Sulla
strada provinciale 613 che da
Narbonne porta verso Limoux e
verso la cittadella medievale
fortificata di Carcassonne si
può visitare, con una deviazione
di pochi chilometri, il piccolo
paesino di Rennes-le-Château(Fig.1).
Questo villaggio di poche centinaia
di abitanti è, da più
di un secolo, al centro di un
mistero che affonda le sue radici
nella millenaria e tormentata
storia della Linguadoca.
La nostra vicenda ha inizio nel
1885, con l’arrivo a Rennes-le-Château
di Bérenger Saunière,
novello parroco della cittadina,
nominato direttamente dal vescovo
di Carcassonne, Mons. Felix Billard.
I primi tempi di Saunière
a Rennes-le-Château non
sono certo facili. Alla vigilia
delle elezioni del 1885 infatti,
Saunière manifesta apertamente
in chiesa, nel corso di una predica
domenicale, le proprie tendenze
politiche di stampo monarchico,
a fronte di una giunta comunale
di fede apertamente repubblicana.
Questa radicale presa di posizione
gli procura l’immediata
sospensione, da parte del prefetto,
del suo già misero stipendio
di parroco di provincia, costringendolo
così ad una vita di stenti
e privazioni.
Sauniere inizia allora a procurarsi
lo stretto necessario alla propria
sussistenza materiale pescando
e cacciando nelle rigogliose foreste
che circondano il paesino di Rennes-le-Château
sino all’inattesa e quanto
mai provvidenziale ricca offerta
in denaro proveniente della contessa
di Chambord, una ricca nobildonna
in esilio in Austria.
Si è in seguito ipotizzato
che questa elargizione consistesse
in ben 3000 franchi d’oro,
una somma enorme per quei tempi,
con cui Sauniere avrebbe potuto
risolvere abbondantemente e per
lungo tempo i propri incombenti
problemi di tipo economico.
Sauniere, contrariamente a quanto
avrebbero suggerito le sue misere
condizioni finanziarie, utilizza
questo denaro per i lavori di
restauro dell’altare della
piccola chiesa di Rennes-le-Château
(senza del resto preoccuparsi
di un tetto pericolante e in condizioni
precarie) giungendo fortunosamente
a scoprire, all’interno
di un pilastro visigotico (Fig.2)
che sosteneva la tavola dell’altare
(pilastro su cui era scolpita
una croce detta “del
silenzio”) 5 antichi
documenti: 2 genealogie merovinge,
2 pergamene risalenti alla fine
del ‘700, il testamento
di Henri d’Hautpoul risalente
al 1695 (uno degli ultimi Signori
di Rennes-le-Château).
Due di queste pergamene verranno
poi, su pressioni del sindaco
di Rennes-le-Château, depositate
nell’archivio comunale (distrutte
successivamente in un incendio)
mentre altre due presunte pergamene
riaffioreranno nel corso degli
anni ’60, attraverso uno
strano ed equivoco personaggio
(Pierre Plantard de Saint Clair)
il quale ne fornirà una
copia al giornalista francese
Gerard de Sede, autore del fortunato
volume “L’or de
Rennes, ou la vie insolite de
Bérenger Saunière,
curé de Rennes Le Château”.
Secondo alcuni studiosi le pergamene
originali sarebbero attualmente
conservate in una banca svizzera
o presumibilmente negli archivi
dell’ordine di Malta.
La
prima di queste due pergamene
riporta un passo dei vangeli in
cui Gesù condanna i farisei
riguardo la questione dell’osservanza
del Sabato (Fig.3).
Alcune
lettere risultano poste leggermente
al di sopra del resto del testo
formando tale frase:
"À
DAGOBERT II ROI ET À SION
EST CE TRÉSOR ET IL EST
LÀ MORT"
"QUESTO TESORO APPARTIENE
A DAGOBERTO II E A SION ED EGLI
È LÀ MORTO"
La
seconda pergamena parla invece
dell’incontro tra la Maddalena
e Gesù a Betania, in casa
di Lazzaro, celebre episodio evangelico
in cui la Maddalena versa l’unguento
profumato sui piedi di Gesù
(Fig.4).
Esistono anche qui delle lettere
inserite al di fuori del testo
latino, da cui si ricava:
"BÈRGERE
PAS DE TENTATION QUE POUSSIN TENIERS
GARDENT LA CLEF PAX DCLXXXI PAR
LA CROIX ET CE CHEVAL DE DIEU
J'ACHÈVE CE DAEMON DE GARDIEN
À MIDI POMMES BLEUES"
"PASTORA NESSUNA
TENTAZIONE CHE POUSSIN TENIERS
DETENGONO LA CHIAVE PACE 681 ATTRAVERSO
LA CROCE E QUESTO CAVALLO DI DIO
IO TERMINO QUESTO DEMONIO DI GUARDIA
A MEZZOGIORNO MELE BLU"
Sauniere
scopre inoltre sotto il pilastro
visigotico una pietra che cela
l’ingresso alla cripta degli
Hautpoul, antichi signori di Rennes-le-Château:
la cosiddetta “pietra
dei cavalieri” (ancora
oggi visibile nel museo edificato
accanto alla chiesa).
La pietra (Fig.5)
presenta nella parte superiore
alcune scene di caccia mentre
inferiormente è possibile
notare due cavalieri (una donna
e un uomo a cavallo, quest’ultimo
con un bambino – o forse
un oggetto - in braccio).
Questo
reperto risale, secondo parecchi
studiosi, alla dominazione visigotica
o merovingia della regione e può
esser quindi fatto risalire ad
un intervallo temporale compreso
tra il VII° e l’VIII°
sec. d.C.
I due personaggi rappresentati
potrebbero quindi appartenere
alla nobiltà visigotica
o merovingia e la scena nel suo
complesso potrebbe far riferimento
ad un presunto erede maschio di
qualche antico e importante sovrano
francese.
La pietra è notevolmente
rovinata in quanto la “dalle”,
dopo la sua scoperta all’interno
della chiesa, venne posta da Saunière
all’esterno, soggetta quindi
inesorabilmente all’erosione
degli agenti atmosferici.
All’interno della cripta
Saunière trova poi alcuni
gioielli, tra cui un bracciale
di fattura visigotica, un calice
del XIII sec. (regalato
ad un altro sacerdote della regione
ed oggi esposto al museo di Carcassonne),
alcune monete d’oro e numerosi
resti umani. Tra questi un cranio
forato, tipica usanza merovingia
(i Merovingi ritenevano che la
liberazione dell’anima dal
corpo potesse avvenire, dopo la
morte, solo tramite questo foro
rituale).
Gli operai presenti alla scoperta
(testimoni oculari quindi) vengono
congedati frettolosamente (“…sono
solo monetine commemorative di
Lourdes…”) mentre
Sauniere, dopo il ritrovamento,
spranga le porte della chiesa
ed inizia una serie di “ricerche”
strettamente personali, destando
così non pochi sospetti
tra i suoi concittadini.
Anche
il pilastro visigotico, nel quale
aveva ritrovato le pergamene,
viene posto all’esterno
della chiesa, successivamente
utilizzato come base per una statua
della Madonna di Lourdes.
Un particolare interessante risulta
essere la disposizione del pilastro,
collocato rovesciato (anche la
croce risulta così rovesciata,
un simbolo ben poco cristiano)
sul quale venne in seguito fatta
incidere la dicitura “MISSION
1891” (anno in cui
Sauniere, come vedremo in seguito,
scoperchiò un’importante
tomba nel cimitero antistante
la chiesa).
Parecchie illazioni sono sorte
a proposito di questa enigmatica
frase. In francese infatti “MIS
– SION 1891” potrebbe
voler dire “Posto da
Sion nel 1891” e questo
ha fatto nascere, più o
meno verosimilmente, una serie
di congetture sulla presunta affiliazione
di Saunière ad una società
segreta denominata “Priorato
di Sion”, le cui origini
risalirebbero addirittura all’undicesimo
secolo d.C.
Il tutto risulta comunque giustificabile
in modo abbastanza ortodosso e
convenzionale se si tiene conto
del fatto, non trascurabile, che
all’inaugurazione della
statua della Madonna di Lourdes
nel 1891 fosse presente proprio
un missionario amico d’infanzia
di Sauniere, ospite di riguardo
del parroco.