La
stirpe Merovingia viene generalmente
considerata la prima dinastia
chiamata a reggere le sorti dei
Franchi, popolazione barbarica
proveniente dall’Europa
centro-settentrionale, stanziatasi
in Francia attorno al V secolo
d.C..
Tradizionalmente, il fondatore
della dinastia merovingia viene
identificato in Meroveo, una figura
leggendaria di natura semidivina,
nato dall’unione tra una
donna e un essere di natura sovrannaturale.
Gli succedono Childerico e Clodoveo
(481-511), sotto il cui regno
avviene la conversione al cattolicesimo.
I Re franchi esercitavano essenzialmente
un potere di natura spirituale
(il re rappresentava la guida
spirituale della nazione), il
potere esecutivo veniva invece
delegato ad un “maestro
di palazzo”, il cosiddetto
“Maiordomus”
(maggiordomo).
La leggenda vuole che i sovrani
merovingi fossero dotati di poteri
taumaturgici e che proprio in
ragione di tale caratteristica
venissero chiamati i “Re
Sacerdoti”
Questo appellativo non era il
solo a definire la particolare
natura dei primi Re franchi, i
quali venivano designati anche
come “Sovrani Lungochiomati”
(per la consuetudine di portare
lunghe e selvagge acconciature,
nelle quali veniva identificata
la loro forza e coraggio durante
i combattimenti) ma anche “Re
Fannulloni”, per il
loro completo disinteresse nei
confronti del potere esecutivo.
Un’altra strana abitudine
della nobiltà merovingia
era quella di forare i crani dei
propri defunti, nella speranza
che questo potesse facilitare
la transizione dell’anima
dal mondo materiale verso quello
spirituale.
Il prolungato disinteresse verso
il potere esecutivo da parte dei
sovrani merovingi creò
di fatto le premesse per la prematura
scomparsa di questa celebre dinastia.
Il primo passo verso la soppressione
dell’autorità merovingia
in Gallia venne intrapreso da
Gromoaldo, uno dei tanti maestri
di palazzo attivi a quel tempo,
il quale, attorno al 650 d.C.,
costrinse all’esilio Dagoberto
II, ancora fanciullo, in Britannia.
Nel 671 Dagoberto II riuscì
fortunosamente a ritornare in
Francia, ormai più che
ventenne, nell’intento di
riunire sotto un’unica autorità
i regni Franchi, divisi tra i
figli di Clodoveo dopo la sua
morte.
Durante questo breve soggiorno
in territorio francese Dagoberto
II sposa Giselle de Razès
(una principessa di origine Visigotica,
il cui matrimonio sembra sia avvenuto
proprio a Rennes-le-Château)
iniziando nel contempo ad accumulare
ingenti somme di denaro in vista
di una possibile rivalsa contro
i “maestri di palazzo”
usurpatori.
Sfortunatamente il Re franco viene
fatto uccidere, durante una congiura
di palazzo avvenuta nel 679 d.C.,
da Pipino il Grosso (un “maggiordomo”)
a Stenay, nelle Ardenne, ponendo
così termine a quell’antica
e potente linea dinastica proveniente
direttamente dal capostipite Meroveo.
Proprio a Stenay, Dagoberto II
viene seppellito e poco dopo canonizzato
a furor di popolo, per le proprietà
miracolose attribuite alle sue
reliquie.
Purtroppo la tomba di Dagoberto
II, questa preziosa testimonianza
riguardo le origini della monarchia
francese, verrà successivamente
distrutta durante la rivoluzione
francese e le sue reliquie disperse.
Dopo la morte dell’ultimo
sovrano merovingio si compirà
inoltre quella che verrà
definita dagli storici la cosiddetta
“usurpazione carolingia”,
ad opera dei discendenti di Pipino
il Grosso.
A questo maestro di palazzo succederanno
infatti Carlo Martello (che sconfiggerà
a Poitiers gli Arabi nel 733,
salvando l’Europa dalla
dominazione musulmana), Pipino
il Breve e infine Carlo Magno,
che nella notte di Natale dell’anno
800 d.C. verrà incoronato
a Roma “Imperatore del Sacro
Romano Impero”, del tutto
illecitamente, in ragione del
sopruso perpetrato nei confronti
della dinastia merovingia più
di un secolo prima.
Sigisberto
IV
La principale ipotesi riguarda
il presunto erede maschio di Dagoberto
II e Giselle de Razes, Sigisberto
IV, il quale, sempre secondo la
leggenda, riuscì a mettersi
in salvo nei possedimenti della
madre nella zona attorno Rennes-le-Château,
nei giorni immediatamente successivi
all’assassinio del padre.
Qui avrebbe potuto accumulare
senza grandi impedimenti il denaro,
l’oro e le armi necessarie
a sferrare un attacco diretto
verso gli usurpatori carolingi,
responsabili della morte di Dagoberto
II, suo padre.
In tal caso la cosiddetta “Dalle
des Chevaliers“, scoperta
da Sauniere all’interno
della chiesa, potrebbe essere
una prova dell’esistenza
di un erede di Dagoberto II, sfuggito
alla congiura di palazzo del 679
d.C.
Purtroppo Sigisberto IV non riuscì
a portare a termine il suo progetto
di rivalsa nei confronti dei sovrani
carolingi, per cui si presume
che il suo tesoro sia ancora nascosto
in qualche caverna nei dintorni
di Rennes-le-Château.
Il Priorato
di Sion
Pierre Plantard de Saint Clair
(personaggio controverso e dai
molteplici lati oscuri, occultista,
legato all’estrema destra
francese, e collaborazionista
durante il regime di Vichy) e
il suo prestanome Henri Lobineau
danno inizio, nel corso degli
anni ’60, alla pubblicazione
di una serie di “dossiers
segreti” depositati
presso la Biblioteca Nazionale
di Parigi, strettamente legati
alla vicenda di Rennes-le-Château.
Secondo Plantard, fonti primarie
dei presunti “dossiers”
non sarebbero altro che le pergamene
scoperte da Sauniere nella chiesa
di Rennes-le-Château e gli
archivi segreti del “Priorato
di Sion”, un’organizzazione
segreta (fondata da Goffredo di
Buglione, condottiero della prima
Crociata e liberatore di Gerusalemme
nel 1099) dalla quale si sarebbero
addirittura originati i templari
(nel 1119) e che sarebbe sopravvissuta
allo scioglimento dell’ordine
nel 1312, dopo un’ipotetica
scissione avvenuta tra i due ordini
a Gisors nel 1188.
Questi “dossiers”
proverebbero la sopravvivenza
della dinastia Merovingia attraverso
i secoli, il cui ultimo erede
(pretendente al trono di Francia
ed unico titolare legittimo del
tesoro ancora nascosto a Rennes-le-Château)
non sarebbe altro che lo stesso
Plantard.
Negli anni ’80 alcuni giornalisti
inglesi, autori di un famoso e
fortunato libro pubblicato in
diverse lingue, si inseriscono
nella vicenda relativa ai “dossiers”
ipotizzando come presunto fondatore
della dinastia merovingia addirittura
Gesù Cristo, scampato all’esecuzione
sulla croce e fuggito in Europa
(più precisamente in Provenza)
assieme alla Maddalena, sua sposa.
Nel sud della Francia, i due avrebbero
dato vita ad una numerosa prole
e ad una singolare discendenza
di stirpe regale (che sarebbe
confluita in seguito nella dinastia
merovingia), originando così
la presunta “linea di
sangue”, ovvero il
“Sang Real”,
il sangue reale, erroneamente
confuso in francese col “Sang
Raal” (Santo Graal).
Questa fantasiosa ipotesi spiegherebbe,
sempre secondo i giornalisti inglesi,
la leggenda tipicamente provenzale
della Maddalena portatrice del
Graal ovvero del Sangue reale,
la discendenza di Gesù.