PARLERANNO LE PIETRE (PAROLE SCRITTE NELLA MATERIA) |
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Questo scritto è la mia personale esperienza del Messaggio che Dio ha dato agli uomini attraverso tutte le Sacre Scritture; è la sintesi delle meditazioni su alcune di esse. In questo volumetto pongo in evidenza alcune riflessioni sul rapporto Fisica/Metafisica, in particolare quello che lega la Spaziodinamica del Prof. Marco Todeschini e il Vedanta; segue un colloquio meditativo con la mia coscienza, il mio cuore spirituale, con l’aiuto della Mandukya Upanisad rielaborata e adattata al discorso per meglio assimilarne anche l’intimo contenuto; poi seguono le riflessioni sul Vangelo di Giovanni e sull’apocrifo Vangelo di Tommaso. Ma innanzitutto, riporto le riflessioni vedantiche su tutti quei Princìpi spirituali che continuamente interagiscono con il Sé e il non-Sé affinché l’uomo possa più facilmente comprendere-sperimentare ciò che la semplice mente sensitiva non è in grado di immaginare o intravedere. Mi riferisco agli Angeli, che l’immaginario collettivo ha voluto con tanto di ‘ali’: probabilmente l’inconscio sa che è dall’alto che viene la vita. Tutti noi siamo condannati a morte: i nostri cuori, come tamburi in sordina, rullano marce funebri verso la tomba; alcuni vi arrivano tardi altri presto. A tutti noi serve il consiglio di un Saggio che ci prepari ad incontrare la Morte, e ci mostri l’orizzonte dell’al di là. Questo Saggio, di cui ci si può fidare, è la nostra Coscienza! Perciò questo scritto può solo aiutare a sentire meglio la Voce del Saggio, e iniziare a seguirne i consigli. Leggilo senza prosopopea, caro Lettore, e osserva il più possibile l’insegnamento che saprai ricavarne. Agli inizi anche il semplice ragionamento della tua pazzerella mente-intelletto può aiutarti moltissimo nel cammino. La stessa scienza ordinaria ti dà una mano. Tutte le tue conoscenze scientifiche e non, ti potranno aiutare moltissimo se sarà la saggezza a guidarti, essa infatti ha un unico scopo: serve a guidare la conoscenza. Una conoscenza senza saggezza serve solo a far crescere l’Ego. Pertanto, se osservi con saggezza la natura che ti circonda puoi intuire e comprendere che l’essenza del creato è la Divinità. Tutte le esperienze che si hanno nel mondo sono però legate al tempo e allo spazio. I sensi ti sono d’aiuto solo per ciò che riguarda il mondo esterno. Scienza e tecnologia studiano l’espressione dei cinque elementi fondamentali della natura, ne fanno combinazioni e apportano dei cambiamenti, forniscono delle agevolazioni e delle comodità aggiuntive, permettendoci di condurre una vita più comoda. Lo scienziato conduce un esperimento, ma le esperienze di un aspirante spirituale, un ricercatore della Verità, non possono essere portate in laboratorio. La Divinità è al di là della parola, quindi non può essere trasmessa. La scienza si basa sugli esperimenti, la spiritualità si basa sull’esperienza. Nella scienza si analizza nella spiritualità si realizza. La ragione può solo aiutare a discriminare il Reale dal non-Reale, il Sé stesso da ciò che non lo è, ciò che permetterà, poi, l’esperienza. Il ragionamento logico aiuta a capire: è solo un buon inizio, per poi sperimentare attraverso e dopo la purificazione del cuore. Allora, segui attentamente il mio ragionamento, concentrati e seguilo, anche se agli inizi ti potrà apparire difficile! Si dice che la matematica non è opinabile, è vero, ma ciò che essa può esprimere lo è, perché dipende dal quoziente di assolutezza che i suoi simboli possono assumere. Tale quoziente dipende, a sua volta, dalla profondità intuitiva cui l’analista è pervenuto dalla semplice osservazione del fenomeno; infine, la profondità intuitiva dipende dalla trasparenza dell’Organo Sottile chiamato Mentale e, più a fondo, Intelletto. Dalla semplice osservazione che lo Spazio è caratterizzato dalle tre dimensioni (H, L, P), l’Ing. Marco Todeschini di Bergamo ha potuto affermare e dimostrare che anche lo Spazio è una sostanza materiale, grossolana non sensibile, quindi invisibile, fluida, dinamica ed incomprimibile: come un liquido, assimilabile a della normale acqua ma con una densità notevolmente inferiore a questa (10 -20H2O). Da questa semplice e logica constatazione, lo scienziato bergamasco ha potuto evidenziare, con un indiscutibile rigore scientifico, il fondamento Spaziodinamico della nostra finestra esistenziale chiamata universo fisico, sia a livello micro (atomi) che macro (galassie). Le conseguenze di questa semplice osservazione si sono sviluppate nella monumentale opera da lui giustamente denominata “La Teoria delle Apparenze”. Questa teoretica sperimentale, quindi non dogmatica, pone in evidenza la cosa più ovvia e mai apertamente accettata dal mondo scientifico (tranne forse in questi ultimi anni ma con ancora molta cautela): che il riferimento di ogni ricerca, di ogni attività dello scibile, è, e non può che essere, lo stesso Ente, soggetto osservatore di tutto ciò che è altro da sé stesso, sito in quell’involucro psico-fisico chiamato corpo umano, sottile e grossolano. Tutto ciò che è visto dal soggetto osservatore, infatti, non può che essere “altro” dall’osservatore stesso. Non v’è dubbio, quindi, che egli è esattamente COLUI CHE VEDE E NON E’ IL VISTO. Dalla semplice osservazione, incontrovertibile, che “Io sono Colui che vede, non il visto”, si sviluppa un’altrettanto opera monumentale chiamata con un termine aristotelico che ha delle implicazioni inimmaginabili ma notevolissime: la Metafisica, cioè la scienza dei Princìpi Primi assoluti. Per il fatto che le coordinate di riferimento del “visto”, cioè il mondo oggettivo (corpo umano compreso), coincidono perfettamente con quell’Ente chiamato Io o Sé, residente dei miei involucri psichici e fisici, sottili e grossolani, fruitore o meno di tutto ciò che gli organi sensori gli apportano dal mondo esterno tramite il coordinatore di tutti i sensi chiamato Mente o Spazio Mentale, comporta alcune logiche conseguenze che anche la semplice ragione deve per forza ammettere perché ragionevolmente e logicamente incontestabili: a) che poiché il “visto” è un MOVIMENTO DI SPAZIOFLUIDO, è un FENOMENO, pertanto è cangiante perché assoggettato alla causalità spaziotemporale, si deduce semplicemente che “Io”, osservatore di tale movimento, NON sono quel movimento, perché diversamente NON potrei recepirlo! Quindi “Io” debbo necessariamente essere perfettamente IMMOBILE per poterlo recepire, e l’esperienza quotidiana del mo-vimento dimostra che la mia centralità non è assoggettata ad alcun movimento. Quindi Io sono un centro immobile ASSOLUTO, distaccato da TUTTO proprio perché TUTTO è “altro” da me, anche il ‘mio corpo’. Infatti, il relativo può essere definito tale, grazie al fatto che “Io sono assoluto” e l’assoluto è il “Me stesso” o “Sé”; b) che poiché sono perfettamente IMMOBILE E ASSOLUTO, non sono sottoposto ad alcuna causa spaziotemporale, pertanto sono aldilà del tempo, o meglio il mio tempo è eterno presente! Ciò implica che sono Eterno, non sono mai nato e non potrò nemmeno mai morire, cioè sono Immortale; c) che poiché sono Immortale debbo dedurne che sono sempre stato e sempre sarò quin-di sono sempre presente, cioè sono Onnipresente; d) che poiché sono Onnipresente, significa anche che sono presente dappertutto, sempre e contemporaneamente; il che vuol dire anche che tutto è da Me pervaso, cioè che sono Onnipervadente; e) che poiché sono Onnipervadente significa che non esiste luogo ove “Io” non sia! Ciò vuole anche dire che lo stesso Spaziofluidodinamico, che è la materia base dell’Uni-verso, è da Me pervaso, è Apparenza Fenomenale di “Me Stesso”. La logica conse-guenza di ciò è che l’Universo è a me relativo proprio perché è in Me, promana da Me e in Me ritorna come fine ciclo esistenziale; f) che poiché tutto è in Me e tutto promana da Me, significa che Io sono il Centro, il Motore Primo che muove e non è mosso, quindi ‘Io Sono Colui che Sono’, come dice Dio nel Vecchio Testamento e non solo; come dicono tutte le Sacre Scritture Orienta-li ed Occidentali, in modo chiaro o nascosto, quale Verità Ultima, esoterica (nascosta) ed exoterica (evidente). Allora, Chi sono Io?, a questa domanda Gesù rispose dicendo ai giudei “Voi siete Dèi!” Nel Vangelo di Tommaso (apocrifo, detto Quinto Vangelo perchè verace) Gesù afferma la stessa cosa ai Suoi discepoli, dicendo che “Il Padre è in voi perché in voi c’è la Quiete e il Movimento” La Quiete è il Sé Immobile, Immortale, Assoluto, mentre il Movimen-to è il relativo, il “visto”, è lo “Spazio Mentale”, cioè quel famoso mondo di cui parlano tutti i Vangeli: “Voi vivete nel mondo ma non siete del mondo”. Questi nuovi concetti sono espressi scientificamente molto bene dal grande scienziato russo Ilya Prigogine, premio Nobel per la chimica nel 1977 con la sua ricerca scientifica, una nuova, radicale visione della vita e della scienza moderna. Nella sua opera La nuova alleanza, dice testualmente: “...ciò che appare molto chiaramente è la ricerca di una congiunzione fra immobilità e movimento, fra tempo arrestato (eterno presente!) e tempo che scorre. Crediamo che sarà questo confronto a conferire alla nostra era la sua unicità.” Egli considera la Natura un’opera d’arte. Nell’intervista a Prigogine realizzata da Simone Bedetti nell’ottobre del 1977 così parla lo scienziato: “In questa opera d’arte in continua costruzione siamo tutti coinvolti, ed essa contempla anche i valori, che non sono più estranei alla scienza. In un mondo che sempre si crea, anche la trascendenza della natura è possibile. Nell’evoluzione di questa trascendenza siamo tutti coinvolti. Non bisogna investire la scienza di una dimensione mistica, bisogna però sottolineare la partecipazione dell’uo-mo alla natura. C’è una nuova trascendenza che si sta facendo strada, che non è una nuova religione, ma una nuova concezione, la concezione di appartenere all’universo” Come vedi, caro Lettore, la semplice osservazione della natura, fatta con una mente positiva aperta e un sentimento genuino porta a grandi scoperte inerenti la Natura, ma soprattutto alla meravigliosa scoperta di noi stessi. In ogni istante la Natura grida a squarciagola chi veramente siamo, ma noi per pigrizia facciamo orecchie da mercante, godendo di essa e, il più delle volte, addirittura abusandone in malo modo. Noi siamo i sordi, dalla dura cervice e dal cuore di pietra. Non sentiamo la nostra Coscienza, che in tutti i modi cerca di attirare la nostra attenzione (anche con malattie e sofferenze varie!), e ci crogioliamo nello sfavillìo apparente, falso e bugiardo, dei nostri sensi animaleschi, dando retta, il più delle volte, solo alle loro magie, identificandoci totalmente con esse. L’osservazione genuina della natura porta anche alla scoperta di una scienza unitaria che il genio dello scienziato bergamasco ha in modo molto appropriato chiamato con il termine di Psicobiofisica, perché finalmente si analizza l’universo oggettivo tenendo in buon conto le “apparenze” dei sensi, per cui l’analisi sperimentale dei fenomeni e delle leggi della natura, alla luce di questa Scienza, prendendo in considerazione l’uomo analizzatore-sperimentatore nella sua globalità psichica, biologica e fisica, permette di recepire la realtà fenomenica oggettiva quale essa veramente è. In tutto ciò nel discorso logico e nella pratica, il bene solo umano dell’Intelletto è la “vanga” che ci permette di scoprire sia la realtà fenomenica oggettiva che il ‘tesoro’ nascosto nelle profondità abissali del nostro cuore, soverchiato dall’apparente identificazione che il nostro Io-Egoico Mentale, con la sua grande massa inerziale che continuamente cresce e oscura, fa con molta prepotenza con il nostro corpo psicobiofisico. La Scienza Unitaria non esclude le altre scienze ma le ingloba tutte. In particolare La Teoria delle Apparenze dell’emerito scienziato citato parte dal presupposto che l’universo siderale e quello atomico, il macrocosmo ed il microcosmo, non sono dei vuoti assoluti in cui sono state poste da Domineddio le galassie, i pianeti e quant’altro, oppure gli elettroni i neutroni, i protoni ecc., ma tale ‘spazio’, afferma, è “pieno” di un “etere” mobile, non statico, chiamato Spazio-fluido-dinamico. Dai movimenti di questo particolare “spazio”, dal suo cinematismo fluido, nascono tutti i fenomeni. In questo universo, pertanto, le Forze si trasmettono per urto di materia e non per una strana magia tra due corpi qualsiasi. Ciò che spiega bene tale concetto è la legge inerziale di Newton, la nota formula F=m*a, cioè la Forza è uguale al prodotto della Massa per la sua Accelerazione. Se consideriamo lo spazio siderale tra le masse planetarie del sistema Solare, e ci domandiamo come si trasmette la legge di gravitazione universale per cui i pianeti, o comunque due o più masse, si attraggono trasmettendosi delle Forze che permettono loro un perfetto equilibrio che tutti noi conosciamo, possiamo rispondere: 1. le masse sono sede di queste Forze attrattive-repulsive, per cui il Sole è sede di una Forza tale da mantenere perfettamente in equilibrio tutto il suo sistema, trasmettendo attraverso un certo “vuoto” siderale la sua immane Forza che, in tal modo, mantiene coeso tutto il suo sistema ; 2. le masse planetarie sono trascinate da una corrente di Spaziofluidodinamico, pertanto le famose Forze gravitazionali sono trasmesse tra le varie masse tramite il semplice urto di materia, in tal caso di spaziofluido. In entrambi i casi il RISULTATO dei calcoli astronomici risulta essere ESATTO, però mentre nel primo caso ho solo un risultato esatto senza la spiegazione del fenomeno, nel secondo caso non solo ho lo stesso identico risultato, ma ne ho anche la chiara SPIEGAZIONE. Questi sono i vantaggi notevoli della Spaziodinamica di Marco Todeschini, e valgono per TUTTE le materie scientifiche dello scibile, per cui è logico accettarne la validità universale. Invece, il mondo scientifico del XX° secolo lo ha rinnegato ed ostacolato per le implicazioni psichiche e spirituali che necessariamente comporta la sua geniale scoperta. Lo scrivente non appartiene alla classe scientifica; ha accettato la Scienza Unitaria di Marco Todeschini e studiato le sue implicazioni dal punto di vista psicologico e spirituale, approfondendone i meccanismi sottesi alle tantissime affermazioni delle Sacre Scritture Occidentali ed Orientali, constatandone la validità fino a porla quale base scientifica dei ragionamenti logici e matematici della sua personale Ricerca Spirituale; in particolare nell’analisi discriminativa dell’immanenza dello Spirito nella Materia e allo sviluppo logico e matematico dei Cinque Elementi, di cui parlano i Sacri Scritti Vedici. Capire e assimilare i fondamentali concetti di questo scritto è necessario, perché se si riesce a ben comprendere che il mondo oggettivo è solo apparenza fenomenica, ci si avvia con il giusto passo sulla strada che porterà ad altre scoperte molto più importanti, conseguenti a questa prima fase discriminativa logica della natura. Infine, ma non ultimo, La Teoria delle Apparenze di Marco Todeschini ci permette di capire bene il fenomeno del Senso dell’Io Egoico che caratterizza tutti i corpi-Forme, anche quello umano. Il nostro Ego è l’ente più ottuso ed ignorante che esista! Che cos’è l’ignoranza? L’ignoranza è la non conoscenza-esperienza della nostra vera Realtà, del nostro vero Sé-Stessi, che porta ad identificarci con il corpo psicofisico, i sentimenti e i desideri. Per risolvere questa Ignoranza, chiamata metafisica, è molto importante capire e comprendere il nostro Io-Egoico, meglio indicato con il noto termine di Senso dell’Io. Per iniziare a capirlo, assimiliamo lo Spaziofluidodinamico dell’Ing Marco Todeschini alla Prakrti indicata nella Genesi Induista, la quale rappresenta la materia primordiale di tutto l’Universo manifesto. Dopo svariate riflessioni sull’argomento, il sottoscritto ha intuito che dalla MODIFICAZIONE di questa materia primordiale nascono il Senso dell’Io del mondo soggettivo-oggettivo, quindi del corpo grossolano psicofisico, e le vasana, le quali sono tutte quelle svariatissime impressioni mentali accumulate nello spazio mentale durante la lunga vita di un’anima, e sono assimilabili anch’esse a centri di forza di spaziofluido, quindi anch’esse concorrono alla costituzione della subcoscienza e dell’ego. Questo fardello coscienziale viene chiamato karma nel vedanta. La Fisica ci dice che TUTTE le Forme sono energia condensata in aggregati atomici. Ogni atomo è costituito, tra le altre cose, da un certo numero di Elettroni, minimo uno. Ogni Elettrone ha un suo SPIN che lo caratterizza. Lo SPIN è un’Onda Trasversale al piano di rotazione del nucleo, che è il Centro Mosso dell’Elettrone. L’onda trasversale è diversa per ogni elettrone, perché dipende dalla velocità di rotazione orbitale di ognuno. Infatti, sono diverse le singole energie cinetiche legate ai raggi orbitali degli stessi attorno ai nuclei atomici che, essendo Centri Mossi generatori degli stessi atomi, tengono ancorati a sé i vari Elettroni. Ed è proprio questa onda trasversale, che viene chiamata in fisica atomica SPIN ELETTRONICO, ad essere indicata intuitivamente dal sottoscritto come “senso dell’io”. Lo Spin Elettronico dunque, è quello relativo ad ogni singolo Elettrone. Quando nello Spaziofluido si produce UNA CORRENTE RUOTANTE ALTERNATA << nascono delle onde trasversali perché il moto alterno viene comunicato alle falde di spaziofluido, fino alla falda di sponda che è relativamente ferma. Avviene come quando si lega un sasso all’estremità di una corda, mentre l’altra estremità viene tenuta tra due dita e fatta girare attorno alla mano: volendo aumentare la velocità di rotazione del sasso, si può facilmente sperimentare che la mano deve effettuare un MOTO RETTILINEO ED ALTERNO, tanto più rapido quanto più alta è la velocità di rotazione del sasso che si vuole raggiungere>> Il sasso è l’elettrone, il punto di ancoraggio tra le dita è il nucleo dell’atomo attorno al quale ruota lo stesso elettrone. Ogni elettrone ha un suo spin che si somma agli altri spin degli altri elettroni appartenenti allo stesso atomo, fino ad avere uno spin risultante che viene chiamato spin atomico di quell’Atomo. E’ proprio questo moto alterno del nucleo che provoca lospin, cioè l’ONDA TRASVERSALE alle onde circolari concentriche dovute alla rotazio-ne del sasso attorno al punto di ancoraggio tra le dita. L’Onda Trasversale, cioè lo spin, è molto più visibile e comprensibile quando si fanno cadere perpendicolarmente delle palline sferiche in un contenitore pieno di acqua: <A seconda della frequenza di caduta delle sfere così varia la frequenza dell’Onda Trasversale prodotta. Questo fenomeno è valido sia per la rotazione del Nucleo Atomico che per quello del Centro Mosso delle Galassie; ovvero per qualsiasi Centro Mosso attorno al quale ruota un qualsiasi corpo.> Lo SPIN ATOMICO costituisce, dunque, quella singolare “personalità” di quell’Atomo che lo caratterizza e lo INDIVIDUALIZZA tra le miriadi di spin simili di altri atomi, ma diversi per frequenza. Ogni molecola, composta da un insieme di Atomi, ha come unico spin, che la differenzia da tutte le altre molecole, la risultante di tutti gli spin atomici di cui è composta. Infine, ogni corpo-FORMA, composto da più molecole, ha il suo personalissimo spin che risulta essere l’Individualità di quel corpo-Forma: il famoso “senso dell’io” o ego, che caratterizza TUTTI i vari corpi-Forme, anche i manufatti del lavoro umano. Se una collina avesse la facoltà di parlare ci direbbe “Io sono una Collina”, così farebbe un Albero, una Casa, un Quaderno, una Matita, una Penna, ecc. Ogni Forma è, dunque, caratterizzata da uno spin, ovvero da una precisa Frequenza Sensibile che è lo spirito di conservazione di ogni singola Forma, è l’ego di quella Forma! Anche il nostro corpo psicofisico ha una Forma, cioè un senso dell’io, un Ego, quindi una ben precisa Frequenza Sensibile, cioè uno SPIN risultante che caratterizza ogni singolo corpo a Forma Umana, risultante di tutti gli spin legati ai nostri corpi Sottile e Grossolano. Infatti queste due dimensioni esistenziali (finestre) sono caratterizzate ognuna dal suo partico-lare SPIN, dal suo personalissimo ‘Io esistenziale’; basti pensare anche solo all’Io di Sogno, il quale è perfettamente convinto della realtà della sua finestra esistenziale, chiamata Sogno solo dalla finestra di Veglia. Nel corpo Causale invece, tutti gli spin sono latenti. Pur essendo diversi gli Io delle varie finestre: l’Io di Sogno è diverso da quello di Veglia, c’è tuttavia un ‘Io Reale’ che li sottende tutti, chiamato Sé o Quello, che è, e resta, immutabile in tutte quante le finestre esistenziali, anche quella Causale. Tutti questi vari Io non sono altro che Frequenze Energetiche di conservazione di quelle particolari Forme, e per questa ragione tendono a SOVRAPPORSI al nostro Vero e Reale Io, il Sé, che è causa sui ed è la “Frequenza delle frequenze”, il nostro vero Sé-Stesso, il Sé o Atman cioè Quello. Esso è la vita di tutti gli Io sensibili, è il loro sostrato. In un classico esempio vedantico, il Sé è “la corda sottesa all’apparente serpente”. Attraverso la purificazione della mente e la giusta discriminazione tra Sé e non-Sé si giunge a svelare e a sperimentare la nostra Realtà: il Sé appunto, ovvero l’Atman-Brahman. Dal punto di vista chimico-fisico si potrebbe obiettare che un atomo di Ferro, per esempio, è sempre uguale ad un altro atomo sempre di Ferro! Dov’è la ‘personalità’ dell’uno che lo differenzia dall’altro, essendo entrambi ugualmente atomi di Ferro con lo stesso identico numero di elettroni e, quindi, con lo stesso spin? Ebbene, la risposta a questa giusta osservazione la darò meglio dettagliata avanti nel discorso. Per ora basterà dire che la differenza tra due atomi dello stesso elemento, in tal caso il Ferro, sta nella combinazione diversa del Triguna, le qualità primordiali della materia: sattva, rajas, tamas. La cosa più temuta dal “senso dell’io” è la morte. Distruggendo la forma viene distrutto anche lo stesso senso dell’io ad essa legata. Cos’è realmente la morte di un essere vivo? E’ la morte del corpo-forma, cioè di quell’ego nato con quel corpo-forma. E’ l’ego che nasce e muore. L’Io-Sé, lo Spirito, è immortale: non nasce, né mai muore! La Vita è pertanto immortale, ogni tanto si riveste di un corpo-forma, cioè di un ego, per uno scopo ben preciso da realizzare. La ricerca spirituale non potrà mai dirsi conclusa fino a che l’esperienza dell’Essenza spirituale o Sé non sarà fatta in piena consapevolezza. Tutta la materia è complessa, perché non è facile esprimere a parole i meccanismi spirituali non dualistici e le esperienze conseguenti e collegate. Nel campo spirituale, sembra assurdo, ma è più facile fare che dire: è impossibile dire a qualcuno il gusto di una fragola per esempio, se costui non ne ha mai assaggiata almeno una! Per chi non avesse nessuna dimestichezza con la Metafisica, e per chi non riuscisse a seguire un discorso di fisica elementare atomica solo perché completamente a digiuno della struttura grossolana dell’atomo, necessaria per meglio capire i meccanismi todeschiniani e le relative sensazioni psicologiche, sarà arduo seguire con una certa disinvoltura i vari risvolti scritturistici della mia ricerca. Non si pretende una laurea in Fisica per capire la materia di questo scritto, né una in Teologia per comprenderne le implicazioni teologiche a qualsiasi livello: causale, sottile e grossolano. Tuttavia, averne una certa dimestichezza senz’altro aiuta moltissimo a procedere più celermente nel cammino di ricercatore. Per quanto riguarda l’argomento Reincarnazione, insito in tutti i capitoli della mia ricerca perché fondamentale, tengo a precisare che essa è una concezione più che teologica: è la natura stessa della vita, perciò direi che è naturalmente logica! La Legge di Causa ed Effetto è la stessa Legge del Karma della Filosofia Perenne dei Sacri Veda. Bisogna ammettere che oggi la Scienza è ancora ben lontana dall’avere una visione chiara degli intrecci così complessi quali sono quelli karmici. Un inizio di una spiegazione scientifica-matematica è solo da pochissimi anni in atto con la Teoria del “piccolo mondo” e la rivoluzionaria Teoria delle Reti che, tra l’altro, escludono il Principio di Indeterminazione di Heisemberg e l’assurdo einsteniano della costanza della velocità della luce! L’inizio di questi studi scientifici è stato fatto nel vicino 1998 dai matematici americani Watts e Strogatz, della Cornell University di Ithaca nello stato di New York. Anche dal punto di vista matematico, il cosiddetto caso, coincidenza o indeterminazione, non esiste ma è solo un’invenzione del movimento mentale e della sua naturale ed ottusa ignoranza. ‘L’architettura di piccolo mondo nelle reti sociali, Internet, World Wide Web nella struttura del linguaggio o nelle catene alimentari che sono alla base degli ecosistemi mondiali; se fosse soltanto una coincidenza, sarebbe una coincidenza davvero incredibile!’ Il più delle volte facciamo uso del concetto karmico nei nostri ordinari discorsi, anche senza avvedercene. Per esempio, quando si parla di sfortuna o di destino, di sfiga, oppure di ignoranza; o al contrario, quando si parla di buona sorte, nato con la camicia, ecc. E’ noto a tutti che ci sono alcune persone che sembrano perseguitate dalla malasorte ed altre che sono sempre baciate in fronte dalla fortuna: qualsiasi cosa intraprendano va loro sempre bene! Tutto ciò è conseguenza di un cattivo o di un buon karma individuale, dipende dalla legge di causa-effetto, ovvero solo dalle nostre cattive o buone azioni fatte nel passato remoto e/o prossimo: si raccoglie ciò che si semina! Questo modo di affrontare la vita potrebbe sembrare ‘superficiale’, e qualcuno lo potrebbe anche definire ‘semplicistico’ ed ‘irresponsabile’, ma se riflettete bene, vi renderete conto che è esattamente l’opposto. Tale Legge responsabilizza molto di più, eccome! Addirittura, la concezione karmica, potrebbe anche essere ben vista dal più incallito mis-credente, perché anche a costui capita, almeno una volta nella vita, di domandarsi per quale ragione è al mondo. Se si crede nella reincarnazione, l’atteggiamento verso se stessi e gli altri cambia sensibilmente in meglio. Allora si crede anche con più naturalezza alla Legge di Causa-Effetto e quindi, pur stabilendo che le qualità e i difetti rispecchiano il karma personale, non si è più così drastici nel giudicare e nel biasimare colpe e difetti, propri ed altrui. Se si crede nella catena (rete) di vite successive, si sa che anche il più odioso criminale, da tutti disprezzato e giudicato magari irrecuperabile, è in realtà lui pure una scintilla divina destinata un giorno ad illuminarsi. Quindi non ha più senso la critica aspra, l’odio o il disprezzo, nemmeno verso i cosiddetti malvagi. Ci si rende conto di essere tutti avviati a uno stesso destino, tutti come fratelli in cammino, alcuni più avanti di altri ma con un uguale ed unico traguardo. Ci viene quindi spontaneo non criminalizzare il delinquente. Vengono a cadere tanti sciocchi sentimenti di invidia, gelosia, odio ecc., attaccamenti non più considerati unici. Credere nella reincarnazione fa bene alla salute fisica e spirituale ed invoglia l’individuo ad agire bene, perché più responsabilizzato. Per meglio capire la struttura dell’atomo basta leggersi la spiegazione appositamente riportata dalla fisica Spaziodinamica di Todeschini in un Appendice in fondo al volume, poi passare alla lettura completa dell’opera. Sappia il Lettore che, più che semplice lettura, il suo dovrebbe essere uno studio, un laboratorio di approfondimento tramite l’analisi sperimentale di quei pochi princìpi fondamentali su cui sono basate tutte le Scritture Sacre, cercando di applicar bene nella vita quotidiana, le poche, basilari, leggi spirituali. Ottima cosa sarebbe una discreta dimestichezza con le Sacre Scritture in cui si crede. Si tenga presente che questo scritto è sì una ricerca, ma è soprattutto un cammino spirituale, pertanto si potranno trovare ripetuti alcuni punti e più volte chiariti alcuni princìpii fondamentali. Il lettore che cercherà di praticare questo cammino ne riceverà notevoli benefici, invece il lettore superficiale, solo curioso della materia, forse troverà le ripetizioni noiose. Alcuni argomenti importanti sono ripetuti più volte finché siano effettivamente assimilati e praticati. Come spesso indossiamo gli stessi vestiti, mangiamo e beviamo più volte al giorno; nonostante queste ripetizioni, manteniamo le vecchie ‘abitudini’ senza annoiarci. Analogamente dobbiamo leggere e rileggere questi argomenti spirituali più volte, per non dimenticarli e praticarli. Tuttavia, potete anche non apprezzare il nettare della spiritualità, ma per quanto riguarda Dio nessuno deve sentirsi disgustato, stanco o annoiato. Comunque, qualunque sia il tuo stato di preparazione culturale e/o scientifico, qualunque sia la tua fede e il tuo stato di coscienza del Sé, i benefici di questa lettura saranno ugualmente validi e positivi se, con fiducia in te stesso, ti applicherai perlomeno nella più semplice delle discipline spirituali: Japam, cioè la Ripetizione del Nome del tuo Signore, e la sua naturale conseguente Dhyanam, cioè la Meditazione sulla Sua Forma. All’inizio il Nome e la Forma avranno le fattezze del Signore caro al devoto, col tempo e la costanza, al momento giusto la Forma amata si espanderà all’infinito, fino a dissolversi nell’Infinito ed Essere Infinito, senza più alcuna Forma e alcun Nome, perché tutti i Nomi e tutte le Forme appartengono al Senza-Forma e Senza-Nome: all’Infinito Quello. Tutti gli esseri che hanno ricevuto la grande opportunità di rivestirsi di un corpo umano hanno il primario dovere di realizzare lo scopo di questa opportunità, preservando il proprio corpo fisico il più efficiente possibile, in modo da potersi applicare alla realizzazione di questo scopo, conoscere Sé stessi, e quindi alle cose dello Spirito, con più efficacia e spontaneità. Il corpo umano ricevuto in ‘dono’ è come una barca a remi che serve per attraversare il fine della nascita e della morte, in una parola: della vita. I remi di questa barca rappresentano la Discriminazione e il Distacco, che si possono acquisire solo per mezzo della DISAMINA di ogni Azione e Pensiero. La DISAMINA bisogna farla sulla PIETRA DI PARAGONE, cioè ‘la pietra scartata dai costruttori, la chiave di volta’ dice Gesù nel Vangelo di Tommaso. La pietra di paragone è la RETTITUDINE, quindi la VERITA’. Per agire in modo retto e veritiero è necessario essere ‘puri di cuore’. Finchè il cuore/mente non è perfettamente puro è indispensabile, è vitale, offrire tutti i nostri pensieri, le parole e le azioni al Signore, perché solo Lui può dare la giusta Disamina. Japam e Dhyanam sopperiscono naturalmente a questa continua offerta che, ad un certo punto deve diventare il nostro modo di vivere quotidiano. Questo è il sistema più semplice e naturale per realizzare lo scopo della nostra venuta al mondo, lo scopo della vita. Non serve nessuna scienza, caro Lettore, solo la volontà di mettere veramente in pratica le parole più semplici delle Sacre Scritture in cui credi, le quali non sono altro che la verace Volontà di Dio che, caro Lettore, risiede certamente anche in Te!
NOTE:
1 Avatara = incarnazione divina, come Krsna, Rama, ecc. 2 “Verità e metodo. Lineamenti di un’ermeneutica filosofica” di H. G. Gadamer (1900-2002). 3 meditare = studiare = osservare, riflettere e reagire: imparare in profondità. Diversamente dal solo apprendimento, che è libresco, solo un processo di ricezione o accoglimento di qualche documentazione. 4 Max Plank - Autobiografia scientifica - Edizioni Einaudi 5 Bear Heart (Cuore d’Orso) e Molly Larkin “Il vento è mia madre”, Edizioni Il Punto d’Incontro 6 cinque elementi = Spazio, Aria, Fuoco, Acqua, Terra; sono gli elementi sottili basilari della Natura 7 Citazione di Gesù nel Vangelo di Giovanni 10, 34. Egli cita il Salmo 82, 6 del Vecchio Testamento. 8 Detto 53 di Gesù Cristo: Vangelo di Tommaso Apostolo (Quinto Vangelo). 9 Simone Bedetti, La natura come opera d’arte, “Olis”, novembre 1977 10 Psicobiofisica di M. Todeschini - Editrice MEB 11 Ibidem 12 Guna = qualità primordiale; sono tre, perciò Triguna: Sattva, Rajas, Tamas 13 “NEXUS -la rivoluzionaria teoria delle reti” di Mark Buchanan - Edizione Mondadori. 14 Ibidem. 15 studio = osservare, riflettere e reagire: imparare in profondità; diversamente dal solo apprendimento
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