato spinto al suolo da una mano divina …

R.Lunghi (25/03/04)

 

 

 

 

 

 

 


 

 

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